Un uomo muore straziato dall'esplosione di una bombola

Un uomo muore straziato dall'esplosione di una bombola Un uomo muore straziato dall'esplosione di una bombola Un getto di piombo rovente investe in piena faccia l'operaio bruciandogli le carni - Il poveretto rimane accecato: 5 ore di agonia • La moglie era fuori città per assistere un parente malato Dopo cinque ore di straziante agonia è deceduto all'ospedale Maria Adelaide un operaio che era rimasto vittima di un raccapricciante infortunio sul lavoro. Verso le ore 11 di ieri 11 trentaquattrenne Pietro Amato di Onofrio, da Alcamo, stava prestando la sua normale attività alla « Ceat » di corso Palermo, nel reparto per la produzione del cavi. Il suo compito consisteva nel passare sui cavi, già rivestiti di sostanze resinose, uno strato di piombo fuso, e a tale scopo si serviva di una grosa bombola a stantuffo contenente il metallo in ebollizione. Un lavoro delicato e non scevro di pericoli, ma che l'Amato eseguiva da anni con rapidità e perizia, senza che mai g'A fosse accaduto qualche incidente degno di rilievo. Ieri, invece, accadde la sciaI r-ira. Mentre maneggiava la 'bombola, quest'ultima gli esplose ì a;;'i2jprovv:so tra le mani, forse p?r un'avaria o per eccesso di j.-~55:oni?. L'Amato non ebbe 11 fimpo di mettersi in salvo, perchè fu questione di un attimo: la vampata e gli spruzzi di piombo fuso lo investirono al volto, alle braccia, in tutto il corpo, j straziandogli ljj carni fino all'os so. Con un urlo angoscioso, l'Amato si accasciò al suolo, contorcendosi per le orribili sofferenze. Accorsero i compagni di lavoro, il capo-reparto, 1 dirigenti: tutti si resero subito conto che le condizioni del poveretto erano gravissime, solo un sollecito ricovero all'ospedale poteva forse salvargli la vita. Adagiato sull'autoambulanza, venne trasportato d'urgenza al Maria Adelaide, dove i medici del pronto soccorso tentarono con ogni mezzo di lenirgli le torture e di riparare alle orrende devastazioni compiute sul suo corpo dal piombo fuso che gli aveva tolto la vista. Dopo le medicazioni, l'Amato parve riprendersi alquanto. La prognosi era riservata, ma 1 medici non escludevano che la forte fibra del ferito fosse in grado di superare la crisi. Purtroppo l'operaio sopravvisse solo poche ore alla disgrazia, e alle 17 si spense per collasso cardiaco. La scossa nervosa subita al momento dell'infortunio e i terribili dolori provocati dalla ustioni avevano Influito sul suo cuore, paralizzandoglielo a poco a poco. Pietro .Amato abitava in via Pinelli 74, con la moglie. Ma da qualche giorno quest'ultima si trovava a Cuneo, ]wr assistere un parente infermo. La notizia della tragica fine del marito fu appreso dalla donna solo a tarda sera, quando gliela comunicò telefonicamente uno zio. — Mentre allo scalo Vanchiglia scaricava un camion carico di biocchi di cemento, del peso di circa 15 quintali ciascuno, l'operaio Giovanni Ustica, di 36 anni, dimorante in via XX Settembre 64. è stato investito da uno dei blocchi scivolato dal cassone dell'autocarro. Lo sventurato ha riportato una grave frattura alla gamba destra ed i sanitari dell'ospedale Maria Adelaide, dove è stalo ricoverato, lo hanno giudicato guaribile in 40 giorni. — Alle 16,30 di ieri è stato ricoverato alle Molinette l'apprendista meccanico Silvano Benedetti, di 13 anni, residente al Nichelino, in via Pio X 4. Lavorava in un'autorimessa di via Sestriere e si trovava sotto un'automobile, intento ad effettuare una riparazione. Ad un tratto, per cause non ancora accertate, la macchina, che era appesa ad una catena, piombava a terra, addosso al ragazzo. Il Benedetti ha riportato la frattura della clavicola sinistra, è guaribile in una ventina di giorni. I 'ì La vittima Pietro Amato iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiii

Persone citate: Benedetti, Giovanni Ustica, Pietro Amato, Silvano Benedetti

Luoghi citati: Alcamo, Cuneo