Un colonnello e tre impiegati accusati di vendere esoneri

Un colonnello e tre impiegati accusati di vendere esoneri Serrato dibattito fra 5 imputati sui banchi del Triboliate Un colonnello e tre impiegati accusati di vendere esoneri L'ufficiale respinge le accuse • Processato anche chi pagò per ottenere il favore: "Speravo di sdebitarmi con due capponi, mi chiesero 300 mila lire,, - Le richieste del P.M. La seconda sezione penale del Tribunale (Prcs. Bruno, P. M. Ribet, cane. Sacco) ha iniziato ieri mattina il processo contro il tenente colonnello Alfredo Fiacchetti dell'Ufficio Leva di Torino, e contro tre impiegati comunali ed un contadino accusati, i primi quattro, di avere ricevuto denari per esentare alcuni giovani dal servizio militare e l'ultimo di avere sborsato 300 mila lire quale compenso dell'esonero ottenuto per il figlio. Gli imputati sono: Francesco Stuardo, di 41 anno, impiegato all'ufficio leva di Torino; Giulio Marocco di 52 anni, impiegato al Comune di Chicri, già addetto, per parecchi anni, all'ufficio leva di quella città; Arturo D'Elia di 57 anni, commesso comunale a Vinovo; Bartolomeo Quaglino di 67 anni, contadino abitante a Nichelino. Le indagini condotte dai cara- t [ ! 1 ! I [ M11111 ! I ! 1 111 ! M1111 ! i ) iMIF1111M11 ! I i b 1 ! 11 binieri e conclusesi con una precisa dcFiuncia, furono originate da voci, che si erano diffuse nel dicembre dello scorso anno e secondo cui a Nichelino, Chieri e Vinovo era facile ottenere l'esenzione dei coscritti dal servizio di leva; bastava disporre di qualche centinaio di biglietti da mille; semplice anche il motivo per giustificare il provvedimento: l'impossibilità del padre del giovane chiamato alle armi di badare da solo ai lavori dei «ampi. Lo Stuardo, tratto in arresto, ammise di avere avuto dal D'Elia 100 mila lire qual compenso del suo interessamento per il figlio del Quaglino; ammise anche dj essersi fatto dare o promettere denari da altre persone come prezzo della sua mediazione verso pubblici ufficiali per la definizione favorevole delle pratiche di esonero dei loro figli. Anche D'Elia confesso; disse però che fu il Quaglino a dargli ri denaro, senza che egli lo chiedesse. Aggiunse che, ricevute le 300 mila lire, 100 ne tenne per sè, 100 le diede allo Stuardo e 100 al ten. col. Fiacchetti. L'ufficiale respinse l'accusa. Il Marocco confessò; disse di essersi preso cura di alcuni «casi» (cinque, complessivamente) i di avere ricevuto somme notevoli (310 mila lire e una cassetta di liquori, secondo l'accusa) quale compenso del suo interessamento. In udienza il ten. col. Fiaschetti interrogato ha respinto con calore ogni accusa. « Non ho mai parlato con il D'Elia, non ho mai ricevuto denaro nè da lui nè da altri » ha detto. Poi ha aggiunto: «La com missione provinciale di leva concedeva gli esoneri in base ai referti medici e alle informazioni dei carabinieri. Bisognerebbe credere allora — poiché il Quaglino fu esentato — che anche essi fos scro complici, che anch'essi s fossero fatti corrompere ». Prea. — Perchè il D'Ella vi accusa? Imp. — Non so spiegarmelo. Il D'Elia ha invece confermato la sua versione. Pres. — Avete fissato voi le cifra di 300 mila lire? Imp. — No. Il Quaglino mi compensò con quella cifra senza che io gli chiedessi nullo. Rlten ni giusto dividerla in parti uguali con il col. Fiacchetti e con lo Stuardo. Quaglino — Non è vero. Io speravo di sdebitarmi con un paio di capponi. Fu un vero colpo per me quando invece D'Elia mi chle se quella somma! Lo Stuardo ha detto di non ri cordare bene l'episodio Quaglino. « Può darsi — ha aggiunto — che abbia informato il D'Elia dell'andamento della pratica: non è cosa illecita ». Pres. — Perchè prendeste 1 denari ? Imp. — Un giorno D'Elia mi mise una busta in tasca dicendo che voleva ringraziarmi per le informazioni dategli. In quel momento avevo molto bisogno di soldi: lì trattenni. L'imputato ha poi respinto le accuse di millantato credito. Ha confermato di avere ricevuto doni da due persone ma solo per.aver loro insegnato come dovevano Impostare le pratiche di esenzione e per averle poi informate sul loro andamento. Analogo comportamento ha. tenuto il Marocco. L'audizione dei testi non ha portato elementi nuovi: hanno confermato di avere sborsato delle somme (chi 12 mila lire, chi 100 mila) per esoneri a cui effettivamente avevano diritto. Anche il Quaglino — secondo 11 suo difensore avv. Fiasconaro — dovrebbe trovarsi nella loro condizione e non sedere sul banco degli imputati perchè egli era ed è effettivamente malato come hanno confermato 11 medico curante ed 1 carabinieri del suo paese. Per 'lui ha infatti chiesto l'assoluzione dal concorso in corruzione. Per l'imputato il P. M. ha chiesto invece 10 mesi di reclusione; ugual pena per il D'Elia (difeso dall'aw. Ollivero), 1 alino per il col. Fiacchetti (difeso dall'aw. Nebbia), 5 anni per lo Stuardo (difeso dall'aw Delgrosso), e 4 per 'il Marocco (difeso dall'aw. Chauvelot). Stamane, dopo le arringhe degli avvocati Ollivero e Delgrosso, sarà pronunciata la sentenza. l: : i:i m i: 11:11-n < i < iiin 11, ih iu i in i11u11! m