Gli ingenui

Gli ingenui SI dice che l'uomo sia ingenuo e la donna no; o meglio ch« nella perenne lotta dei sessi l'uomo sia quasi sempre il raggirato. E' una di quelle massime o sentenze generali che si possono ad ogni occasione capovolgere. E' certo tuttavia che la donna più scaltra artifiziata e furba conserva una certa apparenza di candore, nel quale ella stessa crede, e che la soccorre^ e favorisce. Ma la donna è più vicina alla natura, è più istintiva; e l'istinto è ambiguo, polivalente, ingannatore. L'uòmo si affida alla ragione, fa il cinico ma si appella al cuore; a quell'ampiezza e sconfinatezza del cuore che è il mistero stesso della vita. Può sembrare paradossale: ma quel che si dice «sentimento », nell'uomo dura oltre la media ragionevolezza; nato dall' irrazionale, nell' irrazionale vigoreggia resiste si difende. Poi gli tocca morire, come a tutte le cose: ma si è battuto bene, con lealtà. Ascoltando qualche sera fa L'amo di Fenisa di Lope de Vega portato sulle scene da Evi Maltagliati attrice gentilissima, e osservando come e con quanto verismo celato nella magniloquenza l'antico poeta trafiggeva il vizio dell'uomo, ridevole e miserando: la sua spontanea credulità, la facilità a intenerirsi, la prontezza a donare tutto di se, quel far dell'amore una cosa grande (mentre la maliarda lo alletta e morbidamente lo assassina), ascoltando alcune pagine della commedia leggiadra e feroce, ci venne fatto di pensare che forse sì, la felicità amorosa dell'uomo (e sia pur egli :1 più gagliardo e spregiudicato) è proprio in quell'adorazione senza ritegno. Non è vero che la natura sia prodiga sino all'eccesso e alla follia, e lo spirito contenuto e controllato; è vero il contrario che la natura va cauta, guardinga, sempre pronta alla difesa e all'inganno, seduttrice fuggevole, mentre lo spirito non ha limite, lui che si butta all'infinito, che non sa frenare il suo bisogno d'amore. Accettando dunque che la donna sia soprattutto « riàturale », specchio e strumento di natura, e l'uomo governato e mosso dagli argomenti dello spirito, la biblica malizia femminile, la maschile arrendevolezza sono facilmente spiegabili. Il sedotto, biblicamente parlando, sarebbe sempre l'uomo. E poi l'uomo è forse più, e veramente poeta; non che si ripeta qui la frase del Carducci che ai preti e alle donre sia vietato far poesia; ma in quell'altro senso, di saper vivere in uno stato poetico, in un'atmosfera di srgno, in un incanto. Poeti e ingenui. Cinici si dicono, poeti sono. George Sand, che era con Musset, incontrò un giorno Stendhal su di un battello a vapore, e n'ebbe una sgradita impressione. Così sarcastico, così canzonatore! La Sand concludeva: Mais je ne crois pas qu'il fùt viéchant; il se dormati trop de peine polir le parahre. Ah buona donna, maestra nel far patire gli uomini, e che di uomini s'intendeva. Aveva dunque intravisto il doppio fondo di quell'acre posatore, di quel finto scettico, che s'era dedicato ad una crudele, settecentesca analisi del cuore umano, ma che inaspettatamente giungeva à ce point d'èmotion où se rencontrent les « sensations célestes »... En sortant de Santa Croce, j'avais un battemern de coeur, ce qu'oji appelle des nerfs à Berlin; la vie était épitisée chez nidi, je marchaìs avec la crainte de tomber. Eccola, la testa forte, il cavaliere dell'ideologia acuminata e maligna, il nuovo Machiavelli salottaio, che sapeva come si conquista il mondo la donna la società, eccolo avec la crainte de tomber. Sempre, di fronte all'amore, l'autore dell'alambiccato e delizioso De l'Amour, era un fanciullo patetico, un giovanetto appassionato, con il cuore in tumulto. Il suono secco, il fremito lungo, misterioso della sua frase breve e segreta nascono di li, da quella sua ingenuità perenne. Ragazzo, uomo, diplomatico, viaggiatore, romanziere avido di vita di piacere d'eleganza, talvolta piccino di mente, spesso sublime d'arte e di fantasia, anatomico perfetto, la in le Rouge et le Noir, narratore ariostesco nella Chartreuse de Parma, annotatore innumerevole di fatti veri o immaginari, scrittore dal quale non ti liberi più, Stendhal che ha inaugurato la pazzia dell'io divoratrice del nostro tempo, questo esteta magnifico, sprezzante, spietato, era nei suoi amori (delicati amori) un ingenuo totale. Que de suc- cet manques! scrisse in un momento di quasi divina malinconia. — Que d'humiliations recues! Mais si j'eusse été habile, je serais dégoàté des fenrmes jusqu'à la nausee... Au lieu de cala, dans tout ce qui tuuche ttux jemmes, j'ai eu le bonheur Gli ingenui q n . o , à , a a . , r e o o lieve. Ci piace e lo amiamo e lo rileggiamo, perchè era un grande romantico. La malignità settecentesca gli era un modo di impegnare se stesso e incuriosire il lettore; ma il modo di intrattenerlo, il lettore, di farselo amico, fratello, lo trovava in quel tremendo e angelico senso d'amore. Ingenuità di ogni uomo che ami. Novelle e commedie antiche ne furono piene, per burla; ne sono pieni i libri di Stendhal, con nostalgia. Ritorniamo ai Souvenirs d'égotisme, a Brulard, al Journal. Casanova? Si disse anche ch'egli fosse l'autore, falsario, delle Memorie di Casanova. Possibile? Astuzie, colpi di mano, libertinaggio: forse che le Memorie dell'avventuriero sono un libro d'amore? Gli uomini sono ingenui soltanto se amano; ingannati, canzonati magari, e pur tutti vivi in una freschezza che ha irrorato di poesia il mondo. Francesco Bernardelli lllllMllllllllllMirHIH tlIMilltIMIIIl Hill cTitre dupe camme à vent-cmq ans. Questo l'uomo presentato dai manuali di letteratura, e dai moralisti, come un mostro, un maestro d'iniquità, uri cinico dissociatore e distruttore dell'idea e del fatto stesso dell'amore. Questo l'individuo fatuo, brillante, divertente e un po' odioso che diede sui nervi alla Sand, la mangia'trice d'uomini. Tremava, il buon uomo, all'avvicinarsi della donna amata, ne portava con sé l'immagine, dolorosa e beata e straziata, segretissima presenza-assenza, in città lontane, grigie e tristi. E cercava magari altre donne, facili, compiacenti, ma la sua fantasia si affievoliva in una distanza senza tempo. Stendhal ingenuo. Se Stendhal ci affascina ancora, e con sì gran forza, non è per le sue analisi sottili, per le sue snobistiche trovate, è per il suo desiderio perenne, per la passione sconfinante, per il sogno IIIIIlMIIIlliMllllllMIIMIIMIinillMIIIMUIllllinil

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