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Processo per il duello di Almese Processo per il duello di Almese Quattro anni di reclusion Con un colpo di scena è etato ripreso In esame, Ieri in Corte d'Assise, Il sanguinoso episodio avvenuto la sera del 29 aprile del '53 nella frazione Michela di Aimese: l'Imputato, Domenico Grigione di 33 anni, il quale doveva rispondere di due tentati omicidi aggravati dalla premeditazione, si è costituito In aula dopo oltre un anno di latitanza. I fatti sono noti. Tra 11 Grigione — commerciante ambulante di Pinerolo — ed i fratelli Gloranni Battista e Agostino Asinari, anch'essi commercianti di Pinerolo, da tempo non correvano buoni rapporti. Più volte si erano Insultati, anche In pubblico; la sera del 29 aprile decisero di incontrarsi al bivio per Avigllana onde risolvere pacificamente le loro vertenze. Quando gli Asinari si recarono a!-'appuntamento, Il Grigione era già ad attenderli. « Avevo portato con me una pistola — ha det I tu ieri al processo — perchè ho Iuna gamba inutilizzabile e se gli 1IIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII e al feritore di due fratelli Asinari avessero avuto cattive intenzioni nei miei riguardi avrei potuto difendermi ». Quando si accorse che uno dei fratelli era armato di un nodoso bastone e che aveva intenzioni aggressive, gli intimò di fermarsi. Poiché non obbediva sparò. Dell'episodio fu data notizia nella cronaca del 1° maggio scor so; fu allora pubblicata la foto grafia di un giovane, Antonio La Foret (che nulla aveva a che fare con la vicenda) scambiata, per un inspiegabile equivoco, con quella del Grigione. Ieri il P. M. dott. Buscaglino ha mantenuto ferme le accuse all'Imputato per 11 quale, con la concessione delle attenuanti generiche ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione. La Corte (Pres. Carron Ceva, giudice togato Ansaldi, cane. Flora) accogliendo le richieste della difesa (avvocati De Marchr e G. Obert), ha escluso la premeditazione e accordato altre due attenuanti condannando II Grigione a 4 anni di carcere di cui 3 condonati. aasIIII IMI Il IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII