Mangia carne infetta e muore fra atroci dolori
Mangia carne infetta e muore fra atroci dolori Mangia carne infetta e muore fra atroci dolori Tragedia in una famiglia di Noie: 7 persone intossicate - Un fratello della vittima è in gravissime condizioni all'ospedale Sette persone hanno corso 11 rischio di morire per aver mangiato la carne di un vitello morto di malattia. Delle sette persone, cinque se la sono cavata con qualche dolore al ventre e molta paura; purtroppo le altre due hanno avuto un destino tragico: una è deceduta fra atroci spasimi e una si dibatte tra la vita e la morte. Protagonista della drammatica vicenda è stata la famiglia Carenino, abitante a Case Sparse di Noie, "e composta di Domenico Carenino, di 28 anni, operaio presso una cartiera di Ciriè; della moglie. Franca Romanetto, di 23 anni; del fratello Martino, di 22 anni, contadino, e della sorella Maddalena, di 34 anni, casalinga. Sabato 4 settembre Domenico Carenino, entrando nella stalla, si accorse che un vitello era morto. Non sospettò che la bestia fosse stata colta da qualche morbo infettivo e attribuì ad una sincope il decesso: non era possibile ottenere dail veterinario il permesso di vendere la carne del vitello, ma per non patire un danno troppo rilevante si potevano consumare in famiglia i pezzi migliori e seppellire la carcassa. Per il giorno successivo, Domenico Carenino aveva invitato a pranzo il fratello Giuseppe, di 26 anni, operalo presso la stessa cartiera e residente a Ciriè con la moglie Ida Mecca, di 27 anni, e un altro fratello, Giacomo', di 31 anno, abitante a Rodano e dipendente della Fiat. Grossi pezzi di carne del vitello furono lessati in un pentolone e tutti i commensali ne mangiarono senza percepire alcun sapore seradevole. Più di tutti ne mangio il Domenico, mentre il fratello Giuseppe preferì rimpinzarsi di fegato fritto. Verso sera tutti e sette accu sarono malesseri e coliche, ma soltanto il Giuseppe appariva in condizioni tali da rendere consigliabile l'Intervento del medico. Il sanitario del paese accorse e, quando apprese l'origine del disturbi, Invitò l'operaio a chle- dere il ricovero immediato nell'ospedale Maurlzlano di Lanzo. Il malato non si decise subito, si illuse che i disturbi sarebbero scomparsi con qualche giorno di riposo e di dieta, come erano scomparsi agli altri parenti. Solo mercoledì scorso, accoreendosi di stare peggio, mise In pratica 11 consiglio del medico e si fccc trasportare all'ospedale. L'Intossicazione aveva, nel frattempo, Intaccato irreparabilmente II suo organismo e ogni cura risultò inutile. Ieri I sanitari diedero alla moglie di Giuseppe Careni no la brutta notizia: non c'era più speranza di salvarlo, era ormai questione di ore. La donna chiese allora l'autorizzazione di riportare il marito a casa afta La vittima: Giuseppe Carguirò che potesse morire nel suo letto. Ma l'operaio si spense durante, il viaggio. Domenico Cargnino, che giove di scorso era andato a Lanzo a visitare 11 fratello, rimase impressionato dalle condizioni di quest'ultimo; e poiché anche lui continuava a soffrire di disturbi intestinali, sia pure meno dolorosi, ritenne opportuno farsi ricoverare nello- stesso ospedale. Se scamperà alla morte dovrà ringraziare questa eua decisione: i medici, infatti, gli hanno riscontrato una forma grave di intossicazione Il vitello del Carenino — ee condo il parere del veterinario del paese — era morto a causa di un'infezione intestinale acuta che colpisce particolarmente gli organi viscerali. Questo spiega la Intossicazione mortale che ha col pito il Giuseppe Cargnino, che aveva mangiato buona parte del fegato del vitello. Le altre sei persone, elle avevano consumato soltanto carne lessata, sono rimaste intossicate In forma lieve, eccetto il Domenico, che mangiò anche lui solo carne, ma in quantità notevole.
Persone citate: Domenico Carenino, Domenico Cargnino, Franca Romanetto, Giuseppe Cargnino, Giuseppe Carguirò, Ida Mecca
Luoghi citati: Ciriè, Intervento, Lanzo, Rodano
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