Con una rivoltellata al cuore uccide l' amante che vuole lasciarla

Con una rivoltellata al cuore uccide l' amante che vuole lasciarla Tragica Une di una illecita relazione a Genova Con una rivoltellata al cuore uccide l' amante che vuole lasciarla La sparatrice è un'avvenente sanmarinese, separata dal marito - L'ultimo drammatico incontro nel portone della casa ove abitava il giovane - Sua madre si affaccia sulla via e scorge il figlio morente (Nostro servizio speciale) Genova, 15 settembre. Una tragedia passionale ha travolto due giovani questa mattina, nel portone del caseggiato di via Teodosia 5. Una donna ha ucciso l'amante con due colpi di rivoltella. Achille Bruzzone, di Giovanni, venticinquenne, è deceduto subito dopo il ricovero in ospedale; Patrizia Gianelli, di Santo, di 26 anni, non appena commesso il delitto si è costituita in Questura. Via Teodosia è una strada del centro, breve, solitaria, senza negozi, e unisce — come un corridoio — due vie assai frequentate, via Casaregis e via Caffa, Stamane alle 7,10, nel momento in cui nel portone del n. 5 echeggiavano gli spari, per la strada non c'era nessuno. Un passante che transitava da via Casarcgis all'altezza di via Teodosia, udite le detonazioni si è fermato, e dopo pochi istanti ha visto uscire dal portone un giovane alto e bruno. Piegato in avanti, con le mani premute sul petto, il gio|txi»ie fece qualche passo, bar- ttlllllllllllllllllllllllllllllllllljllllllllllllllhlllllll .collaudo. Cercò di attraversa re la strada, ma inciampò nel a I lo scalino del marciapiedi. Ri- a ga n e io ; di sn a a, oe ee el o n e lio, o e le or- ll o e R. a ai, eedi »inse alcuni secondi immobile, poi, urlando < Mamma, mamma! y, con uno sforzo si trascinò fino al lato opposto, voltò l'angolo e si diresse verso un bar di via Caffa. La madre che il giovane ferito a morte aveva disperatamente invocato, spalancata la finestra e affacciatasi dal quarto piano, fece appena in tempo a vedere il figlio scomparire dietro la cantonata. Achille Bruzzone, entrato nel bar, si accasciò di schianto su un tavolino; una macchia di sangue gli inzuppava la camicia all'altezza del cuore. Il proprietario del locale, Silvio Castiglione, tentò di soccorrerlo; con un taxi il ferito fu trasportato all'ospedale di San Martino, dove giunse in fin di vita. Uno dei due proiettili — l'altro era andato a vuoto — aveva colpito il Bruzzone al cuore ed era rimasto in cavità. Prima che si potesse procedere all'operazione per estrarre la pallottola, il giovane spirava. Quasi contemporaneamente, la donna si presentava in Questura e si costituiva al commissario dott. Costa, commissaria stava uscendo dal suo ufficio, avendo finito il turno di notte che era trascorso tranquillo, quando la porta si aprì e comparve Patrizia Gianelli. Indossava una maglietta nera a mezze maniche, | con un'ampia scollatura e una gonna di seta verde, scarpe senza tacco, tipo < Cenerentola ». I protagonisti di questa tragica storia d'amore si erano conosciuti un anno e mezzo fa. Patrizia Gianelli, che le amiche chiamano Jole, vive separata dal marito, Amedeo Chiarico. La donna s'era trasferita a Genova da San Marino con la le arni i¬ na sposato il Chiarico, un invpiegato più anziano di diciotto anni. Sua madre e sua sorella abitano in un quartiere, alla periferia della città, ma la\Gianelli aveva preferito vive-\re da sola, in una pensione di via Caffaro 19; lavorava in i di! «ho stabilimento di Sampier- \ m- darena. Achille Bruzzone (Jol- \ ' ly, P*r gli amici), da quantoì i-. si -sa, pare fosse un giovane \30l»'°»° serio; lavorava in porto, l* come il padre funzionario diir-1 ""<* compagnia commerciale.'i 1 Passata l'ebbrezza dei primi \ il {tempi, la relazione fra gli ' d- \ amanti andò raffreddandosi, a le specialmente per iniziativa avi n- l'uomo. La Gianelli era sposa- 'et, non avrebbe mai potuto \n a j famiglia nel 1947; nel '49 ave la e jJj Estra8si }a Paiola; il caricato™ era pieno. Senza prendere "lira< *P"ra!' " Prlm,° 'j0 P° •» c?n'Jfc* «eli-edicola *f *2?tnat0> UlUr0 cenine. < Era buio, perchè il porto- ne era socchiuso e dalle scale filtrava una debole luce gialognola. Nella penombra, lo vidi barcollare e appoggiarsi al 7nuro, poi fece un passo in avanti e «ert Pensai di uccidermi — ha concluso la don _ e non so perchè non _ J" 'abbia fatto. Forse sarebbe stato meglio*. a. m. lllllItlItllMIIMIIIIIIIIIIMIIIIMM Illllllirillll diventare sua moglie, ed il Bruzzone non voleva prose- ■ giiire su una strada irregolare e senza via d'uscita. Negli ultimi teynpi (e queste circo-, stanze sono confermate sia] dall'assassina che dalle testimonianze raccolte) il Bruzzone aveva 7nanifcstato all'amica, e in termini molto chiari,, a sua decisione. Alcuni giorni or sono, Patri- ! zia — così essa ha raccontato — acquistò una pistola (una Beretta calibro SJS), la stessa con la quale ha commesso il delitto, e disse al Bruzzone che 1 se l'avesse lasciata si sarebbe uccisa. Forse impressionato dall'atteggiamento esaltato dcl-\ a donna, il giovane continuò' a vederla e rinviò la soluzione I che aveva in animo. Certo t che ieri sera fra i due vi fu un incontro durante il quale essi parlarono lungamente, seduti sulte panchine di Piazza Alimonda. Il Bruzzone ripetè di essere ormai deciso a troncare la relazione e la Gianelli ancora una volta lo supplicò di non abbandonarla. Verso la mezzanotte si separarono. Stamane, nel portone di via Tfodosia l'ultimo e tragico capitolo del romanzo passionale. <£ro accecata dalla gelosia — ha raccontato la Gianelli —.. passai tutta la notte senza chiudere occhio. Gli volevo troppo bene e non riuscivo a rassegnarmi all'idea di perderlo. Con il passare delle ore, ' mi assali una tremenda agitazione. Avevo assoluto bisogno di vederlo, di parlargli. Perciò stamane lo attesi nel portone. Sapevo che alle 7 sarebbe uscito per andare al lavoro. c Allorchè mi vide, disse con tono sprezzante: iChe sci venuta a farete. Io avrei voluto dirgli tante cose, ma non seppi altro che rispondere: < Se non mi vuoi più, restituiscimi le foto », Egli risali le scale, tornò giù subito e mi sbattè n faccia un pacchetto. Era il colmo: cosi mi ripagava del'amore che gli avevo dato. Achille Bruzzone (Telefoto) IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIII

Luoghi citati: Genova, San Marino