Scalano la facciata di una casa per strappare alla morte un suicida

Scalano la facciata di una casa per strappare alla morte un suicida Acrobazie di una squadra di pompieri al 4° piano di corso Spezia 55 Scalano la facciata di una casa per strappare alla morte un suicida 11 vecchio, gravemente ammalato, si era barricato nelPnltoggto aprendo i rubinetti del gas - Vano ogni tentativo di sfondare la porta, i soccorritori entrano dalla finestra iiitiiliiiii'iiiitntiiiiiiiiiiitiMiiiiiiitiiiiiiiiiiiiii Drammaticissimo l'episodio accaduto ieri pomeriggio verso le 15 nella stabile n. 65 di corso Spezia, lo stabile cioè che è proprio di fronte alla Maternità. In un alloggio del quarto piano abita un impiegato della « Fiat », il signor Bernardo Brignolo di 44 anni, con la moglie, signora Anna Gennero di 30 anni, .e il padre Vittorio 77enne, pensionato delle ferrovie dello Stato. Da tempo il povero vecchio soffriva crudelmente: alcuni gravi disturbi 10 affliggevano ed era stato costretto, anche di recente, a sottoporsi a difficili e dolorose operazioni chirurgiche che gli avevano debilitato il fisico e abbattuto profondamente il morale. Ormai l'infelice trascorreva le sue giornate a letto e solo di rado s'alzava e con grande etento: spessissimo si lamentava delle sue misere condizioni e si chiedeva «quando finirà questo tormento?». lori il vecchio decideva di troncare le sofferenze con la morte. 11 Aglio era.- come di consueto, in ufficio. Verso le 14 il Vittorio Brignolo pregava la nuora di andare in farmacia e di comperargli alcune medicine. La signoro andava e tornava in brevissimo tempo. Allora 11 Brignolo, per allontanarla, una mezz'ora almeno, la inviava da un suo parente domiciliato al Lingotto, affidandole una certa commissione. La nuora, dopo aver avuto l'assicurazione che il vecchio sarebbe rimasto tranquillo a letto, usciva. Appena uscita — secondo quanto è etato ricostruito dalla polizia e dagli slessi congiunti — il Brignolo scivolava dal letto e si recava in cucina. Qui legava strettamente la maniglia della porta d'ingresso ad un gancio del muro; adoperava una grossa, robusta fune co3i da rendere impossibile l'apertura dell'uscio da chi fosse accorso. Poi staccava il tubo del gas e ti attaccava un altro tubo: metteva sul pavimento due cuscini si sdraiava, appoggiando il capo ai cuscini e portandosi alla bocca il condotto di gomma. Precedentemente aveva aperto 11 rubinetto del gas. Venti minuti dopo l'acre odore veniva avvertito dal vicino di casa signor Stefano Pan iati che stava uscendo dal suo alloggio. Il Paniati suonava alla porta dei Brignolo, ma, non avendo ottenuto risposta alcuna, scendeva in portineria allarmato. Intanto rientrava la nuora. Costei, aiutata dai coinquilini, tentava di forzare l'uscio, ma non ci 'riusciva. Il sistema di chiusura escogitato dal vecchio resisteva a qualunque sforzo. Allora il figlio, giunto nel frattempo dalla « Fiat » telefonava ai pompieri della caserma del Lingotto. Subito sul posto si precipitava un carro-attrezzi e tre pompieri; il vice-brigadiere Giuseppe Monto di 50 anni, abitante in via Lauro Rossi 43, il vigile Carlo Panettaro di 47 anFii, abitante in corso Tazzoli 106 e il vigile ausiliario Angelo Teppa di 22 anni, residente a Caselle, s'incaricavano di raggiungere il Brignolo. Dalla porta non si poteva passare. Perciò 1 tre salivano al terzo piano della casa e uscivano sul balcone, verso il cortile, muniti di una scala ad arnione. Issavano la scala sino al balcone dei Brignolo e l'agganciavano alla ringhiera. Poi montavano. La ringhiera sotto il forte peso aveva scricchiolii e ondeggiamenti paurosi tanto che si aveva ragione di temere della sua resistenza : ma i pompieri non potevano far altro e sotto gli occhi spaventati di decine di persone continuavano a salire. Finalmente scaval- cavano la ringhiera e mettevano piede sul balcone. Con una spallata aprivano la porta finestra e irrompevano nella cucina. Il vecchio era ormai agonizzante, privo di sensi, cereo In volto. Subito i pompieri lo trasportavano all'aria, sul balcone, e 11 vigile Panettaro, che è pure infermiere, gli praticava la respirazione artificiale e gli prodigava le prime cure del caso. Subito dopo il poveretto veniva caricato a bordo di un'autoambulanza dei vigili municipali e trasferito con la massima urgenza all'ospedale delle Molinette. Qui, in un primo tempo, pareva in imminente pericolo di vita e si riteneva che il vecchio dovesse mancare entro poche ore: invece la sua forte fibra resisteva e a sera si poteva notare un certo miglioramento. Comunque la prognosi restava riservatissima. Al suo capezzale vegliavano in ansia il figlio Bernardo, la nuora, e l'altro figlio, Ettore. E' stato confermato dagli stessi parenti che l'infelice ha tentato di sopprimersi per farla Anita con le sofferenze da cui era tormentato. I7n particolare d rumivi litico del salvataggio: due pompieri sono giunti ad agganciarsi alla ringhiera del quarto piano