La macchina umana

La macchina umana IL LIBRO DEL GIORNO La macchina umana E' chiaro che Gabriel Veraldi, 11 giovane autore francese rivelato l'altr'anno dai rossi lumi della ribalta del premio Fémina, non è amico della cibernetica: anzi questa nuovissima scienza delle macchine intelligenti, che pare destinata ad un avvenire sconvolgitore, gli fa, come credo avvenga per tutti gli uomini avvezzi a pensare con il proprio cervello e non con quello di una macchina, una tremenda paura, non so quanto giustificata. Senza dubbio, il robot elettronico pt aziona ti ss imo. che è il motivo principale del romanzo La machine humaine (Gallimard) non è amabile a vedersi: e gli uomini che la costruiscono si rendono conto, in un modo ancora vago ed informe, e perciò tanto più pauroso, che quelle tremende macchine intelligenti, che essi stessi hanno costruito, paiono destinate a sostituirli, un giorno forse non lontano, sulla superficie della terra, come l'uomo ha sostituito le mille specie scomparse che signoreggiavano un tempo sul mondo, e che avevano dovuto cedere la terra a degli esseri più piccoli e più intelligenti, meglio equilibrati e meno voraci. Ma quando la terra non potrà più nutrire 1 miliardi di creature umane affamate e così imprecise nei loro rendimento e insufficienti nell'intelletto, si instaurerà — e non ci vorrà forse molto tempo — > un'era nuova, quella delle macchine umane. Non è soddisfatto, Veraldi, di questa prospettiva:- perciò oppone alla macchina elettronica —' che ad un tratto sembra inghiottire la sensibilità, l'intelligenza e persino la niumoria e l'amore dell'uomo, piombato inesoràbilmente nell'abbrutimento o, nella morte quasi le avesse ceduto i suoi attributi umani — gli ultimi rappresentanti di una razza purissima o piuttosto 1 campioni di una umanità integrale, ancora capaci di conoscere la felicità di sentire la voce di Dio. rispondere all'appello delle sue creature. Intorno a queste due esperienze supreme, si stende grigia l'indifferenza della massa ignara, immersa nelle, solite sciocchezze, nei piccoli o gran- di interessi, arrivismo e sete di potere, intrighi e delitti, che costituiscono la cronaca di ognl giornata su questo nostro blzzarro pianeta. L'impegno di un tema cosiffatto era forse un po' troppo superiore a quel che consentissero lo forze del giovane scrittore: che si è trovato, a un certo punto, come impigliato in una rete di personaggi a doppio o triplo fondo, coinvolti i in avventure non mene complesse che simboliche. Tut- meno tavia, il segreto del suo successo sta proprio nell'atmosfera ambigua che risulta da quell'inconsueto miscuglio di termini quasi apocalittici e di ingredienti da libro giallo, dosati con abilità indiscutibile e presentati con una discreta eleganza.' Si capisce come sia riuscito simpatico alla giuria femminile che gli decretò il premio: sebbene, forse, sarebbe stato più giusto attribuirlo all'altro suo libro, il primo, scritto e pubblicato nel 1953, A la mémoire d'un ange (Gallimard). Già vi si trovava in germe la problematica spirituale che è così vivacemente proposta nella Machine humaine. Ed è la storia dell'esperienza spirituale di un giovane, eroe dell'ultima guerra, che, ritornato alla deserta casa paterna, si sente disperatamente stanco della vita e ricerca, prima nel vizio e poi nell'ascesi, la liberazione dal suo io troppo ingombrante, mettendosi coraggiosamente di fronte all'enigma del destino dell'uomo, delle colpe e delle aberrazioni dello spirito: ma, nel momento stesso in cui gli pare di aver raggiunto la verità — nuda e purissima — che è racchiusa nel segreto dell'amore di Dio e dell'amore per il prossimo e ad essa sta per consacrare la vita, muore per un incidente stupido, suprema tro. nia del caso. Non so se sìa giusto parlare, a proposito di Veraldi, di un vero pessimismo. Non è lieto, il suo paesaggio di anime destinate a perire: anzi, è ricolmo di un'ombra cupa, satura di pericoli informi. Ma c'è ancora tanto desiderio di luce, che lascia aperto il var co alla speranza: che almeno l'uomo, creatura di Dio, non debba perire sotto il dominio della creatura dell'uomo, la si ,nistra, anche se perfettamen- te intelligente ed macchina .umana. economica, a. gr.

Persone citate: Del Giorno, Gabriel Veraldi, Veraldi