Un misterioso testimone a confronto con Terzo Guerrini e Piero Pccioni di Guido Guidi

Un misterioso testimone a confronto con Terzo Guerrini e Piero Pccioni ECCEZIONALI MISUREJ), PQL|Z|A IERI ATTORNO ALL'UFFICIO DI SEPE Un misterioso testimone a confronto con Terzo Guerrini e Piero Pccioni doe3ogèardan0 p1 Cap°CO!ta è 8tato Porlato per primo dal carcere di Regina Coeli al Palazzo di Giustizia - Un'ora glunto ier<> Piccioni fra quattro carabinieri e ammanettato - Al suo passaggio tutte le luci sono state spente (Nostro servizio particolare) Roma, 29 settembre. Qualcosa di molto importante forse è accaduto questa notte. Le precauzioni prese dai magistrati e dal carabinieri per tenere lontano 1 giornalisti dall'ufficio dove ai cerca di dipanare la matassa del caso Montesi lo lasciano supporre. L'unico elemento sicuro in tutto quello che si è svolto fra le 17,30 e le 21,20 a Palazzo di Giustizia è costituito dall'intervento nella vicenda di un misterioso nuovo personaggio che, interrogato prima dal dotto- Sepe, è stato poi messo a confronto con l'ex-guardiano di Capocotta Terzo Guerrlni e con Piero Piccioni. Il resto non è che mistero. La giornata per il dottor Sepe era andata avanti senza che 1 cronisti avessero dovuto Te¬ gistrare particolari segni di rilievo fino al calar della sera. Nel pomeriggio, alle 16 e mezzo, negli uffici della sezione istruttoria il dottor Sepe aveva convocato del giornalisti per sapere da loro ancora una volta come, dove e quando sono aorte nell'aprile dello ■corso anno le voci secondo le quali Piero Piccioni era da ritenersi uno dei responsabili della morte di Wilma Montesi. Ma 1 quattro testimoni, dopo avere atteso qualche minuto, erano stati ricevuti dal magistrato per sentirsi dire, in termini molto cortesi: «Signori, mi splace del contrattempo, ma non è possibile procedere al vostro interrogatorio oggi. Tornate domani ». Un discorso dal quale non era stato difficile intuire che all'indagine sulle voci era da anteporsi qualcosa di molto più importante. E infatti, pochi minuti dopo, un signore alto, vestito con un abito verde scuro, sul quarantanni, stempiato, dai capelli neri, è entrato nell'ufficio dove lo attendevano il dottor Sepe e 11 dottor Scardia, evitando nei limiti del possibile che sguardi indiscreti notassero questa sua visita. L'Interrogatorio non è durato a lungo: poco più di venti minuti. Erano le 18 quando quattro carabinieri hanno condotto ammanettato Terzo Guerrlni, l'ex-guardlano di Capocotta, 11 « fedelissimo » di Ugo Montagna, colui che venne trasferito dopo la morte di Wilma Montesi nella tenuta del marchese a Flano Romano, dove è stato arrestato per falsa testimonianza e reticenza una ventina di giorni fa Insieme alla moglie. Anche lui è entrato nell'ufficio del dottor Sepe e tutto lascia ritenere che sia stato posto a confronto con 11 misterioso signor X. Fuori, nei corridoi del palazzaccio, intanto, era stato rinforzato — precauzione che ha fatto aumentare 1 sospetti — il servizio di vigilanza del carabinieri. Il confronto al cospetto dei magistrati si è prolungato per due ore, il tempo sufficiente perchè sorgessero tutte le illazioni possibili. Terzo Guerrini è ritenuto uno di coloro che potrebbero avere in mano la chiave di tanto mistero. E' lui infatti una delle pedine maggiori di quella che è conosciuta con la definizione « l'operazione Montagna ». E' stato lui infatti che ai primi di settembre confessò: «Qualcuno entrò nel pomeriggio del 10 aprile 1953 nella tenuta di Capocotta e insieme a lui era Wilma Montesi. Anastasio Lilli sa tutto su quello che accadde poi ». E sembra che abbia anche detto come la ragazza da Capocotta venne trasportata a Tor Vajanica dal guardiano. Insomma è stato lui che ha cercato di indirizzare le indagini verso il principe d'Assia. Dire che 11 magistrato non abbia fiato molto credito a questa versione raccontata ai legali di Montagna e da loro raccolta in un esposto finito sul tavolo del dottor Sepe è dimostrato dal fatto che il gior. no dopo il Guerrini è stato arrestato e la settimana