Il medico può fare rivivere avvenimenti che abbiamo dimenticati di Angelo Viziano

Il medico può fare rivivere avvenimenti che abbiamo dimenticati MIRABILI SCOPERTE JPEJL CANADESE WILDER PEJVFIELD Il medico può fare rivivere avvenimenti che abbiamo dimenticati Una conferenza a Pisa dell'illustre neurologo - La "corrente,, del pensiero registrata sui centri cerebrali (Dal nostro inviato speciale) Pisa, 11 novembre. Gran numero di medici, intervenuti da varie parti d'Italia, ha affollato oggi la Clinica chirurgica universitaria, portata a nuova luce dalla encomiabile fattività del suo direttore, prof. Trivellini, presidente della Società medicochirurgica di Pisa. Ne è stato richiamo una conferenza di eccezione dell'insigne neurochirurgo canadese prof. Wilder Penfield, presentato dal prof. O. M. Fasiani, presidente della Società italiana di neuro-chirurgia. Il tema era suggestivo: < La registrazione permanente della corrente della coscienza». Molti anni fa avveniva a Napoli un fatto curioso. Nella clinica otorinolaringoiatrica era ricoverata una giovane donna affetta da una malattia dell'orecchio per cui si rese necessario un intervento chirurgico che, attraverso l'osso temporale, arrivò a mettere a nudo un piccolo lembo di cervello, tanto da poter riscontrare ed operare una vasta cavità ascessuale nel tessuto cerebrale alquanto profonda, ed il cui orifizio si apriva in corrispondenza della prima circonvoluzione temporale. Nulla di singolare sin qui. Il curioso avvenne poi: ogni qualvolta la paziente veniva medicata, mediante uno zaffo di garza ben stipato nella breccia operatoria, ripeteva sistematicamente per un numero infinito di volte il noto ritornello: « E tu biondina - capricciosa garibaldina - Trulla Uà - tu sei la stella - .di noi so/dà». Tolto lo zaffo compressivo l'amma¬ z lata tornava tranquilla. Logico fu pensare — come annotammo in allora su queste stesse colonne — che il fenomeno fosse dovuto ad una eccitazione cerebrale fornita dalla compiessione della garza. La ripetizione fedele dello stesso motivo musicale, in seguito ad eguale eccitazione meccanica praticata sulla stessa zona della corteccia del cervello, indusse peraltro il medico curante, dottor Sant'anelli, a riconoscere una funzione specifica di quegli elementi nervosi stimolati, data la specifica reazione con cui essi rispondevano invariabilmente al medesimo stimolo. Nacque così l'ipotesi di un particolare centro di deposito dei ricordi musicali, in rapporto a fibre associative collegantilo col centro dei canto. Tutto ciò nel pieno campo di quel settore del cervello, il lobo temporale, in cui doveva poi sempre meglio riconoscersi la sede della memoria ad opera di Wilder Penfield. Questa vecchia osservazione, forse troppo presto obliata, torna prepotentemente d'attualità ora che proprio l'insigne neuro-chirurgo canadese in un rapido periplo europeo — a Londra ed a Parigi nei giorni scorsi) oggi a Pisa e posdomani a Marsiglia — va esponendo gli ultimi ed estremamente interessanti risultati della sua^ continua illuminata opera di esploratore, millimetro per millimetro, della corteccia temporale, e le sue ricerche e deduzioni, mentre completano la mappa dei centri cerebrali, aprono la via alla conoscenza della localiz- zazione del « sentiero della coscienza», come lo chiama Penfield. Nei casi clinici di cui egli ha parlato nella sua relazione numerosi, infatti, figurano quelli nei quali al tocco magico della sua bacchetta esploratrice I un elettrodo stimolatore) su determinati punti della grigia coltre temporale, naturalmente a cranio aperto, il paziente, disteso sul lettino operatorio, risponde con un'allucinazione psichica che gli fa rivivere non solo avvenimenti visivi, ma un qualcosa di musicale. Un'ammalata, ad esempio, riecheggia un canto