Eletti del popolo o funzionari di partito?

Eletti del popolo o funzionari di partito? Im A PENSIONE JkNGME I EEP V TA.T1 Eletti del popolo o funzionari di partito? Sono mutati ì tempi e va scomparendo l'indipendenza dei parlamentari dal partito Aumenta tra i cittadini lo scetticismo verso la vita politica - L'on. Veronesi, sdegnato, si è dimesso dichiarando: "La gente ha bisogno di buone leggi, ma anche di buon esempio,, Roma, 23 dicembre. Il contadino vestito con l'abito nero dei giorni di festa e con un fazzoletto dai colori netti e caldi annodato intorno al collo, si aggirava perplesso, quasi con aria smarrita, nei sontuosi saloni di Montecitorio; ogni tanto sostava per rigirarsi fra le mani un fascio di banconote da 10 mila lire, erano quindici in tutto, rappresentavano la sua indennità e le sue diarie di parlamentare. Una somma « enorme » La somma al deputato Matteo Tonengo, contadino di Chi- vasso, appariva così enorme ! cile temeva ora un errore del cassiere ora uno scherzo dei colleghi; e perciò camminava col denaro in mano, senza decidersi a metterlo in tasca. Quando infine un giornalista amico gli spiegò che lo Stato gli pagava un'indennità fissa mensile di 65 mila lire e una diaria di J,ooo lire per ogni seduta, il candido piemontese confessò che era senz'altro una bella professione quella del Parlamento; e poi si diffuse a spiegare tutte le tribolazioni, tutto il sudore delle membra, tutti 4 patemi dell'animo, tutti i mesi di lavoro ohe occorrono a un contadino per strappare dalla terra quindici biglietti da 10 mila. Di li a qualche giorno, lo stesso giornalista incontrò uno dei personaggi più ■ cospicui della scena politica italiana, capo di partito, e ministro varie volle, già ambasciatore italiano a Parigi e presidente del_ la Camera. L'on. Giuseppe Saragat era amareggiato, e parlava con una certa disinvolta eleganza del fatto che la modestia degli assegni parlamentari e le crescenti spese familiari non gli avrebbero consentito quell'estate di trascorrere un periodo di villeggiatura fra i verdi monti della Valle d'Aosta, Gli rincresceva specialmente per la famiglia, perchè, quanto a lui, si proponeva di passare l'estate fra le refrigerate sale di Montecitorio durante il giorno e i caffè di via Veneto nelle prime ore della notte. Non era il solo a guardare con rancore l'arrivo dell'estate. Più o meno si trovavano nella sua stessa condizione tutti i deputati poveri, quelli, cioè, che avevano l'unica fonte di guadagno nel Parlamento e che, di estate, quando le Camere si mettevano in vacanza, non ricevevano più alcuna diaria e dovevano vivere della sola indennità fissa, ossia con 65.000 lire al mese. Eppure, già allora la gente comune parlava degli emolumenti ai parlamentari come di un insopportabile scandalo; si ricordava che al tempo della Costituente e durante la prima Legislatura repubblicana ricevevano una diaria di 1500 o di 3000 lire, a seconda che avessero oppure no la residenza in Roma. Oppure si ricordavano le 1500 lire mensili che i deputati percepivano al tempo del fascismo, o, meglio ancora, i modesti gettoni di presenza delle legislature prefasciste. In quel tempo, dunque, nel l'estate del 191/8, i parlamenta ri avevano, in aggiunta all'in¬ dennità fissa di 65.000 lire al mese, una diaria di 2000 o Ai i000 lire, a seconda della loro residenza. Sei mesi dopo, a partire dal gennaio I91t9, le diarie furono aumentate di 1000 lire. Nove mesi dopo le diarie furono elevate rispettivamente a 1)500 ed a 1000 lire. Nei gennaio 1951 fu deciso di non pagare pi* le diarie, ma di corrispondere un rimborso spese nella misura di 1S5.000 lire per i parlamentari residenti in Roma e di 185.000 lire per gU altri; va da sè che il rimborso era pagato in aggiunta all'indennità fissa di 65 mila lire. Tre anni dopo nuovo aumento nel rimborso delle spese: ai romani 185.000 lire al mese, agli altri 2S5.000. Perciò oggi i deputati residenti a Roma, e per la verità sono pochissimi, percepiscono 250.000 lire al mese, gli altri SOO.000. Queste somme sono diminuite di 2000 lire per ciascuna assenza dalle riunioni. A ben considerarle, non sono cifre scandalose. Molti impiegati privati, alcuni portieri di albergo) migliaia, di bottegai guadagnano somme molto più alte; e non parliamo poi dei commercianti, degli industriali, dei professionisti che occupano una posizione importali te; e neppure lontanamente di attori, cineasti e professionisti dello sport. Nemmeno regge il paragone con altri tempi. Quaranta o più anni fa la carriera politica era