Oggi la "Famija Piemônteisa,, inaugura la nuova sede a Roma

Oggi la "Famija Piemônteisa,, inaugura la nuova sede a Roma Oggi la "Famija Piemônteisa,, inaugura la nuova sede a Roma Com'è nato il sodalizio dieci anni fa e la sua prima opera di assistenza - Un pranzo in onore di S.E. Ernesto Eula i oo n e a ma à nie, nv— bra elo nla Iuna a e uil a il nate na o (Nostro servizio particolare) Roma, 9 novembre. La Famija Piemónteisa celebra il suo primo decennio di vita. Il sodalizio, nato in Roma già libera, mentre ancora le terre del Piemonte erano sotto il giogo nazifascista, vanta una storia che non è inutile ricordare. Agli ultimi del giugno '44 un gruppo di amici, riuniti da un avviso di giornale, in una sala del P.L.I., concordavano di dar vita ad una associazione fra piemontesi residenti a Roma. E più di cento intervenuti eleggevano, pochi giorni appresso, un comitato promotore che raccogliesse le adesioni e preparasse una bozza di statuto. Il 7 settembre di quell'anno, con rogito notarile, la Famija era legalmente costituita. Non aveva sede, ed una signora torinese la ospitava nel suo alloggio, in via Alberico II n. 33. Ma già affollatissimo era il teatro del Ministero delle Finanze, ad prima riunione plenaria che acclamava presidente di un comitato direttivo provvisorio l'avv. Marcello Soleri. La sede dell' associazione trasportava le sue tende in via dei Crociferi, nei locali dell' Associazione alpini, ove doveva vivere e prosperare, per ben dieci anni. La prima, meritoria attività della Famija fu indirizzata, nell'ultimo anno di guerra e neh' immediato dopoguerra, verso l'opera di assistenza a militari e civili piemontesi degenti negli ni ospedali romani Di questo periodo, i conterranei a Roma ricordano una serata, nella sala un po' buia di via dei Crociferi, affollata di piemontesi di ogni provenienza e di ogni classe sociale, civili e soldati, che cantavano in coro le canzoni tradizionali. Parlarono Marcello Soleri e Luigi Einaudi, da pochi giorni arrivato a Roma dal suo rifugio svizzero e lieto di ritrovarsi fra la gente della sua stirpe. La morte di Soleri, come fu una grave perdita per la Nazione, così lo fu per la Famija, che seppe però superare la crisi intervenuta nella transizione, riaffermando la volontà associativa di tutti gli appartenenti. E il riconoscimento più alto di questa ripresa lo diede, nella primavera del '47, Luigi Einaudi, accettando la presidenza effettiva del sodalizio. Tale carica egli dovette lasciare nel '48. chiamato alla Presidenza della Repubblica. La presidenza del sodalizio fu allora assunta dall'on. Giuseppe Pella, che mirò subito allo scopo di dare alla Famija Piemónteisa una sede propria in tutto degna del recente e già glorioso passato e dell'alto nome che il Piemonte ha in Roma. Nel programma dell'associazione, stilato fin dalla prima riunione, si leggeva infatti: » In Roma già libera, mentre ancor il Piemonte è cinto di morte, noi intendiamo riaffermare nei nostri cuori e nei nostri intelletti — e farne testimonianza davanti all'Italia — la nostra devozione alla Patria comune attraverso l'amore alla nostra regione ». Una società anonima costituita fra i soci della Famija, la < Immobiliare Subalpina >, fin dal maggio '52, ebbe sottoscritto un primo ingente capitale. Iniziatori furono il dottor Ermanno Gurgo Salice, ring. C. Olivetti, il dott. Angelo Viberti, la famiglia Agnelli, l'ing. Allioni di Dronero, Giovanni Ghella, l'ing. Eugenio Guald, il sen. Teresio Guglielmone, il prof. P. Maria Oddasso, l'avv. Riccardo Gualino, la signora Appino, il comm, Chiantaretto, il gr. uff. Cusinelli, la signora Cicchetti, il dott. Renato Gualino, il prof. Gandolfo. La sottoscrizione fu in seguito aperta a tutti i consoci. Nell'inverno del '53 la Famija Piemónteisa acquistò la sua nuova sede: un intero piano nello storico palazzo Ruggieri (Boadile) in corso Vittorio 24 Nel decennale della propria costituzione la Famija inauguerà la nuova sede domani sera, alla presenza di tutti i soci, fra i quali si contano numerosissime personalità della politica, della magistratura, dell'arte, delle lettere e delle libere professioni. Dopo la cerimonia inaugurale, i soci del sodalizio si riuniranno in un albergo cittadino per un pranzo in onore del consocio S. E Ernesto Eula, per festeggiare la sua recente nomina a Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione, a. n.