"Ma lei ce l'hanno mandato o è venuto da sè a Firenze?,,
"Ma lei ce l'hanno mandato o è venuto da sè a Firenze?,, Quello che Magnimi aveva fletto all'arbitro "Ma lei ce l'hanno mandato o è venuto da sè a Firenze?,, La vittoria bolognese riconosciuta dai fiorentini giusta e meritata (Dal nostro corrispondenteì Firenze, 3 gennaio. Negli ambienti sportivi fiorentini perdura vivissima l'impressione relativa alla conclusione della partita di ieri col Bologna. Logicamente da parte della Associazione Calcio Fiorentina e dei.suoi dirigenti non è stata assunta ancora nessuna presa di posizione, in attesa di quanto sarà deliberato dalla Federazione. Si fa quindi soltanto un gran riparlare di ciò che è avvenuto, e so tutti sono d'accordo nel deprecare l'accaduto, altrettanto unanime consenso trova la considerazione che tutto avrebbe potuto essere evitato se il signor Campanati, di Milano, alle prime armi, a quanto si dice, in fatto di direzione di gr.re di serie A, si fosse comportato diversamente da come ha fatto. E' inutile riparlare del fattaccio, ma è bene considerare quanto segue: il signor Campanati, dopo aver lasciato correre alcune eccessive durezze da ambe le parti, cominciava a fare il « duro » senza la necessaria decisione, interpellando troppo spesso i segnalinee e persino i giocatori; poi annullava un goal di Virgili per un fuorigioco sul quale i pareri sono ancora discordi; quindi espelleva Magnini, che aveva avuto il torto di protestare con un motto di spirito molto toscano (per la cronaca, sembra che Magnini abbia chiesto al signor Campanati: «Ma lei ce lo hanno mandato o è venuto da sè a Firenze? >). La uscita dal campo di Magnini faceva perdere il lume degli occhi ai tifosi, i quali scavalcavano la rete, con conseguente intervento .della polizia. Il fatto poi che il pubblico ce l'avesse esclusivamente con l'arbitro è dimostrato anche da come sono stati calorosamente applauditi i giocatori bolognesi, vincitori di fatto e di diritto della partita.' Tirando le somme, quindi, se da un lato sono da condannare coloro che hanno effettuato l'invasione, del campo, con tutte le conseguenze che esso comporterà, negli ambienti sportivi fiorentini si è propensi a credere che nulla sarebbe accaduto se il signor Campanati, e come lui molti altri, fosse effettivamente quel che i dirigenti dell'A.I.A. e della CA.N. pretendono, cioè una persona che non commette mai nemmeno il minimo errore tecnico. A questo punto evidentemente il discorso potrebbe farsi molto lungo, e d'altra parte su di esso sono stati versati fiumi di inchiostro. Grosso modo, però, a Firenze ci si chiede questo: fino a qual punto potrà durare tale stato di cose, fino a qual punto cioè la CA.N. e l'A.I.A. saranno più potenti della Federazione e delle centinaia di migliaia di sportivi che' ogni domenica accorrono sul campi di gioco e che talvolta vengono fatti « esplodere » da qualcuno che si considera troppo « infallibile »? Si tratta naturalmente di una domanda platonica, ma tutto quel che è successo ieri oggi si è trasformato in questa domanda. Gli sportivi fiorentini e l'Associazione Calcio Fiorentina, in attesa dei fulmini della Lega, aspettano pazientemente una risposta. g. c.
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