"Cinerama,, e compagni

"Cinerama,, e compagni IETRO LO SCHERMO "Cinerama,, e compagni Durante una breve scappata a Londra, mi sono cavata anche la voglia di vedermi il < Cinerama », che vi era da non molto tempo arrivato dopo quasi due anni di strepitosi successi a New York. Quando infatti si stava ancora e soltanto parlando di schermi di maggiori dimensioni, di film in rilievo con o senza occhiali, di quei diversivi tecnici, insomma, che comunque potessero riportare nelle sale americane quella buona parte di spettatori che ne erano stati distolti dal casalingo specchietto televisivo, ecco d'un tratto scoppiare la bomba spettacolare del « Cinerama », il primo passo concreto per farla una buona volta finita con la solita proiezione sul solito schermo. Da allora in poi, tra formati panoramici e cinescopici, i tentativi si sono susseguiti, sono giunti anche da L'esperimento più audace e sconcertante - Tre film proiettati contemporaneamente con altoparlanti disseminati per tutta la sala - Strane conseguenze di certi effetti - Un'altra alternativa per Venezia e Cannes - Il nuovo film di Chaplin - Honegger interpreta se stesso noi; ma il < Cinerama » era certo stato l'esperimento più impegnativo, audace e sconcertante, al punto da costituire un sorprendente spettacolo di per se stesso. Si va infatti al « Cinerama > per andare al < Cinerama », non vi si vede nessun film vero e proprio, ma un'ora e mezzo di frammenti sperimentali. Di impianti del genere ne esisteva uno solo, quello di New York;.ora ce n'è un air troì in tournée. In queste settimane fa sterline su sterline a Londra, dovrebbe poi trasferirsi a Parigi. E' un procedimento pot-pourri, che cerca di rispondere, alla sua maniera, alle più diverse esigenze affacciatesi in questi ultimi tre anni. Il solito schermo è piccolo f Eccone uno più che triplicato. Volete l'illusione del rilievo t Eccovela, press'a poco, incurvando notevolmente 10 schermo. Visione a colorii E adoperiamo la tricromia. Effetti stereofonici? E gli altoparlanti si sprecano, davanti, ai lati, dietro gli spettatori. Questi finiscono per sentirsi come abbracciati, dalle visioni e dai suoni; più che uno schermo è una semi-arena, d'una vastità visiva davvero enorme; e il complessivo risultato spettacolare è, alla grossa, quasi impressionante. Ma c'è sempre un però. La proiezione, sullo schermo incurvato, non si ha da un'unica fonte, ma da tre cabine di proiezione, ciascuna delle quali proietta un fotogramma corrispondente a un terzo del quadro. Di qui, anzitutto, l'impossibile perfetta giunzione lungo le due linee verticali di divisione. Ballonzolano, ondeggiano, e quando qualcosa in un movimento passa dall'uno all'altro terzo del quadro, subisce, su quelle lince verticali, strane deformazioni. In più, sempre su quelle linee, le visioni prospettiche si flettono come su invisi&iii cerniere, subiscono varianti enormi, il profilo di un molo è orizzontale soltanto nel terzo centrale del quadro, negli altri due terzi scappa via, con bella simmetria, in due opposte diagonali. Al punto che lo spettatore, dopo un po', istintivamente si sofferma su una delle tre porzioni, lasciando le altre alla loro funzione di sfondi intravisti, complementari. I brani presentati sono naturalmente effettistici; e di un effetto fin troppo probante è l'ultima mezz'ora di spettacolo. I tre apparecchi di simultanea ripresa sono stati posti su di un aereo; e questo sorvola la regione, del Gran Canyon, sfiorando cime e creste, infilandosi per i corridoi di strette vallate, infilando gole anguste, prodigandosi in virate da togliere il respiro. Ora chi è su di un aereo, anche in una strettissima virata, vede le ali inclinarsi fino qTasi sulla verticale, ma non ne ha nessun disagio, perchè il suo sedile si inclina in proporzione, e una unica forza, credo la centrifuga, tutto domina e regge. Al « Cinerama », invece, le ali dell'aereo si inclinano, ma lo spettatore se ne sta sulla sua poltroncina, ben fermo, orizzontale; e se è un po' sensibile ne ha violenti contraccolpi gastrici, in una vaga non euforia di nausea addirittura. Insomma, ci doveva capitare anche questa: di desiderare, e con le viscere, che sullo schermo la visione di un volo finisse. E' certo un risultato notevole, per il progenitore dei nuovissimi sistemi. Naturalmente, con tutti i perfezionamenti del caso, può darsi che 11 « Cinerama » abbia un ottimo avvenire; per ora appare quello che è: una specie di circo equestre tecnico-cinematografico, piuttosto divertente, alquanto emozionante (anche per l'apparato gastrico), dove la fanno da «numeri» i'Aida alla Scala e Piazza San Marco, le cascate del Niagara e il Gran Canyon. Se gli sforzi della migliore produzione cinematografica dovessero intanto