La fiumana aerea che porta caldo e bufere

La fiumana aerea che porta caldo e bufere La fiumana aerea che porta caldo e bufere _ Nell'ultima nota che abbiamo pubblicato su queste colonne, una decina di giorni fa, esprimevamo l'opinione che il maltempo si sarebbe prolungato sull'Italia per un certo periodo. Effettivamente, prescindendo dal Piemonte e da altre zone settentrionali, dove il ristabilirsi della situazione è stato più sollecito, le condizioni meteorologiche si sono mantenute cattive su gran parte delle nostre regioni fin verso il 16-17 del mese, benché, all'ultimo, le perturbazioni si siano limitate alle province più meridionali. Questo sviluppo è stato causato, come forse qualcuno dei nostri lettori ricorderà, dal succedersi sull'Italia e sul Mediterraneo di rapidissime formazioni cicloniche provenienti dall'Eu ropa nord-occidentale, e so spinte su di noi da quel vio' lento fiume aereo che prende il nome di « corrente a getto » e che, per l'appunto in quei giorni, seguiva la direttrice nord-ovest - sudest, e cioè dalle isole britanniche al Mediterraneo centrale. Ulteriore influenza hanno poi esercitato le formazioni autonome del Mediterraneo, che, come spesso avviene, si sono prodotte, a sud-est della nostra penisola, in conseguenza delle perturbazioni principali. Col 16 dicembre, pero, la situazione ha incominciato a mutare. L'anticiclone atlantico, che già prima aveva fatto alcune più o meno timide puntate a nord delle Alpi, e riuscito a invadere l'Europa centrale, formandovi anzi un notevole massimo indipendente. Nei giorni successivi, fino al 20, questa situazione è rimasta più 0 meno stazionaria. Le alte pressioni dell'Europa centrale, estese successivamente anche al Mediterraneo, hanno mantenuto su di noi condizioni abbastanza buone (per quanto con temperature piuttosto basse), tenendo lontane, a nord, le perturbazioni atlantiche. La sera del 20, altro mutamento: l'anticiclone atlan tico si è ritirato verso ponente e, quel che è peggio, ha spinto un ampio promontorio verso l'Islanda. L'aumentare della pressione in questa zona ha portato per conseguenza un forte afflusso di masse polari e artiche marittime, le peggiori fra quante solchino i cieli d'Eu ropa da nord-ovest sulle isole britanniche, e poi sulle coste del Mare del Nord e oltre. Il fronte di avanzata di tali masse scendeva rapidamente verso sud-est nella giornata del 21, abbordando le Alpi in serata. Frattanto un'altra e più notevole perturbazione si preparava più a nord, e pre cisamente presso l'Islanda. Rinvigorita da un violento afflusso di tmasse fredde, essa scendeva a sua volta in poche ore verso la Danimarca, colpendo con violenza di uragano l'Inghilterra, il Mare del Nord, i Paesi Bassi e buona parte dell'Europa centrale. Nella notte sul 22 e nel giorno successivo anch'essa interessava l'Italia: tuttavia, specialmente per l'influenza della barriera alpina, il fronte di avanzata delle sue masse più pericolose era respinto in quota, secondo quel processo che i meteorologi chiamano « occlusione ». Per questa ragione, e anche per l'enorme velocità di avanzata (la corrente a getto di guida aveva di nuovo ruotato in modo da interessarci) essa non ha fatto in tempo a produrre un vero e proprio ciclone, come sarebbe avvenuto facilmente senza tali premesse, per cui 1 suoi effetti, per guanto riguarda le precipitazioni, non sono stati rilevanti, e si sono limitati alle Alpi e alle regioni meridionali. Tuttavia le masse fredde che hanno potuto sfociare, in superficie, dal Golfo del Leone, e cioè dalla strettoia fra le Alpi e i Pirenei, hanno prodotto un notevolissimo rinforzo dei venti sulla Sardegna e sul Basso Tirreno, dove fin da ieri si è registrata tempesta. Un fenomeno curioso, che i torinesi e in generale i piemontesi hanno avuto modo di osservare, è stato un notevole aumento di temperatura, accompagnato da forti venti occidentali e da scarsa nuvolosità. Si tratta del cosiddetto foehn, risultato di un processo termodinamico che si presenta nei luoghi posti sottovento a una catena montuosa. L'aria che proviene dal versante opposto, giunta sul crinale, è costretta a discendere. Viene così a trovarsi sotto pressioni sempre più forti, e in conseguenza si comprime e si riscalda: di qui, appunto, alte temperature e schiarite. E' quanto è accaduto in Piemonte ieri 22 (e anche oggi), sotto l'influenza dei vigorosi venti occidentali che, per azione delle alte pressioni della Francia meridionale erano costretti a valicare le Alpi. Quest'oggi 23 le condizioni generali sono ancora peggiorate. Una terza perturbazione, sospinga con enorme velocità dal fortissimo getto in quota, è discesa ancora verso sud-est, e sta presentemente attraversando a sua volta l'Italia negli strati superiori; una quarta si prepara sulla Francia. Le condizioni meteorologiche del Mare del Nord, dell'Inghilterra, dell'Europa centrale sono veramente paurose. Anche in Sardegna e sul basso Tirreno i venti da nord-ovest stanno raggiungendo punte impressionanti, di 100 chilometri all'ora' e oltre, purtuttavia l'Alta Italia non accusa fenomeni imponenti, a parte le nevicate sulle Alpi, e il foehn continua a manifestarvisi, mantenendo la temperatura elevata e il cielo abbastanza sgombro. Come tutti i fenomeni di grande violenza, anche questo, pensiamo, non avrà lunga durata. Molto probabilmente nella giornata di domani 24 si avrà l'atto finale di questo parossistico dram ma, ed è quindi da attendersi che anche sull'Italia, a partire da domani sera, il tempo cominci a volgere al miglioramento. Certamente, le azioni secondarie che quasi sempre si producono sul Mediterraneo potranno ritardare la risoluzione della crisi, specialmente sulle regioni meridionali; ma, nell'insieme, è da sperare che il maltempo o almeno un maltempo così tragico stia sul finire, e che il vecchio 1954 ci voglia lasciare un miglior ricordo di sè. Raoul Bilancini dell'Università di Roma

Persone citate: Raoul Bilancini