I d.c. Jannuzzi e Piola difendono l'opera del governo

I d.c. Jannuzzi e Piola difendono l'opera del governo I d.c. Jannuzzi e Piola difendono l'opera del governo Vivi contrasti al Senato con le sinistre - Pugni tra il d.c. Angelini ed il nenniano Busoni do ad cattura Roma, 23 settembre. La maggioranza è passata oggi al contrattacco nel dibattito in corso al Senato per le variazioni nella compagine governativa. Le massicce accuse lanciate ieri dai senatori Terracini e Lussu sono state rintuzzate dai primi due oratori, i democristiani Jannuzzi e Piola. Il senatore JANNUZZI, dopo aver precisato i limiti nei quali la maggioranza intende contenere la discussione, è subito entrato in polemica con 1 socialcomunisti ed ha esclamato: < Giudichino gli onesti: la Magistratura italiana ha fornito una prova di indipendenza di giudizio arrivanemettere mandati di per reati per i quali la legge penale non ne contempla l'obbligatorietà. Ma voi volete coinvolgere ad ogni costo la responsabilità del Governo e mettere sotto processo l'intero sistema democratico. (.Rumori, proteste a sinistra, battibecchi. Energici interventi del presidente). MERZAGORA — Ho già invitato il Senato a mantenere il dibattito nelle più corrette forme parlamentari. Vi prego di non dimenticarlo! JANNUZZI — Bisogna inchinarsi di fronte ai provvedimenti della Magistratura sia dì quelli di ieri che di quelli di oggi. ROVEDA (P.C.I.) — Ci parli delle due archiviazioni! JANNUZZI — Voi volete sindacare l'operato della Magistratura su quelle decisioni ! che non furono conformi ai « desiderata » (nuovi delle sinistre). ha una 1 Mostri \ ciamori j ROVEDA — Lei bella faccia tosta! ), JANNUZZI — La vostra si i è già da tempo indurita. Il vo j stro piano è evidente: volete | trarre conseguenze politiche 1 da fatti indiziari. Da Polito ri ' salite a Pavone, e, non vi fer : ma*e qui, perche e chiaro che 'volete mettere sotto accusa il ! £"Sl» C°nSÌEll° 6 lin' | 'X rfntetra - Proprio quelaio è j, punto. Vieni dunque al nocciolo. JANNUZZI — Il punto è un altro: è opportuno, in sede di indagine istruttoria, l'apertura di un dibattito politico che investe gli stessi fatti? Il senatore Terracini ha affermato che sono state le j Ireste- potrebbe far pensare |ohe le sunnomlnate masse siano persino in grado di In- imasse a premere perchè fos]™™, perseguiti 1 colpevoli: ì^0 perSÌ,no in gr,ad° al, lnT, vocare condanne e liberazioni. U^, stesso Terracini si è Quasi , soatituito al magistrato istrut- tore facendo risalire responsa- |bilità a Sceiba. Evidentemen- te il magistrato è il solo grado di perseguire le respon sabilità fin dove esse possono j giungere; non si può confon- 1 dere un ragionamento in sede m, co£ un accertamento f sede gìudiziaria. Non e nè cavalleresco nè democratico attacoare un uomo da tutti fl nora considerato inattaccabi< 1 i nora le, speculando su un episodio come quello di cui si sta discutendo con malizia e faziosità. A questo punto l'on. Jannuzzi ha riferito la seguente dichiarazione fattagli dal Presidente del Consiglio: «Non c'è un solo dipendente del Ministero degli Intèrni che possa affermare che io gli abbia mai chiesto cosa contraria ai suoi doveri ». DE LUCA — Perenze, Pisciotta! JANNUZZI — Allora aggiungerò anche il resto della frase. Mi ha detto Sceiba: «Potrei prendere a pedate chi venisse a sostenermi il contrario ». Dopo aver ricordato che l'imputato non può essere considerato colpevole fino alla sua ! condanna definitiva, Jannuzzi ha rilevato come si sia come si sia già messo Pavone nel novero dei responsabili quando il giudice non ha ancora preso alcun provvedimento verso l'ex-capo < della polizia. SMITH (indip. di sinistra) — Non è ancora finito. JANNUZZI — Resta il fatto che voi non avete il diritto di emettere delle sentenze! Fra gli applausi della maggioranza l'oratore ha terminato inviando la sua solidarietà all'on. Attilio Piccioni. Ha preso quindi la parola il secondo oratore democristiano, l'on. Piola. il quale ha innanzi tutto affermato che nessuno ha il diritto di rimestare nel fango delle grandi città sino a soffocare tutta una classe. Il caso Egidi dovrebbe ammonire a non fare illazioni avventate sugli accertamenti giudiziari fino a che non vi sia il definitivo accertamento della colpa. Egli ha poi sottolineato che per ben due volte tre magistrati ritennero di poter escludere qualsiasi ipotesi delittuosa sul caso Montesi: altri magistrati sono arrivati a conclusioni affatto opposte: casi | siffatti non esulano dalla nor male prassi giudiziaria. r.» «mnlissim» Tnimi*1nq> l La amplissima, minuziosa istruttoria — ha detto il sen Sini_ * ~f . 