Un mercantile affonda nel Tirreno con gli otto uomini dell'equipaggio

Un mercantile affonda nel Tirreno con gli otto uomini dell'equipaggio Un mercantile affonda nel Tirreno con gli otto uomini dell'equipaggio Lunghe ricerche degli idrovolanti: la posizione della nave rivelata dal carico di mele rosse galleggianti - Scene di strazio tra le famiglie delle vittime (Dal nostro corrispondente) Napoli, 12 ottobre. Vn radiogramma pervenuto alle 17 all'Ufficio operativo dell'Ammiragliato per il Basso Tirreno, conferma che la motonave Vincenzo Onorato deve ormai ritenersi perduta, con tutto il suo carico, e, quel che 6 più grave, con l'intero equipaggio composto di otto persone. Ecco i nomi delle vittime: Giuseppe Fevola, il capitano, da Monte di Procida; Ciro Aniello Pisani, capo macchinista, da Procida; Biagio Riccio, nostromo, da Monte di Procida; Sebastiano Garofalo, marinaio, coniugato con sei figli, da Torre del Greco; Giovanni Esposito, marinaio, da Lacco Ameno; Giovanfrancesco Trosa, marinaio, da Porto d'Ischia; Vincenzo La Ragione, mozzo, da Bagnoli, e Biagio Scotto di Santolo, allievo motorista, da Monte di Procida. La motonave Vincenzo Onorato, iscritta al Compartimento di Napoli, aveva una stazza lorda di ili tonnellate e una portata di 300. Costruita nei cantieri giapponesi, esattamente a Kobe, aveva partecipato alla primo guerra mondiale, sotto il Comando britannico, alla caccia dei sommergibili. Rimodernata e riparata, fu venduta ad armatori italiani. Durante l'ultima guerra, l'armatore Achille Onorato, proprietario della motonave fin dal '39, la vide affondare ben due volte sotto i bombardamenti nel porto di 11H11M11111111 11 1111111111111MI [ H1 MIU 1111 Napoli. Ogni volta fu rimessa a galla. Dopo il secondo recupero fu rimodernata ancora una volta e dotata di un motore tedesco « Benz » con cui poteva raggiungere le undici miglia orarie. La Vincenzo Onorato, abitualmente adibita alla linea Napoli-Olbia-Cagliari per trasporto merci, era partita dalla capitale sarda la sera di mercoledì e e sarebbe dovuta giungere l'8 mattina a Olbia, carica di fusti vuoti, fagioli, conserva di pomodoro e frutta, cioè arance, kaki e mele. Si sottolinea, negli ambienti marittimi locali, che il carico, di HO tonnellate, era inferiore alla portata massima, e che la motonave si trovava in ottime condizioni di. efficienza. Il primo allarme venne dato, l'8, dalla ditta Orlando, il cui agente è rappresentante dell'armatore, Onorato in Sardegnh. Tuttavia non fu possibile sapere nulla di preciso sulla sorte della nave in quanto, come tutte le unità mercantili inferiori alle 600 tonnellate, era sfornila di radio. / bollettini meteorologici avevano segnato, particolarmente la sera del 1, tempo cattivo du libeccio e ciò aveva fatto pensare che una violenta mareggiata l'avesse colata a picco. Nella notte delVII il Dipartimento di Napoli, informato della scomparsa, dette immediatamente ordine a due unità, la corvetta Fenice e il dragamine Mughetto, di lasciare i rispettivi porti di Napoli e Cagliari, e di iniziare 1 [ 11111M1M ! 11111M11 11 111111 11 11 r 11111U ! 1T1 11 11111 un'attenta perlustrazione, in collaborazione con tre squadriglie di ricognitori, levatisi dagli aeroporti di Bracciano, Elmas e Vigna di Valle. Ciò che appariva strano era il fatto che, sitile onde, non si scorgesse uno solo dei numerosi fusti, oltre cento, che essendo vuoti e ammassati in coperta, in caso di affondamento avrebbero dovuto galleggiare. Ma, alle 17,15 il tenente di vascello Marta Cassissa, comandante della Fenice, avvistava, a 53 miglia ad est di Capo Carbonaraj un fusto e, intorno, larghe chiazze scarlatte che, quando la corvetta si accostò, si riconobbero per mele rosse. Di corpi umani, nessuna traccia. L'inchiesta già iniziata dalla capitaneria di porto ha accertato un particolare in base a cui deve escludersi, in modo assoluto, che la disgrazia sia stata'.causata dal fortunale ,o. da.avarie. Gli operai della ditta di stivaggio diretta da Gennaro Jevoli, una delle imprese specializzate nel carico della meroe, hanno concordemente dichiarato che le mele e i ledki erano stati posti sotto coperta, nella porte poppiera. Appare evidente, dunque, che la motonave è andata a picco o per collisione, come è avvenuto recentemente al largo di Civitavecchia al motopeschereccio speronato da un mercantile svedese, o per una delle tante mine vaganti, come avvenne due anni fa al Patriota, che fu appunto squarciato da una mina magnetica, durante la.rotta Genova-Cagliari. Infatti — si osserva — se la Vincenzo Onorato non avesse avuto la lamiera spaccata tra la stivetta e il locale-macchine (il punto in cui si trovava la frutta) le mele sarebbero affondate con lo scafo, stando nell'interno. La motonave Vincenzo Onorato aveva un valore di circa settanta milioni; il carico era stimato sui trenta milioni. L'assicurazione copre solo una parte di queste somme. I/Ammiragliato ed i comandi aeronautici hanno ordinato questa notte alle unità e atte basi, di riprendere alle prime luci dell'alba le ricerche, nel tentativo di recuperare gli otto cadaveri. La popolazione ha manifestato in vari modi la sua commossa solidarietà alle famiglie delle vittime; oggi, negli uffici dell'armatore, alla calata San Marco, ci sono state scene strazianti di dolore, all'annuncio dell'Ammiragliato, che ha posto fine ad ogni speranza di mogli e figli. c. g.