L 'Inghilterra sul continente di Luigi Salvatorelli

L 'Inghilterra sul continente L 'Inghilterra sul continente La dichiarazione fatta il 29 settembre 1954 dal Ministrò degli Esteri britannico alla Conferenza dei nove circa gli impegni di partecipazione che la Gran Bretagna è pronta ad assumere nei riguardi di una organizzazione difensiva dell'Europa occidentale da stipulare per opera della conferenza medesima, risponde ai postulati dei fautori di una integrazione inglese nella difesa europea in modo che migliore non sarebbe stato ragionevole desiderare. Ed è una coincidenza piena di significato che la dichiarazione Eden sia venuta all'indomani della votazione di Scarborough, in cui il congresso annuale laburista ha approvato, sia pure di stretta misura, la partecipazione tedesca all'organizzazione difensiva europea. Esiste fra i due fatti un collegamento essenziale, per cui all'accettazione del riarmo tedesco da parte di una frazione cospicua di coloro che più vi erano contrari risponde una garanzia, maggiore forse di ogni altra precedentemente assicurata o prevista, che il riarmo avverrà in condizioni di equilibrio e di controllo tali da dissipare i timori e calmare Le avversioni. Non si insisterà mai abbastanza su questo punto: che equilibrio e controllo sono le chiavi aprenti le porte della restaurazione sovrana tedesca (estendentesi, necessariamente, alla politica estera ed a quella militare), e dell'associazione tedesca all'Europa occidentale. Le affermazioni di principio sulla parità fra tutti gli stati, sulla necessità di cancellare ogni traccia di distinzione — a dieci anni dalla fine della guerra — tra vincitori e vinti; queste affermazioni, diciamo, giustissime in sè, non basterebbero a risolvere il problema politico, sotto il quale c'è anche una questione morale. Ebbene, fallita la CED, la famosa « soluzione di ricambio » non può non considerarsi, innanzi tutto, in una partecipazione organica della Gran Bretagna al sistema politico-militare della difesa europea. Se tale partecipazione si realizza, sarà il caso di ripetere che « non ogni male viene per nuocere»; e che il voto anticedista dell'Assemblea francese è stato « un felice errore ». Una CED senza schema federale, ma con la Gran Bretagna, varrà, per le necessità europee odierne, più di una CED federalistica, ma senza Inghilterra. L'odierna decisione inglese rappresenta di fatto, per la Gran Bretagna, l'inizio di quella nuova politica da noi auspicata in un precedente articolo. Se la Gran Bretagna continuerà per questa strada, si persuaderà che il sacrificio grande da essa fatto con la dichiarazione Eden era destinato a risolversi in un vantaggio non meno grande per lei stessa oltreché per l'Europa continentale. Adesso occorre che gli altri ci mettano del loro perchè si arrivi in porto. L'offerta inglese è naturalmente condizionata al buon esito della conferenza. Il piano Mendès-France ha, rispetto a quello Eden, caratteristiche sue. un effetto precipuo delle quali doveva essere, per l'appunto, di impegnare maggiormente l'Inghilterra nel « pool » di armamenti europei. Potrebbe essere che all'Inghilterra, dopo la dichiarazione del 29 settembre, un'accettazione integrale delle proposte francesi facesse l'effetto di pagare due volte. Occorrerà intendersi guardando alla sostanza più che alla forma, allo spirito [ più che alle formule: pur rimanendo sempre desiderabile che il patto di Bruxelles, riformato, . costituisca un quadro non solo politico, ma anche militare. Ciò vale, in qualche misura, anche per l'altro aspetto delle proposte francesi, quello delle garanzie rispetto alla Germania. Che la garanzia più grande sia la nuova solidarietà inglese, MendèsFrance è il primo a riconoscerlo. Ciò non implica a priori nessuna rinunzia specifica a questa o quella misura precauzionale; ma le fa vedere sotto una luce che è quella del compromesso piuttostochè dell'intransigenza. E altrettanto convien dire per questioni particolari franco-tedesche come quella della Saar. Luigi Salvatorelli