Una donna uccide con una coltellata il marito al cuore

Una donna uccide con una coltellata il marito al cuore Davanti alla figlia in una povera casa di Venaria Una donna uccide con una coltellata il marito al cuore Un aspro litigio - L'uomo, estratta la lama, dice: "Vado dai carabinieri,, - Si accascia sulla soglia e muore - La vittima lavorava alla Fiat-Aeronautica - Arrestata l'uxoricida Venaria, 3 dicembre. Verso le 20fi0 di ieri sera, nel centro di Venaria, le persone che a quell'ora transitavano in via Trucchi videro un uomo stramazzare dalla bicicletta e rimanere esanime al tuolo. Convinti che il poveretto fosse stato colpito da un malore, oppure che avesse perduto l'equilibrio perchè ubriaco, i passanti gli si avvicinarono per soccorrerlo. Ma appena tentarono di sollevarlo da terra, si ritrassero inorriditi: l'uomo aveva la giacca e la camicia inzuppate di sangue, e una larga chiazza ver¬ li 1111 ! Il ! 1 i i [ 1 i C r 1 [ 1111M111T1Mi ! [ I j ! 11 ! 11t 111 II i 111 miglia stava allargandosi intorno al suo corpo. Ritenendo che si fosse ferito nella caduta, urtando contro un coccio di vetro o altro oggetto tagliente, bussarono alla porta di un medico che abita al numero 37 della stessa via. Il medico, il dottor Casalegno, scese constatò che le condizioni dello sconosciuto erano allarmanti e provvide a farlo trasportare al- vicino ospedale. Durante il tragitto, l'uomo riapri gli occhi, rantolò: « £' stata mia moglie... », poi reclinò il capo. Quando i medici 1111111 [ 111111II [ I ] 11 ] 11 ! MI ! M1111! 11 11 111111 [ I M11 i [ i dell'ospedale lo adagiarono sul lettino dell'ambulatorio per visitarlo, si accorsero di avere tra le mani un cadavere. Il poveretto aveva una profonda ferita all'emitorace sinistro, prodotta da una lama che aveva raggiunto il cuore causandogli la morte per dissanguamento Pochi minuti prima, si era svolta in via Pavesio 36 una tragedia fam.liare, che aveva avuto le terribili conseguenze che abbiamo detto. In due stanze al pianterreno, che danno sul cortile, viveva il quarantanovenne Giuseppe Bettiol — oriundo della provincia di Rovigo e fattorino presso l'Acritalia — con la moglie Letizia Casini, di 43 anni, e con i figli Giovanni, di 20 anni, Aldo di IH e Anna Maria, di 14. Un quarto figlio, Natalino, di 22 anni è attualmente soldato a Civitavecchia. I due giovani sono occupati come operai, e anche la donna fino a qualche tempo fa aveva lavorato, alla Snia, ma in seguito ad una malattia al .fegato era stata costretta a licenziarsi. Per guadagnare qualche cosa si recava presso alcune famiglie a sbrigare le faccende come domestica ad ore. Ma non consegnava al marito i proventi di questa sua attività, e l'uomo mal sopportava un simile stato di cose. Frequenti le liti, alle quali non erano estranei — a quanto sembra — i sospetti del Bettiol sulla fedeltà della consorte. Ieri sera, poco dopo le 20, nell'abitazione dei Bettiol scoppiò una delle solite scenate. I figli Giovanni e Aldo erano già usciti per andare a giocare alle carte con gli amici in un vicino bar. Seduti attorno al tavolo — ancora apparecchiato, perchè avevano appena finito di cenare — erano i due genitori con Anna Maria. Corse qualche parola concitata, la disputa si fece aspra, e ad un tratto l'uomo, esasperato, afferrò la bottiglia del vino e la sbattè sul viso della moglie. Non le fece gran danno, evidentemente. Perdendo a sua volta il lume della ragione, la Casini impugnò allora un coltello da cucina, che giaceva sul tavolo, e si alzò dalla se dia in atteggiamento minac doso. Non aveva però l'intenzione di immergerlo nelle carni del marito, ma voleva soltanto impaurirlo e impedirgli di avventarsi contro di lei per percuoterla: questa la versione dell'uxoricida, che i carabinieri dovranno confermare o contestare nel corso dell'inchiesta. Il Bettiol. anziché ritrarsi, balzò verso la moglie per disarmarla. Fatalità volle che, scivolando su un pezzo di polenta caduta a terra durante il tafferuglio, piombasse sulla punta del coltello puntato con¬ tro il suo stomaco. Un urlo, poi l'uomo si rialzò pallidissimo, premendosi le mani sul cuore per arrestare il fiotto di sangue che era subito zampillato dalla ferita. La ragazza, che aveva assistito impotente e spaurita al litigio e alla sua tragica conclusione, alla vista del sangue fuggi gridando, corse ad avvertire i fratelli di quanto era successo. La Casini restò inebetita al proprio posto, tenendo ancora in pugno il coltello insanguinato. Giuseppe Bettiol ritenne che la ferita non fosse grave, e con stoicismo impressionante lasciò l'alloggio dicendo alla moglie che sarebbe andato a denunciarla ai carabinieri. Appoggiata al muro del cortile c'era la bicicletta: vi sali e pedalando lentamente si diresse verso la caserma, imboccando via Pavesio e svoltando poi in via Trucchi, fino a quando le forze gli mancarono e precipitò dalla bicicletta, ormai in fin di vita. Mentre il Bettiol veniva trasportato all'ospedale, qualcuno segnalava l'episodio ai carabi- nieri, che si recarono nell'alloggio della vittima per i primiaccertamenti. La Casini non .si era mossa, e si lasciò arresta- re senza opporre resistenza. Piangendo, raccontò i particolari della tragedia, insistendo sull'involontarietà del crimine. H coltello del delitto ancora sul tavolo neUa tragica cucina Letizia Casini iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Giuseppe Bettiol

Luoghi citati: Civitavecchia, Rovigo, Venaria