riservata quasi esclusivamente ai danarosi, alle persone cioè che potevano occuparsi degli affari pubblici solo grazie al loro patrimonio personale che le metteva al disopra della necessità di procacciarsi uno stipendio. E' vero, anche Ui quei lontani tempi non mancavano deputati di modesta o di nessuna consistenza patrimoniale; ma spesso erano mantenuti da un partito oppure potevano svolgere attività collaterali grazie al fatto che allora la Camera si riunivo poco, teneva fra ottanta e novanta sedute l'anno; in alcuni casi di deputati poveri, infine, si trattava di una abnegazione che confinava con l'eroismo. Tutto sommato, che lo Stato oggi assicuri ai rappresentan-\ ti del popolo di che vivere e far vivere la famiglia, è poco meno che doveroso. La faccenda comincia a diventare piuttosto dubbia con l'iniziativa di assegnare ai parlamentari una pensione e in misura ragguardevolissima. Se il progetto sarà approvato senza modifiche sostanziali, dal prossimo gennaio i deputati lasceranno al fondo pensioni 9000 lire al mese, mentre la Camera verserà per ciascuno di essi 12.500 lire mensili. L'onere complessivo che graverà sul bilancio della Camera, ossia sui contribuenti, è di 93 milioni Panno. Il deputato che abbia raggiunto 65 anni di età ed abbia dieci anni di mandato parlamene tare, ovvero abbia 60 anni e cinque di mandato, fruirà di una pensione mensile di 50.000 lire. E' il minimo; successivamente, per ogni anno di mandato parlamentare, avrà diritto ad un aumento di pensione di 5.000 lire, fino a un massimo di 150.000 lire al mese. Un deputato non rieletto, se ha merlo di cinque anni di anzianità, percepisce un premio di 600.000 lire; se, invece, ha un'anzianità maggiore, può farsi dare un premio ragguagliato all'anzianità oppure attendere il limite di età e fruire della pensione. Misura troppo generosa Non sono mancate le opposizioni anche fra gli stessi beneficiari. Una pensione di 50 mila lire dopo cinque anni di lavoro, sembra una concessione troppo generosa; e lo stesso dicasi per gli scatti di 5000 lire per ogni anno di anzianità. Anche di dubbia opportunità appare l'integrazione dei 93 milioni do parte del pubblico erario. Con una retribuzione di circa 300 mila lire al mesa, i Reputati hanno un largo margine per provvedere alla vecchiaia con risparmi, con assicurazioni oppure istituendo una cassa di previdenza interna, come ve ne sono fra molte categorie di professionisti senso che lo Stato intervenga con suoi versamenti a titolo grazioso, Da un punto di vista politico, inoltre, fin d'ora si possono scontare effetti negativi a breve ed a lunga scadenza. Fra i primi metteremo un aumento di scetticismo fra i cittadini che da tempo hanno ces. sato di considerare la vita po litica con la stessa intemerata fiducia che Cesare pretendeva per la propria moglie. Fra le conseguenze meno immediate metteremo il progressivo annullarsi di quel già esiguo mar. gì ne di indipendenza che i deputati hanno nei confronti del proprio partito. Gli atti di ribellione, i moti della coscienza, quando va di mezzo il pane di oggi e della vecchiaia, di se stessi e dei propri figli, diventeranno un ricordo del passato. E sempre più i deputati perderanno la figura di eletti del popolo per assumere quella di funzionari di un partito. Alla fine della seduta di oggi j dello Cornerò il presidente ha j doto lettura all'Assemblea di\ una lettera dell'on. Veronesi ' con la quale il deputato democristiano ha presentato le dimissioni per manifestare il suo dissenso sulle decisioni prese dall'Asseml '"a circa l'istituzione di uv /ondo di previdenza per i deputati. In particolare l'on. Veronesi dissente sul modo con cui è stata presa la decisione; <E' disdicevole — ha scritto Veronesi -— al prestigio del Parlamento che il pubblico venga a conoscere queste cose attraverso rivelazioni o indiscrezioni scandalistiche. La nostra gente ha bisogno di buone leggi, ma anche di buon esempio >. Gronchi ha definito ^inopportuna ed ingiusta ed in parte inesattay la lettera. Tuttavia, come vuole il regolamento, ha posto ai voti la richiesta di dimissioni; esse so¬ no state respinte: hanno votato a favore delle dimissioni l'estrema sinistro compatto e gualche deputato del centro e della destra. Malgrado il voto della Camera, l'on. Veronesi insiste, però, nelle dimissioni; è probabile pertanto un intervento del gruppo democristiano per farlo recedere da tale proposito. Nicola Adolfi

Persone citate: Giuseppe Saragat, Gronchi, Matteo Tonengo

Luoghi citati: Parigi, Roma, Valle D'aosta