infantile od una « marcia di guerra dei preti » — com'essa si esprime — e la canterella correttamente; un'altra inferma ode un'orchestra e ne ripete l'aria accompagnando in tal modo la musica, col tempo stesso presumibile dell'orchestra che i presenti non odono; un'altra ancora afferma che un fonografo suona e ne canterella il motivo. <E' gente che riode e rivive momenti, esperienze, del passato, non soltanto li ricorda », dice Penfield; il quale è giunto ormai a dimostrare che nei lobi temporali, di destra e di sinistro, non è una memoria semplice che alloggia, ma un archivio di film, non di semplici fotogrammi, cioè un archivio di pellicole con relativa colonna sonora, pronte per un appropriato stimolo a svolgere un avvenimento del passato, come lo si può rivivere palpitante ed a tinte chiarissime nel sogno, pur essendo il paziente conscio del posto ove si trova in realtà. Soìio frammenti riattivati di tutto quanto è stato ritenuto in un passato lontano, che dimostrano l'esistenza nel cervello temporale di un sistema di registrazione del fluire del pensiero, e molti non verrebbero alla ribalta col semplice sforzo volitivo di memoria. Ci ha detto Penfield: « Tra milioni e milioni di cellule nervose, che rivestono certe parti del lobo temporale di ciascun lato corre un filo. E' il filo del tempo, il filo che si è andato svolgendo attraverso tutte le ore della vita vigile dell'individuo. Pensate a questo filo come ad una via composta di un' interminabile sequenza di cellule nervose, con le fibre e le 'giunture. Quando l'elettrodo attiva una parte di questo filo si ottiene una risposta, come se il filo fosse una pellicola cinematografica, su cui siano registrate le cose delle quali l'individuo fu conscio una volta. Il film del tempo scorre solo all'avanti, anche quando vien fatto risorgere dal passato; per cui durante la stimolazio ne l'esperienza di nictrascorso .procede in avanti,|mi giorno I non è possibile arrestarla, nè volgerla all'indietro. Come bruscamente iniziò, si ferma di botto quando la stimolazione s'interrompe ». Perchè lo stimolo elettrico provochi la risposta psichica — che non è un semplice movimento od una pura sensazione — le cellule nervose locali debbono trovarsi in stato di iperirritabilità; come nei pazienti esaminati dal Penfield, soggetti epilettici, sensibilizzati. Già, perchè s'intende l'autorevole neuro-chirurgo quei crani ha aperti solo per ragione di cura: estirpare il focolaio di un'epilessia che non è la solita forma convulsiva, ma si estrinseca sovente mediante improvvise anomalie di condotta o con stati confusionali mentali. Ed è peregrinando con l'antenna elettrica alla ricerca del punto responsabile che si è incotitrato con le risposte rievocatone dei suoi pazienti. Ad estirpare zolle di lobo temporale, evidente sede della memoria, non c'era dunque risphio di abolirla per sempre negli operati f No, perchè essendo il meccanismo nervoso, che conserva l'annotazione delle esperienze, presente in duplicato nella corteccia temporale dei due emisferi del cervello, il sano va in soccorso dell'altro amputato. Ma, secondo Penfield, v'ha di più. Un archivio potrebbe trovarsi in una speciale regione dell'encefalo (ippocampo); oppure più probabilmente il vero congegno registratore è situato in parti più centrali J, .^17— ,A j — . . del cervello, là dove sono io più strette connessioni funzionali con le regioni eccitabili dei lobi temporali; i quali, allora, funzionerebbero come la tastiera di un pianoforte invisibile. Comunque, si può concludere con l'illustre Penfield che nella corteccia temporale stanno le chiavi dell'attivazione del sistema che fa rifluire il pensiero. Angelo Viziano

Persone citate: Trivellini, Wilder Penfield

Luoghi citati: Italia, Londra, Marsiglia, Napoli, Parigi, Pisa