L'assassino del vice sindaco condannato a quattordici anni

L'assassino del vice sindaco condannato a quattordici anni La Corte d9 Assiso «l'Ivrea accoglie le richieste del P. Jf. L'assassino del vice sindaco condannato a quattordici anni L'imputato è rimasto impassibile - La vedova dell'ucciso sviene fra le braccia dei congiunti (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 12 novembre. Carlo Varello è stato condannato a H anni di reclusione per omicidio volontario di Domenico Berta, con l'esclusione dell'aggravante dei motivi futili e la concessione dell'attenuante della seminfermità mentale; a 15 giorni di reclusione per porto abusivo di fucile da caccia; e a h mesi di reclusione per violenze e oltraggio ai carabinieri. Gl\ sono stati concessi tre anni di condono, ma dopo scontata la pena ne dovrà trascorrere almeno tre in una casa di cura. E' stato inoltre condannato a risarcire i danni alla parte lesa, alla quale viene intanto assegnata una provvisionale di 1X0 mila lire. Egli ha ascoltato la sentenza con la sua consueta espressione assente, mentre la vedova Berta si asciugava le lacrime e usciva dall'aula sorretta dai figli. Sono state accolte integralmente le richieste che que- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii sta mattina il P. Af. Cordoneaveva formulato al termine della sua requisitoria. Prima del magistrato aveva preso la parola il patrono di P. C, dvv. Giordano. Egli aveva premesso che avrebbe parlato senza odio, come senza odio la vedova e i figli di Berta si erano presentati alla Corte, pur essendo profondamente convinto che a sparare quel col¬ po mortale contro Domenico] Berta sia stato proprio Carlo Varello. i L'avvocato ha svolto la sua arringa attaccando principal- : mente la perizia psichiatrica.':Essa sarebbe stata compiuta]con particolare indulgenza, pur ] giungendo alla conclusione che'il Varello era da considerare ! pienamente responsabile al momento del fatto di cui era accusato; però non lo era, per la scossa emotiva ricevuta, quan do si abbandonò alle violenze'.tila caserma. Analizzati e messi in rilievo | ^ vari punti dell'accusa, l'avv. Giordano ha concluso chieden do che la Corte riconoscesse tresponsabile l'imputato dei rea- ti addebitatigli e lo condannasse a una pena adeguata e al risarcimento dei danni, con una provvisionale di mezzo milione. Minuziosissimo è stato l'esame degli elementi accusatori, compiuto dal P- M. Cordone. Egli ha spiegato che con la stessa serenità d'animo con la quale, durante la prima istruttoria, chiese il proscioglimento del Varello per insufficienza di prove, ora ne avrebbe chiesto la condanna essendosi meglio affermate le prove della sua colpevolezza. Quel suo primo convincimento era fondato sulla perizia psichiatrica, nella quale la tremenda testimonianza accusatrice di Guido Varello viene considerata inattendibile a causa della meningite di cui egli soffri da bambino. Ma dopo aver visto Guido Varello, dopo averlo sentito, dopo averlo controllato nel sopraluogo di ieri, si è convinto che egli è un uomo sicuro di sè e di quanto riferisce, ed è un testimone validissimo quando afferma di aver visto u fratello fuggire dopo avere sparato al Berta. Soltanto Carlo Varello può aver commesso il delitto, forse per un'inezia che nella sua mente egli ha ingigantito. Suo era il fucile, è stato itti a caricarlo, è stato lui a spararlo. Egli mente quando nega tutte le circostanze che lo accusano, e mente anche quando afferma che i carabinieri lo hanno seviziato. Il magistrato ha concluso chiedendo la sua condanna nella misura che la Corte ha accolto totalmente, ] Al pomeriggio ha preso la parola il difensore, avv. Cha i bod. Ha pronunziato un'arrin- pa lucidissima, avvincente; ed : in più d'un punto, convincente, ':Nelle sue argomentazioni, i ]fatti naturalmente sono stati ] esaminati sotto una luce dì'versa da quella con la quale ! erano stati presentati dai due precedenti oratori I suoi rilievi sono andati principalmente alla testimonianza di Guido Varello. Egli '.non è attendibile, ha afferma to l'avvocato, non soltanto per | la meningite, ma perchè è chiaro die dice il falso. In un primo tempo affermò di aver trovato il fucile dopo averlo cercato su inulto dei carabinieri. Al processo è venuto a dire che fu il fratello a indicargli il luogo dove l'aveva nascosto. Ma è credibile un Carlo il quale intimi al fratello di non parlare minacciando d'ucciderlo, e poi gli riveli dove ha nascosto l'arma del delitto? Alcuni testi, ha continuato l'avv. Chabod, hanno sentito lo sparo alle 19,45. Ma come può averlo sentito Guido, se a quell'ora si trovava a Valpergaf Affermò che le luci della cascina erano spente, mentre invece erano accese. In una prima versione disse ,dt avere sentito il colpo a SO metri dal prato; si mise a correre e vide il fratello. E come mai non vide anche il Berta, che percorse parecchi metri prima di cadere? Ieri al sopraluogo ha dato una versione diversa. E allora, o ha mentito nella prima o ha mentito nella seconda. Ma la verità è ohe non ha visto nulla, e che ha mentito sempre. L'oratore ha concluso chiedendo una sentenza di completa assoluzione. Come si è visto, la Corte — che si è ritirata in camera di deliberazione alle 1645 e ne è uscita alle 20,10 — è stata di parere diverso. Il difensore ha dichiarato che presenterà appello. Giuseppe Faraci ((111111111111 11 111111)111! ! 11111 i 11111111111111! 11111! 111 L'omicida Carlo Varello

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