Quasi duemila vittime in Giappone per l'uragano che ha inghiottito un ferry-boat

Quasi duemila vittime in Giappone per l'uragano che ha inghiottito un ferry-boat Quasi duemila vittime in Giappone per l'uragano che ha inghiottito un ferry-boat Il racconto di un superstite: "Sembrava la line del mondo,, - Centinaia di cadaveri alla deriva - Mancano all'appello anche 58 americani • Un'inchiesta sull'errore dei meteorologi che non previdero l'arrivo del tifone e (Nostro servizio particolare) Tokio, 27 settembre. Lungo la costa meridionale e occidentale dell'isola di Hok- kaido, la più a nord dell'arci- pelago giapponese, donne in lacrime hanno affrontato la seconda notte insonne nella speranza che il mare restituisca almeno le salme dei loro cari. In questa muta e straziata attesa si spegne la speranza che i «dispersi! tornino vivi dallo spaventevole cataclisma che ieri al tramonto investi inaspettatamente quella zona di mare, provocando morte e distruzioni. E' stata aperta un'inchiesta per accertate' Vomir'mai le autorità portuali e gli addetti ai servizi meteorologici si fecero cogliere di sorpresa dal ritorno sul Giappone del fenomeno ciclonico che nelle ore precedenti aveva investito le regioni meridionali-, e centrali del Paesei H tifone si sarebbe dovuto dissolvere sul Mare del Giappone, in direzione della Siberia. Effettuò invece uno stretto dietro-front, in seguito ad un anticiclone di origine artica; ripreso nuovo vigore, si avventò sulla parte meridionale di Hokkaido e scatenò vortici d'aria e una tromba marina d'eccezionale violenza lIlllllllllIIIIIII [UltlMIItlin IIMIIKIIIMIII nello stretto di Tsugaru, prò Prio all'altezza del porto di e Bakodate, da dove poc'anzi era - salpata una, nave traghetto con - 0 bTordo P^f* millte f*—WeH n wLa nave> denominata « Toya a Maru *> era un'unita da 4.300 a tonnellate, che aveva imbarcato anche il rapido proveniente o o o a i o o l l a o o e e, ò a a I i i l a a , e à e l i e e iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia da nord. Mentre si accingeva a lasciare il porto era giunta la segnalazione dell'approssimarsi di una tempesta. Ma i dispacci degli uffici meteorologici non accennavano minimamente all'estrema velocità con la quale il tifone sarebbe sopraggiunto. Nello stretto di Tasugaru, quando la « Toya Maru » si trovava nell'assoluta impossibilità di mutare rotta e ricevere assistenza, il vento soffiò a più di duecento chilometri orari. Erano state invece preannunciate raffiche di non più di ottanta Kmh. La nave, dalla larga chiglia attrezzata per ricevere fino a cinquanta carrozze'ferroviarie, aveva già affrontato felicemente altre tempeste e, poco prima di salpare per quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio, il comandante aveva tranquillizzato alcuni passeggeri dicendo che l'unità era in grado di « affrontare senza pericolo anche inclinazioni di W gradi ». Era un'unità di recente costruzione, armata nel isift dalla Società Industrie Pesanti « Mit subisci » e presa 'iti, cb'risegna dal genio militare americano che allora controllava l'intera rete di comunicazioni ferroviarie giapponesi. In seguito, era tornata ad una società privata. In agosto, l'imperatore se ne era servito per compiere una visita a Hokkaido. Le montagne d'acqua che si levarono sotto il poderoso soffio del vento ebbero facilmente ragione della « Toya Maru ». L'agonia della nave non durò molto. Uno dei superstiti, il quarantottenne Daikici Yamazaki, ha dichiarato stasera — quando è stato dimesso dall'ospedale — che < sembrò giunto il momento del giudizio universale ». <La nave si trovò presto alla deriva — ha detto — e dopo un succedersi di inclinazioni a destra e a sinistra mi sembrò che si capovolgesse. Il pavimento era inclinato per lo meno a 4B gradi. A questo punto l'acqua cominciò a penetrare nelle sale della terza classe, dove mi trovavo. Avevo appena finito di mangiare e stavo avvicinandomi ad un oblò, quando la nave cominciò a ballare. Venne a mancare la luce e le urla delle donne e degli uomini, nel buio, furono qualcosa di orrendo >. Yamazaki ha aggiunto che nella terza classe si trovavano circa settecento passeggeri. Egli fu portato via dalla nave da una forte ondata, appena mise piede sopra coperta. « Non era nemmeno il caso di pensare a nuotare. Credevo fosse giunta la fine — ha proseguito — quando misi la mano su qualcosa che sembrava una testa umana. Era un galleggiante di vetro, staccatosi da una rete da pesca. Cercai di allontanarmi dalla nave: ma il maro fece tutto da solo. Dopo circa un'ora, un'ultima ondata mi lasciò sulla spiaggia a Nanayehama. Sono stato fortunato ». La « Toya Maru » fu lanciata invece contro alcuni scogli; si rovesciò e s'inabissò, mentre sul ponte centrale andava sviluppandosi un incendio, Delle 1252 persone a bordo fra passeggeri e uomini d'equipaggio oltre mille sono morte Altre centinaia di vittime il tifone ha causato in seguito iiiiiiniiiiiiiiimiiiiiiiuiiiMiiiiiiiimiiiiiiiNiiiiii all'affondamento di quattro traghetti, che furono costretti ad abbandonare il porto di Hakodate, in quanto il vento li aveva strappati dagli ormeggi; a bordo si trovavano però i soli equipaggi; non si hanno notizie di circa mille fra pescherecci e altre piccole imbarcazioni. Complessivamente i morti risultano 1802 di cui 58 americani. J. Randolph dell'Ass. Press

Persone citate: J. Randolph, Toya, Yamazaki

Luoghi citati: Giappone, Siberia, Tokio