11 X." i™una interferenza o^pres ! sione si è avuta sulla Magi- j stratura. Il ministro Piccioni dire che diremo che l'ìnchie-sta non ha finora accertato sue responsabilità. Pavone ha espresso un sentimento di ri- conoscenza verso un « tizio ». Si tratta evidentemente di un sentimento nobile... (A questo punto si sono alzati dai ban- chi delle sinistre altissimi eia- mori; la maggioranza ha rea- cito con eguale violenza e per qualche secondo l'aula è stata tutta un ribollire d'ingiurie), SERENI (PCI) — Bella mo- rale la tua! PASTORE (PCI) — MaWilma Montesi è morta o no? MERZAGORA (rivolto a si è dimesso compiendo cosi « un atto umano e politico » e si è dovuto quindi procedere ad un piccolo rimpasto. Ma la opposizione cerca ora di spostare la discussione dai campo prettamente politico a quello che è ancora il campo giudiziario. Il caso Polito è indubbiamente grave, ma è ar bitrario far risalire la responsabilità fino a Sceiba. Quanto a Pavone l'inchiesta non ha accertato sue responsabilità, BUSONI (PSI) — L'inchiesta continua. PIOLA — D'accordo, vuol di conti- La prego — E come? Dovrei Piola) — nuare. PIOLA sgolarmi! MERZAGORA — E io forse non mi sto sgolando? (agita e o i a - i violentemente il campanello. Ma l'atmosfera non si placa. Tra i senatori Angelini Cesare (DC) ed i socialisti nenniani Mariotti e Busoni c'è stato un vivace scambio d'ingiurie a base di « cretino » e « cretino sei tu ». Il sen. Angelini ha quindi attraversato l'emiciclo avviandosi verso l'uscita scambiando ancora ingiurie con il sen. Busoni. Questi allora ha lasciato di scatto il suo banco, si è lanciato all'inseguimento del senatore democristiano, lo ha raggiunto subito fuori dell'aula e qui gli ha sferrato un violento pugno sul naso. Il senatore Angelini ha cercato di reagire, ma prontamente si sono intromessi commessi e colleghi riuscendo a calmare gli animi. Intanto In aula il sen. Piota continuava il suo discorso. «La speculazione r^I'tica delle sinistre dura ormai da troppi mesi ». SCOCCIMARRO (PCI) Cinsorgendo) — Ma di quale speculazione vai parlando? PIOLA — Un giornalista ha scritto che questo si chiama barare al gioco. SCOCCIMARRO — State voi barando. Il Paese giudicherà. PIOLA — L'Assemblea dovrà riconfermare la sua fiducia al governo con la certezza che le istituzioni democratiche continueranno ad essere il presidio della nostra libertà. La seduta si è conclusa con un discorso del comunista Pastore, il quale ha innanzi tutto avvertito che il sen. Terracini non era in aula perchè impegnato a Bologna nella difesa di un gruppo di lavoratori. Egli ha poi detto che la questione politica morale va posta in questi termini: se ci -i siano state interferenze del o ! ?°ve,rn° sulla polizia e sulla a Magistratura, se la polizia ab- bia° no fatto 11 suo dovere. Vi sono state — ha prosen guito Pastore — mancanze o gravi sia da parte del capo - della polizia che da parte del- la questura di Roma, mancan- ze di cui Sceiba non può non r rispondere. a Sceiba dice che i comuni, sti vogliono distruggere la - democrazia. La democrazia ha i suoi più saldi baluardi a'nelle Case del popolo, conqui? state dai lavoratori, contro le a \ persecuzioni della polizia di Sceiba oggi e di quella fascista ieri...». (Dall'estrema destra si insorge vivacemente e dalla sinistra si ribatte). Quindi il sen. Pastore conclude il suo discorso. i e e a o a l - i e a L'autista di Montagna porta un pacco al suo padrone (tel.)

Luoghi citati: Bologna, Pavone, Roma