Martino parla alla Camera su Trieste e l'accordo di Londra

Martino parla alla Camera su Trieste e l'accordo di Londra Il bilancio degli Esteri oggi in discussione a Montecitorio Martino parla alla Camera su Trieste e l'accordo di Londra Un'intervista del Ministro al "Manchester Guardian,,: "Prevedo una progressiva distensione tra Oriente ed Occidente e favorevoli prospettive nei rapporti italo-jugoslavi,, - "L'importante è di guardare all'avvenire, e non al passato,, - Alcune voci dissidenti tra i gruppi di destra della Democrazia Cristiana Roma, 11 ottobre. L'on. Martino esordirà domani pomeriggio alla Camera, nella sua qualità di Ministro degli Esteri, aprendo il dibattito sugli accordi triestini e sul bilancio del sud dicastero. Degli accordi e della situazione internazionale in generale egli ha quest'oggi diffusamente parlato con la corrispondente romana del Manchester Guardian, signora Ninetta Jukker. E' la prima ampia intervista che il ministro liberale concede dal giorno che ha preso possesso della sua nuova carica e certo non a caso è stata concessa al più autorevole organo del liberalismo europeo. Vi si danno varie anticipazioni sui futuri orientamenti della nostra politica estera e riteniamo perciò interessante poterne anticipare il testo integrale. — Il patto di Lancaster House — è stata la prima domanda — anche in conseguenza dello storico impegno assunto dalla Gran Bretagna è atto a favorire ed incrementare una più intima comprensione anglo. americana? Risposta: Come è certamente noto a lei che da tempo dimora nel nostro Paese. l'Italia si è sempre augurata che la Gran Bretagna prendesse una parte più attiva e diretta al processo di unione extropea. La storica svolta annunciata dal ministro Eden alla conferenza di Londra non mancherà di rinsaldare, io spero, i legami tra le Nazioni dell'Occidente europeo ed io sono sicuro che fra tali legami ne usciranno rinnovati e più intimi quelli italiani Domanda: Quali sono i pre- sumibili ed auspicabili riflessi del < Patto a nove > sulla politica internazionale ed in particolare su quella della Repubblica italiana? E' realistico pre. vedere a non lunga scadenza una progressiva distensione tra Oriente ed Occidente? Risposta: Il più evidente risultato è quello di avere dissipato tutti i dubbi che il mancato accoglimento della CED aveva fatto sorgere nelle diverse opinioni pubbliche sulle possibilità di difesa dell'Europa e sulla coesione della poli-, tica occidentale. Convinto come sono che solo se ci mostreremo uniti si potrà dischiudere al mondo un periodo di pace, sono sicuro che la conferenza di Londra e gli accordi ivi impostati forniscono il mezzo più adatto a conseguire una progressiva distensione tra Oriente ed Occidente. A questo punto il ministro Mari.no ha aggiunto che .sottoscrive caldamente le dichiarazioni di Churchill alla conferenza di Blakpool sulla possibilità di una pacifica convivenza tra Oriente ed Occidente e che concorda sul rilievo secondo cui quanto più l'Inghilterra si associa all'Europa tanto più vicini si sarà alle condizioni di questa coesistenza. . Domanda: Secondo buona parte della stampa, l'accordo di Londra e l'azione diplomatica italiana hanno accelerato l'accordo per il territorio di Trieste. Può, il signor Ministro, dire qualcosa in merito? Risposta: In verità per molti anni abbiamo ricercato una soluzione del problema di Trieste; ma negli ultimi otto mesi |iZ negoziato è stato particolar- mente serrato ed al suo buon successo hanno molto contribuito la diplomazia inglese ed americana. Mentre si teneva la conferenza di Londra, si sono appianate le ultime divergenze; il che ha permesso di giungere il s ottobre alla parafatura degli accordi. E' quindi indubbio che l'atmosfera londinese e lo spirito conciHativo che in tutti i Paesi occidentali l'ha preceduta, hanno favorito l'accordo. Domanda: I nuovi rapporti tra l'Italia e la Jugoslavia sono, per quanto delicati, fattori attivi di una possibile collaborazione fra 1 due Paesi: si desidererebbe conoscere l'opinione di V. E. su tali possibilità, considerando che le singole economie dei due Paesi hanno carattere complementare. Risposta: Per quanto favorevolmente si possa considerare l'accordo teste-raggiunto, maggiore importanza annettiamo agli sviluppi che esso può dischiudere. Mi confortano in questo convincimento anche le dichiarazioni del maresciallo Tito e degli uomini di Stato jugoslavi. Dall'accordo possono derivare non solo quelle migliori condizioni di vita per il territorio di Trieste per cui si è negoziato, ma una più stretta collaborazione fra i due Paesi, a cui le favorevoli prospettive nel campo degli scambi economici possono dare certamente un rapido avvio. Ma è soprattutto importante che anche in questo settore, come ovunque in Europa, si guardi all'avvenire e non al passato. Se si ricorda quanto ebbe a dichiarare l'altro ieri il Presidente del Consiglio al corrispondente del Borba, si potrà ricavare dalle due interviste un quadro sufficientemente completo della nuova fase in cui è entrata, da qualche tempo, la nostra politica estera. Una fase, diremmo, più attiva, volta a collaborare con piena convinzione alle iniziative internazionali che si sono prese .dopo il fallimento della CED. I gruppi della coalizione condividono, nella loro grande maggioranza, questi orientamenti. Lo si è già visto ai Senato e lo si vedrà confermato nel corso dell'imminente dibattito alla Camera. Non sono da nascondere, tuttavia, proprio!in vista di tale dibattito, alcune voci che si levano da alcuni settori della Democrazia Cristiana, in particolare da quelli che si è soliti definire di destra. Ce ne è stato qualche cenno ieri nel discorso pronunciato dall'on. Andreotti a Biella, presente l'ex-presidente del Consiglio Pella. « Noi non con- sideriamo superata la dichiarazione, tripartita — ha ricordato l'esponente democristiano parlando appunto di Trieste —: sarebbe stato un delitto il non accettare la restituzione della città, ma e chiaro che la partita è tutt'altro che chiusa >: il che, se può essere esatto in linea di principio, sul piano politico non era opportuno nel momento attuale. Altrettanto si può dire di una nota diramata dalla Agenzia Aisa, che parla a nome dei democristiani della < concentrazione ». In essa si accusavano i passati governi di avere svolto sul piano internazionale una < politica fiacca e rinunciataria » e si attribuiva alla nostra diplomazia il torto di avere lasciato cadere < 11 tentativo Pella d'impostare la soluzione del problema triestino sul plebiscito ». Queste manifestazioni della destra d. c. sono una ripercussione della posizione critica assunta dai monarchici di fronte alla conclusione della vicenda triestina. Proprio ieri, infatti, il M.S.I. ha mutato 1 suoi dirigenti, spostando De Marsanich alla presidenza ed affidando la segreteria politica all'on. Michelini, considerato più < possibilista > e ben disposto verso un nuovo patto di unità di azione con 1 mo- narchlci. e. f. I «HI La commissione mista segna il confine tra le sterpaglie del monte Castelller (Telefoto)

Persone citate: Andreotti, Churchill, De Marsanich, Michelini, Ninetta Jukker, Pella