successiva eguale trattamento è stato riservato sia a Piccioni che a Montagna. Erano dunque le 20 e già i cronisti si aspettavano che il presidente della sezione istruttoria congedasse tutti e po- nesse termine al suo lavoro, quando si è notato un certo movimento nei corridoi del f Palazzaccio ». Innanzitutto si e spenta improvvisamente la luce, poi un carabiniere ha acceso un fiammifero, indicando la strada a un gruppo di suoi colleghi In mezzo ai quali ammanettato camminava Piero Piccioni. E la luce è stata riaccesa non appena il detenuto ha varcato la soglia dell'ufficio del presidente della sezione Istruttoria. Era chiaro che la precauzione era stata presa perchè nessuno degli estranei vedesse chi era stato convocato a un'ora così insolita dal magistrato. Nella stanza n. 93, dove da sette mesi si sta cercando di dipanare la matassa del caso Montesi, il confronto a tre — signor X, Terzo Guerrlni e Piero Piccioni — è andato avanti per oltre un'ora. Cile fosse finito praticamente lo si è appreso dal maresciallo dei carabinieri Modugno, che si è avvicinato al giornalisti per far loro un discorsetto che può essere cosi riassunto: « Signori, il presidente vi sarebbe molto grato se vi allontanaste». Era come dire: «Dobbiamo fare uscire le persone che sono state interrogate. Desideriamo che non siano viste da nessuno ». Il dottor Sepe, mentre 11 maresciallo stava parlamentando con i suol « avversari », usci dall'ufficio per tornarsene a casa. Cinque minuti dopo sono state prese le medesime precauzioni di quando era arrivato a Palazzo di Giustizia szlmmdttzdSnmtbctmsas Piero Piccioni. Prima I carabinieri si sono accertati che 1 giornalisti si fossero allontanati e non potessero tornare da nessuna parte (bloccati i corridoi con divieto di passaggio, al portone principale era stato chiuso il cancello mentre un militare a ognuno che domandava, rispondeva con aria trasognata: «Il dott. Sepe è già andato via da mezz'ora, non c'è più nessuno ». Poi hanno spento le luci una seconda volta, hanno fatto uscire uno per volta i tre personaggi, li hanno fatti scendere al piano terra con l'ascensore, 1 due detenuti sono tornati a Regina Coeli con il furgone, il signor X è stato trattenuto fin quando l'ultimo estraneo non si è allontanato dal Palazzo di Giustizia. Erano le 22 di stasera. Che significato può avere tutto quello che è avvenuto è molto difficile dirsi. La cronaca della giornata è ricca solo d| un altro episodio. Stamani l'Europeo ha pubblicato un rapporto redatto dal commissario di Pubblica Sicurezza dott. Cutri, al quale il guardiano di Capocotta Anastasio Lilli, 1*8 maggio 1953 (quando cioè l'Inchiesta della Squadra Mobile era terminata da venti giorni) spiegò per sommi capi: «Nel pomeriggio del 10 aprile '53 alle ore 16 si fermò al cancello della tenuta un'automobile Lancia color pisello chiaro, fuoriserie, guidata da Maurizio d'Assia, che aveva a lato una ragazza dal 18 ai 20 anni di bell'aspetto, dal capelli neri, non eccessivamente corti, indossante un vestito blu o nero. Mia moglie, su richiesta del principe, aprì il cancello e la macchina traversò la tenuta, raggiungendo una strada in costruzione di fronte alla spiaggia. « Io ho incontrato la macchina che si dirigeva verso il mare e ho salutato il principe. « Dopo circa due ore Maurizio d'Assia e la ragazza lasciarono la tenuta attraverso il cancello che venne aperto nuovamente da mia moglie. Io non ho mal fatto alcun mistero della gita di Maurizio d'Assia nella tenuta di Capocotta. Evidentemente per questo motivo il 15 aprile '53 è venuto da me 11 fidanzato di Wilma Montesi, 11 quale mostrò alcune fotografie della ragazza a mia moglie. Ma mia moglie non le riconobbe, anzi escluse che potesse trattarsi della ragazza che 11 10 aprile era insieme al principe ». Guido Guidi Padre Luigi, il cappellano del carcere giudiziario di Regina Coeli, che ha visitato 1 detenuti Piccioni e Montagna (Tel.) it tili i di Pi Piii è Il dott. Eustachl, che ha carato Piero Piccioni (Telefoto)

Luoghi citati: Assia, Cile, Flano Romano, Montagna, Roma