L'assassino dell'agricoltore solitario ha ucciso anche il curato di Vermezzo?

L'assassino dell'agricoltore solitario ha ucciso anche il curato di Vermezzo? L'assassino dell'agricoltore solitario ha ucciso anche il curato di Vermezzo? Probabile un confronto con l'autista casaiese Lumeilo, che fu rapinato dai tre misteriosi banditi • Un nuovo sopraluogo a Casorzo e un lungo interrogatorio dell'imputato-Si cerca il cadavere del contadino nelle cisterne e nei pozzi (Nostro servizio particolare) Casale Moni, 27 dicembre. Continuano a ritmo serrato le ricerche dell'Autorità per far ;UCe completa sull'assassi nj0 dell'agricoltore di Casor z0> Ettore Barberis. L'omicida Alberto Arrobbio detto il <Ti- no >; cugino del morto, ha confessato, ma il suo racconto fatto in presenza dei carabinieri sul ponte del Tanaro, presenta molti punti oscuri; e il cadavere della vittima non è ancora stato trovato. Com'è noto, le indagini sul delitto sono di competenza del Procuratore della Repubblica di Casale, da cui dipende la preturo dt Moncalvo. Stamat- lino un magistrato casaiese, il dott. Gualchino, dell'Ufficio istruttorio, si è di nuovo recato a Casorzo per un altro sbpraluogo. Lo accompagnava il prof. Formaggio, libero docente di medicina legale all'Università di Pavia. Si trattava di controllare l'attendibilità o meno di alcune delle affermazioni che Alberto Arrobbio ha fatto circa la soppressione di suo cugino Ettore Barberis. Per le ricerche del oadavere, sono mobilitati i corobinieri delle stazioni di Vignale Monferrato, paese di residenza dell'arrestato, e quelli di Moncalvo. Essi stanno frugando tutto il territorio della zona, e soprattutto stanno esplorando i pozzi e le cisterne che una volta servivano alla raccolta dell'acqua piovana ed ora sono abbandonati in seguito alla costruzione del¬ niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiii a a ¬ l'acquedotto del Monferrato. Si fanno ricerche anche in alcuni sconfinati della casa dell'Arrobbio in Vignale Monferrato, dove sarebbero stati compiuti di recente lavori di muratura. Infatti non si dà molto credito ■— come emerge dai commenti della gente sia di Casorzo che di Vignale, oltre che degli organi inquirenti — alla affermazione dell'Arrobbio di aver gettato il cadavere del cugino nel Tanaro. Ad ogni modo, tutti i comandi di stazione dei carabinieri di Alessandria, Bassignana ed oltre sono stati invitati a riferire prontamente sull'eventuale rinvenimento di salme di annegati che dovessero restituire le acque del Tanaro, e quelle del Po, dalla confluenza a valle di Bassignana. L'importanza della scoperta del cadavere sarebbe grande, per determinare l'esatta colpa dell'imputato. Per ora egli si è accusato solo di omicidio preterintenzionale. Ma è proprio vero che la vittima mori soltanto in seguito a un urto, andando a sbattere con il capo contro il gradino di cemento della stalla nel furore della rissa? Non fu invece soppresso con uno strumento omicida f Nel pomeriggio di oggi il giudice istruttore dott. Guaschino, di ritorno dal sopraluo. go di Casorzo, ha trascorso parecchie ore nel carcere giudiziario di Casale, sottoponendo l'Arrabbio ad un lungo interrogatorio. Quali ne siano stati i risultati non è possibi- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiig i a o o e ; e ; u i o a a ; o u e o o le sapere, dato il rigoroso riserbo mantenuto in merito dall'Autorità giudiziaria. Ma la notizia — o più esattamente la voce — strabiliante della giornata, è giunta da Milano. Qualcuno avrebbe avanzato il sospetto, negli ambienti dell'Autorità giudiziaria, che Alberto Arrobbio, detto < Tino > l'omicida di Casorzo, colui che secondo la sua confessione avrebbe ucciso il cugino involontariamente, in una rissa, mentre lo rimproverava per avergli sfruttato e maltrattato la mamma — possa essere l'autore di un altro assassinio, uno dei più misteriosi omicidi di questi ultimi anni, quello di don Beneggi, il vecchio parroco di Vernezzo, presso Milano. I particolari di quel fatto di sangue sono ancora impressi nella memoria di tutti. Il giorno 18 agosto l'autista casa lese Gino Lumeilo fu richiesto da tre giovani sconosciuti di condurli in macchina; alcune ore dopo l'autista fu ritrovato in un bosco selvaggio presso il Po, con le mani e i piedi legati. Nel pomeriggio dello stesso giorno una « H00 > uerde, aimite a quella del Lumeilo, che recava a bordo tre giovani, errò per diversi paesini nei pressi di Milano. Ogni volta i giovani scendevano presso la canonica, s'informavano se ci fosse il parroco. Alla fine giunsero a Vermezzo. Uno degli «omini entrò in chièsa, si mescola fra la gente che attendeva di parlare al curato, don Silvestro Beneggi, di 81 anno. Alla fine fu ricevuto nell'ufficio della canonica. Passò qualche minuto: ai udirono delle detonazioni, un gemito del parroco, un tonfo del corpo che cadeva. L'uomo uscì con l'arnia in pugno, si fece largo minaccioso. La macchina riparti rombando sulla strada di Milano. Da quel momento le tracce dei tre assassini si perdono. Per quante ricerche si sian fatte, si può dire con vero accanimento, a Milano, a Casale e altrove, non si è più saputo nulla di loro. Non si è nemmeno riusciti a capire la ragione vera del delitto. L'omicida era un rapinatore? O aveva forse chiesto al curato certi documenti per il matrimonio d'una minorenne, che don Beneggi non poteva consegnare? Tutto è rimasto sempre avvolto nel buio più fitto. La vittima si è portata con sè nella tomba il segreto della sua morte. Quale attendibilità possa avere ora la voce che uno dei tre misteriosi delinquenti sia il contadino di Casorzo, nessuno per il momento potrebbe dire con certezza. Si sa questo, anzi, che l'autista casaiese Gino Lumeilo, rapinato della macchina dagli assassini, non avrebbe riconosciuto come uno dei suoi aggressori l'Arrobbio da una fotografia pubblicata su un quotidiano. Nonostante ciò, è assai probabile che Gino Lumeilo sia convocato dall'Arma per domattina nelle carceri giudiziarie di Casale per un confronto con il giovane assassino dell'agricoltore di Casorzo, Dal confronto potrebbe forse risultare un clamoroso colpo di scena, pprscploiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiitiimiiiiiiiiiiiiiiiii per quanto Si sia diffidenti dopo il susseguirsi di tante vane ricerche intorno ai tre misteriosi e assurdi assossini del vecchio sacerdote, g, e. m.