Infondati i sospetti su una Banca torinese
Infondati i sospetti su una Banca torinese Testimonianze al "Processo dei miliardi Infondati i sospetti su una Banca torinese Un'ispezione presso l'Istituto San Paolo - Tutto in regola Roma, 7 ottobre. Diversi funzionari di banca si sono oggi alternati come testimoni dinanzi ai giudici del Tribunale al « processo dei miliardi » Mario Bisogni, vice-direttore della Banca d'Italia di Milano, ha narrato ì particolari di una ispezione da lui compiuta nel maggio '51 presso l'Istituto San Paolo di Torino. « Scoperta l'irregolarità di alcune operazioni valutarie compiute presso la banca torinese — ha detto il teste Bisogni — fui incaricato di accertare se l'istituto avesse percepito una cointeressenza negli affari. Dopo una profonda indagine, fui in grado di escludere la fondatezza del sospetto nel comportamento della Direzione centrale ». Sale poi sulla pedana dei testimoni Mario Lazzareschi, che fu direttore del Credito Italiano di Milano dal 1949 al 1953. Egli ritenne Ermanno Amori — oggi imputato — un buon cliente della banca fino al momento in cui non constatò che molte delle operazioni da lui effettuate non erano andate in porto. Il commerciante, infatti, aveva esibito un'ampia documentazione che appariva conforme alle disposizioni vigenti. . Dettagliate notizie circa la concessione di fidi da parte del Banco di Sicilia a ditte importatrici milanesi sono state fornite, infine, dal direttore della filiale di Milano, Luigi Caruso, il quale assunse tale carica nel maggio '49. — Esistono norme precise e categoriche — ha affermato il testimone Caruso — che regolano la concessione di fidi a clienti della banca. La decisione spetta alla Direzione generale di Palermo, dopo una istruttoria eseguita dalla sede da cui dipende il cliente, e da una deliberazione della commissione di sconto, presieduta dal direttore della banca. Escludo, pertanto, che per la concessione di fidi alla ditta Colvea possano essere stati commessi favoritismi da parte dei funzionari Giuseppe Palumbo e Alcide Bolzoni, oggi qui imputati di corruzione passiva. Il loro intervento non poteva consistere che nell'esame delle domande di fido, ma non poteva avere alcuna influenza sulla decisione. Certamente ì fidi furono concessi facilmente perchè si trattava di una ditta seria e gli accrediti erano garantiti da quantitativi di merci. Il testimone ha concluso di cendo di non aver mai saputo che Bolzoni — come sostiene l'accusa — provvedeva all'acquisto di dollari al mercato nero.
Persone citate: Alcide Bolzoni, Bolzoni, Ermanno Amori, Giuseppe Palumbo, Luigi Caruso, Mario Bisogni, Mario Lazzareschi
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