Sopraluogo a Capocollo del difensore di Piccioni

Sopraluogo a Capocollo del difensore di Piccioni Sopraluogo a Capocollo del difensore di Piccioni Secondo l'aw. Augenti nessuno di sera in quella località senza luce potè riconoscere le persone a bordo di un'auto • Accurati rilievi (Nostro servizio partlcoìare) Roma, 1 novembre. La scorsa notte il prof. Giacomo Primo Augenti ha rinunciato al sonno per compiere un esperimento; al quale ha annesso una certa importanza. Ed è tornato nella zona tra Capocotta e Tor Vajanica per ricostruire, all'incirca, le mosse dell'eventuale assassinò di Wilma Montesl, secondo quella che si ritiene essere la tesi dei « colpcvolisti ». L'esperimento ha preso le mosse dal cancello della tenuta di Capocotta sulla Via Decima, per stabilire innanzitutto se qualcuno di notte può aver veduto — ed essere in grado di riconoscerli — gli ospiti della macchina, secondo le. dichiarazioni attribuite a Palmira Ottaviani dalla « scopina » delle Marmellate, Bruna Griminelli. La circostanza obiettiva accertata è che in quella zona 11 buio è fitto e non è interrotto da nessuna luce. Poi l'avvocato, in macchina, ha preso la via per Tor Vajanica, la medesima via che secondo la tesi < colpevolista > avrebbe percorso l'assassino. Ha attraversato Pratica di Mare, ha costeggiato l'aeroporto e 11 centro radar dell'Aeronautica, che sono sorvegliati da numerose sentinelle, ed infine, dopo aver deviato verso destra, si e fermato dinanzi alla spiaggia dove è stato trovato il cadavere. Fra il cancello di Capocotta e il punto d'arrivo corrono chilometri 13 e mezzo. « Ora — ha osservato il prof. Augenti — la strada è illuminata da alcuni lampioni. Ma 11 9 o il 10 aprile 1958 la zona era totalmente priva di illuminazione. E polche quelle notti erano assolutamente illuni, è dimoile pensare come abbiano fatto coloro che trasportavano 11 corpo di Wilma Moritesi a trovare 11 luogo adatto per abbandonare il loro fardello ». Ma la fatica del difensore di Piccioni non si è fermata a questo punto. Il professore, che aveva chiesto la compagnia di alcuni teonlcl per questo suo esperimento notturno, ha atteso l'alba per procèdere a un esame attento dei luoghi prima di passare ad altre misurazioni. E cosi ha calcolato varie distanze. Dal punto dove venne eretta una croce (recentemente il mare in burrasca l'ha strappata e nessuno ha più pensato a piantarne nella sabbia un'altra) che stava ad indicare il luogo dove il cadavere di Wilma Montesl rimase per tutta la giornata dell'il aprile, sino al cancello di Capocotta che dà sul mare e cioè in sostanza sino alla casa dove alloggiava Venanzio De Felice, c'è esattamente un chilometro e 600 metri. Dalla croce sino a Castel f usano e cioè sino alla foce del cosiddetto < canale del pescatori»: 13 chilometri e 200 metri. Dalla croce sino alla spiaggia libera a fianco della zona riservata alla, Guardia di Finanza, dove una bambinaia sostiene di aver veduto passeggiare il pomeriggio del 9 aprile verso le 18 una ragazza che somigliava a Wilma Montesi: 15 chilometri e mezzo. Dalla croce sino al « canale dei pescatori », seguendo però l'arco compiuto dalla costa: 9 chilometri e mezzo. Quali deduzioni può aver tratto il difensore di Piero Piccioni da questi dati? E' difficile dirlo. Uno solo è semplice da stabilire: dinanzi al cancello di Capocotta l'oscurità più assoluta rende quasi impossibile ritenere attendibili le dichiarazioni attribuite a Palmira Ottaviani. Ma la « scopina » delle Mantellate, Bruna Griminelli, le avrebbe dichiarato che, nel momento in cui la moglie di Terzo Guerrini le faceva la «confidenza» relativa all'uscita da Capocotta di una macchina grigia coperta, erano presenti una suora e due guardiane. Il che renderebbe necessario un esame ben più attento della situazione, g. g.

Luoghi citati: Palmira, Palmira Ottaviani, Roma