Polemiche e discussioni alla chiusura della seduta

Polemiche e discussioni alla chiusura della seduta Polemiche e discussioni alla chiusura della seduta Roma, 20 ottobre. Stanchi e malconci 1 deputati hanno lasciato l'aula di Montecitorio stamane alle cinque dopo aver ascoltato i risultati delle due votazioni con cui si è conclusa una delle più drammatiche sedute dell'Assemblea. L'aula resterà chiusa sino a martedì, giorno fissato per la ripresa dei lavori. Sono restati Invece aperti i corridoi e le sale riservate ai dirigenti dei vari gruppi, dove per tutta la giornata si è discusso appassionatamente sugli avvenimenti della nottata nel tentativo di precisarne la portata e di valutarne tutte le possibili conseguenze. Per chiarezza di esposizione 1 commenti, le previsioni, le prese di posizione possono essere raccolti in due capitoli ben distinti: quello attinente alle conseguenze specifiche dei tumulto e quello relativo, invece, al suo più ampio, e meno appariscente, significato politico. Per quanto riguarda il primo già stanotte il presidente Gronchi ha fornito le prime indicazioni. Si procederà < all'accertamento preciso dei fatti e delle responsabilità > per prendere, sulle sue risultanze, i provvedimenti del caso. Non sarà un compito estremamente difficile. I due segretari dell'ufficio di presidenza (un comunista ed un socialdemocratico) avrebbero già fornito una testimonianza sostanzialmente identica. I comunisti si sono mossi per primi dai loro banchi, ma, d'altra parte, i missini hanno chiaramente dimostrato di essere pronti allo scontro e di accoglierlo, anzi, come un'ottima occasione per mettersi in mostra. A Togni si potrà accollare la responsabilità della, per così dire, « provocazione generica >. Le sanzioni applicabili sono quelle della sospensione, o, in casi di particolare gravità, la proibizione dell'accesso nel palazzo della Camera per un periodo da 2 a 8 giorni. Come già in precedenti occasioni, queste pene sono apparse a molti troppo blande: andavano bene per una Camera che assumeva il tumulto a strumento di lotta politica, ma dovrebbero essere « rivalutate secondo le necessità indicate dall'esperienza. Cosi si è tornati a parlare di modifiche al regolamento. L'on. Marezza, .insieme ad alcuni amici, sta studiando una proposta di legge costituzionale che prevede, in casi estremi, la decadenza del mandato parlamentare. Il fatto che per essere approvata avrebbe bisogno di una maggioranza di due terzi costituirebbe una garanzia di imparzialità. Ma — e siamo sempre nel primo « capitolo > — da alcune parti si insiste per entrare anche nel merito delle accuse dirette da Togni all'estrema sinistra. Alcuni deputati comunisti sono stati fatti oggetto di accuse infamanti. Si approvi la costituzione di una commissione di inchiesta che indaghi su queste accuse e ne comunichi, quindi, i risultati alla Camera. I socialdemocratici si sono fatti paladini, stamane, di questa richiesta. La appoggiano i gruppi di destra, vi si oppongono, naturalmente, quelli di sinistra. E si capisse perchè: la commissione d'inchiesta significherebbe ade rire, In un certo senso, alla impostazione che Togni ha dato al suo attacco e fare materia di indagine parlamentare quelle accuse che il comitato di « Pace e Libertà > ha propagandato attraverso i suoi manifesti e che i comunisti hanno fatto il possibile per far dimenticare. Ma con questo entriamo nella seconda parte della cronaca, nelle valutazioni relative al significato politico di quanto è avvenuto ieri sera. Al centro di queste valutazioni è il problema della lotta al comunismo: il problema — secondo l'espressione dell'API, una agenzia ispirata da democristiani — < dei mezzi da adottare per la difesa della democrazia e della scelta delle truppe da impegnare nella battaglia >. L'estrema destra si è affrettata a rivendicare tutto il < merito > della reazione di stanotte all'attacco comunista traendone le sue conclusioni politiche: solo una parte dei democristiani si è schierata senza riserve sulle posizioni di Togni. Il gruppo ha voluto chiarire che il deputato aveva parlato < a titolo personale >. Il suo presidente, Moro, ha detto esplicitamente che non condivideva le tesi da lui espresse. Quindi — argomentano gli esponenti del M.S.I. e del P.N.M. (i < Laurini > si mostrano più cauti) — la democrazia cristiana e i suoi alleati laici non costituiscono più la « diga > contro 11 comunismo; occorre rovesciare l'attuale governo e costituirne uno appoggiato ai gruppi di estrema destra. E' la vecchia tesi di questi gruppi: non vi sarebbe da farne caso se non trovasse singo lari echi nella destra democristiana. Anche Togni ed i suoi amici ritengono che il governo < non faccia abbastanza > sul piano della lotta anticomunista e da stanotte orientano la loro insoddisfazione contro il capo-gruppo Moro, che non ha solidarizzato con loro. L'agenzia AISA, che ne riflette gli orientamenti, lamenta stasera che il direttivo d. c. < non abbia espresso all'on. Togni quella solidarietà che il coraggio so comportamento del deputato toscano meritava! e chiede < una immediata e profonda revisione nelle cariche direttive della D. C. >: cioè, pratica¬ BIIIIIIHinillllMIIIIMIIimilllllHIIIIHIIMIIIIIIIM mente, la sostituzione di Moro e degli altri esponenti di < Iniziativa >. Così l'attacco, formalmente diretto contro i comunisti, si svolge, praticamente, contro 11 governo ed 1 dirigenti del partito di maggioranza. E' una considerazione che emerge, attraverso la tradizionale cautela con cui vengono trattati questi argomenti, anche dal commento dell'Osservatore Romano: « Quanto è avvenuto — si legge sull'organo vaticano — è cosa, oltre che deplorevole, malaccorta. Anzitutto ■perchè si è offesa senza ritegno la dignità del Parlamento e in secondo luogo perchè cotesta perdita d'ogni controllo di sè ha aperto alle stesse opposizioni di destra il modo, atteso ed agognato, di offrire all'opinione pubblica una dimostrazione plastica del più pratico anticomunismo, mentre i gruppi democratici si palesavano giustamente alieni dal ricorrere a quelle vie di fatto. Ora è ben noto come certi esempi sbrigativi possan riuscire suggestivi per l'opinione pubblica, contrariamente a quel che l'estremismo può o dovrebbe augurarsi ». Nell'estrema sinistra, in effetti, vi sono pareri discordi sull'opportunità della < tattica > adottata stanotte. I socialisti del P.S.I. non se ne mostrano entusiasti, come è dato capire dal commento dell'Avanti !, poiché le sue conseguenze rendono ancor più difficile quel cautissimo processo di differenziamento dai comunisti in cui è impegnato Nenni. Gli stessi comunisti si chiedono quanto il loro estremismo possa avergli giovato. cVa ascritto a torto delle sinistre — hd scritto Paese Sera — d'essere cadute in questa evidente provocazione... . E si vuole che Togliatti, ancora a casa am malato, abbia rampognato i suoi. Illustrato l'attacco delle due estreme, resta da riferire il modo in cui i partiti della maggioranza l'hanno fronteggiato Per la maggioranza della D. C ha parlato il vice segretario del partito, Rumor, attraverso un imilllMlllllim

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