ed- esclusivamente rivolgersi verso « Cinerama » e compagni, le possibilità d'arte del cinema tornerebbero a una loro provvisoria infanzia, soggiogate e costrette dalla nuovissima tecnica e dai nuovissimi « procedimenti ». * * Una notizia che tocca assai da vicino Venezia e Cannes. La Federazione Internazionale dei produttori aveva deciso a Stoccolma di riconoscere d'ora in poi una sola competizione con premi e giuria; più semplicemente la Mostra di Vene zia e il Festival di Cannes sarebbero dovuti diventare bien nali, alternandosi l'una all'altro ogni anno. Ora, date le resistenze incontrate, la stessa Federazione dà ancora il suo placet per il 1955 a entrambe le manifestazioni; che, per ottenere tale placet, dovrebbero però obbligarsi a diventare biennali con il 1956. — Iniziatosi nel 1953 Città senza gloria, e poi rimasto sospeso, lo stesso film ha ripreso la sua lavorazione ed apparirà con il.titolo Addio Napoli; fra gli interpreti Tamara Lees, Andrea Checchi, Giorgio Di Lullo e Charles Fawcett. — Protagonista, sceneggiatrice e regista sarà Emma Gramatica della nuova edizione 'de La vecchia signora, che nel 1932 Amleto Palermi diresse con la stessa Gramatica. Madama Butterfly, una produzione italo-giapponese per la regìa dì Gallone, sarà una traduzione cinematografica dell'opera pucciniana, con un prologo di alcune danze di Kaouru Yachigusa (Cio-Cio-San) e di un monologo di Nicola Filacuridl (Pinkerton). — Fine d'estate (del 1943) rievocherà la crisi di quei giorni, regìa di Francesco Maselli, fra gli attori Isa Miranda, Lucia Bosè, Jean Pierre Mocky e Ivy Nicolson. — E' morta a Tivoli, a settantatrè anni, Mary Cleo Tarlarini, una nostra attrice, allora notissima, del film muto. * * Dovrebbe essere ormai confermata la notizia che il prossimo film di Chaplin s'intitolerà Il buon re. Lo diciamo al condizionale perchè troppe volte il creatore di Charlot, tra un film e l'altro, ha quasi autorizzato le notizie più contraddittorie. Certamente in perfetta buona fede perchè l'animo suo d'artista è parecchio tormentato e sovente, anche per settimane, segue o insegue questo o quel disegno di film. Il buon re, da quanto risulta da p. ecise indiscrezioni, dovrebbe essere un buono e bonario monarca, impensierito soltanto dei benessere (una volta si sarebbe detto della felicità) dei suoi sudditi. Tale benessere dovrebbe essere garantito da un largo e pacifico uso della nuovissima, strapotente energia, quella atomica, che dovrebbe garantire al reame una perpetua, feconda estate. Ma u buon re si troverà in conflitto con il sua primo ministro, ben altrimenti intenzionato su gli usi dell'energia atomica; alla fine sarà spodestato; e costretto a rifugiarsi in Svizzera, dove tenterà di diventare un uomo qualunque. La vedova di Alfonso XIII dt Spagna, Vittoria Eugenia, avrebbe dato a Chaplin parecchie informazioni sulla vita di sovrani in esilio; si ignora chi abbia 'potuto fornirgliene su primi ministri et similia. * * Anche la Jugoslavia avrà il suo Festival, a Ragusa, dal 20 maggio al 5 giugno del prossimo anno. — Il più grande schermo del mondo inaugurato a Norimberga, 312 metri quadrati; alla prima proiezione, all'aperto, hanno assistito, dalle loro automobili, alcune migliaia di spettatori. — Arthur Honegger è l'interprete di se stesso in una sua biografia cinematografica, regista Georges Rouquier. — Si proiettano in questi giorni a Parigi dieci film italiani. — La bella Otero, per la regìa di Richard Pottier, ha voluto tre mesi di riprese, con Maria Felix, Maurice Tegnac, Paofo Stoppa, Umberto Melnati e Jacques Berthier. — Dopo Gli uomini preferiscono le bionde era inevitabile che si pensasse a Gli uomini sposano le brune; bruna impavida sarà Jane Russell, fra Jeanne Crain, Rudy Vallee, Scott Brady e Alan Young, regista Richard Sale. — Era crescente la crisi delle sale cinematografiche francesi, dal 1947 il numero degli spettatori andava lentamente ma cocciutamente declinando; ora le statistiche definitive per il 1953 danno una sensibile ripresa, da 356 milioni dì spettatori per il 1952 a 369 milioni per il 1953. — Il primo attore, quasi involontario, quasi inconscio, che il cinema abbia avuto, è stato decorato della Legion d'Onore, a Lione; si tratta di Monsieur Doublier che apparve come giardiniere nella primissima < comica » dei fratelli Lumière, L'inaffiatore inaffiato. * * Troppa modestia. — Anna Magnani è giunta a Hollywood per interpretarvi un film, e ha naturalmente dovuto subire interviste su interviste; ma si è limitata a rispondere: < Non riusciranno mai a fare di me una diva, il volerlo tentare sarebbe una inutile perdita di tempo. Sarte, sarti e abiti non m'interessano; e, per quanto riguarda miei romanzi o romanzetti d'amore, purtroppo non ne ho ». m. g.