Una guida e 4 alpinisti si sfracellano per drammatiche cadute fra le rocce

Una guida e 4 alpinisti si sfracellano per drammatiche cadute fra le rocce Una guida e 4 alpinisti si sfracellano per drammatiche cadute fra le rocce Una sciagura sul Monte Rosa: vittima il custode della capanna Gnifetti • Gli altri sono morti sulle Dolomiti - Tragico destino di due ragazzi - Un giovane racconta come vide cadere il compagno di cordata Ronco, di 45 anni, custode della Capanna Gnifetti, sul Monte Rosa, mentre rientrar ura ad Alagna con due altre guide, giunto alla fine del Alligna, 30 agosto. La guida-portatore Giacomo vae psprivraghiacciaio Indrcm, in località'g<Roccettc->, è scivolato, prc-lacipitando da SO metri d'altcz-\ a e rimanendo cadavere al-lpl'istante. ìscLe guide Castagnola e De \ pBernardi, che accompugnava no Giacomo Ronco, hanno raccontato: ^Scendevamo riuniti, chiacchierando. Il Ronco, in particolare, si mostrava lieto di scendere ad Alagna ove avrebbe riabbracciato la vecchia mamma che da due mesi non vedeva. Procedevamo a passo svelto. Improvvisamente il Ronco ha messo un piede in fallo ed è scivolato: De Bernardi allungava una mano per afferrarlo, ma solo con la punta delle dita riusciva a sfiorare gli abiti del compagno. Giacomo ha compiuto un volo di 50 metri. Ci 'siamo precipitati in suo soccorso, ma non c'era nulla da fare: non respirava più*. Da salma stasera non è ancora stata ricuperata, larabinieri e guardie di Finanza, con il capo-guida Chiara, si sono recati sul posto. E' in corso un'inchiesta. La sciagura ha provocato viva impressione in tutta la Valsesia. Il Ronco aveva preso parte alle ricerche dei due giovani scomparsi recentemente sul Liskamm. Oggi aveva fi nito.il servizio ed era stato sostituito dalla' guida Giordano che ieri era sceso a Varallo. Trento, 30 agosto. Un'altra mortale sciagura alpinistica è avvenuta oggi sulle Dolomiti trentine. Due giovani alpinisti di Treviso, l'impiegato Giorgio Daras, di 28 aiuti, e lo studente Francesco Desiderio, di SS anni, erano partiti da soli per un'ascensione sulle Pale di San Martino di Castrozza. Mentre stavano inerpicandosi in corda su una delle ripide pareti strapiombanti verso la Val Canali, per cause che non si sono potute ancora precisare, ma probabilmente per l'improvviso cedimento di un appiglio, i due giovani precipitavano dalla parete nel canalone. Il Daras piombava a capofitto dopo un salto di circa 80 metri sul ghiaione, sfracellandosi fra le pietre, mentre fi suo compagno, dopò un volo di alcuni metri si arresta¬ leSolrofrdndtnldlatIgc•eaDcim1tbmdclbpSfisotuevpglb1lvspcnteva fortunatamente sopra uni i^ j. L r Lterrazzino di roccia. pGuide e rocciatori traevano in salvo il Desiderio, che ave- lllimmiItlllMlllllMiilimilimilllllllillllI i va riportato nel volo fratture1, e ferite in varie parti del cor-1 ipo, e lo trasportavano all'o-ìespcdale di Feltre, dove veniva'pricoverato con prognosi riser- avatissima. Il cadavere del Da-\ras è stato recuperato dalle1 guide c trasportato in serata a valle. \ Si sono appresi intanto pia precisi particolari dell'altra sciagura avvenuta ieri sulla parete est del Catenaccio nel- le Dolomiti. Il ventiquattrenne Settimo Bonvecchio, ritornato oggi nella nostra citta reduce | laute T^e^Tv^ sìra'^rante la quale egli vide sfra- odiar* con un salto di 80 me- \ fri ,7 suo capocordata France- _ , j. „_ • , del mZtirtcZtZ^remS n / predente d^llò.sèzone\del CAI Milano havo-\tiIlo riojuifeoZ^,èaZe.Ynula la fulminea sciagura di li è stato testimone oculare.W' . ... „ . . ! <leri mattina alle 6 — ha\detto u Bonvecchio - ero par-' ito con il Frisanco per sca- lare il ripulissimo torrione at-\traverso la direttissima Steger.ì I tratti piti difficili di sesto'. grado vennero superati confa-'\cilità. Passando di cengia in JZVam% SI»-L«f::• sZamTvel attao^alT^e sfatiamo per attaccare un Frlsanco si aggrappò salda- dite con le mani allo spigo- per angusto terrazzino di roccia. Dopo un ultimo controllo ai chiodi e all'anello di sicurezza, il mente con le ?na?!i allo spigo 10 del terrazzino, mentre io mi trovavo pochi metri più in basso seguendo i suoi movimenti misurati ma rapidi e decisi. Ad un tratto il Frisanco, lasciati gli appigli sui quali poggiava con i piedi, si librava nel vuoto sopra lo strapiombo. < Quindi prodottosi nel mas- Simo sforzo riusciva senza dif- ficoltù. ad appoggiare il petto sull'orlo del terrazzino e stava ormai per issart!i.si con un ul- timo sforzo delle mani, quando un blocco di roccia al quale egli si era aggrappato frana-va di schianto II masso del pcso di una ventina di chilo-grammì precipitava verso valle. Invece di abbandonare il blocco di roccia istintivamente 11 Frisanco cercò di trattenerlo fra le ginocchia, ma fu travolto e volò nel vuoto. Percorsi sei metri la corda principale di 1S mm. e quella di si- curezza di 8 mm. stridetteronell'anello del chiodo che lut-tavia bene assicurato alla roc- eia non cedette. Invece, for- i innatamente, le corde una do- L/> i>„nr„ „.• o«o>.»t-/i»n po l'altra si spezzarono. Subito dopo un grido orribi- le lacerò l'aria seguito da un iniiiiiiiiilltlillllllll imiillllllliimil 1, tonfo sordo. Ho vissuto anche] 1 io attimi drammatici, ha con- ! ìeluso il Bonvecchio. non solo 'per il raccapriccio di assistere alla tragica fine del mio co»n-i\pagno, ma anche al pensiero 1 cha se le due corde non si fos-c sero spezzate avrei irrimedia-• ? \bilmente accompagnato l'ami- 5 co nel suo pauroso volo verso| l'abisso ». // Bonvecchio rimasto senza corde senza chiodi e senza martello, aggrappato ad «"« pinolo di roccia che ver for- i | ti^ststluefu tatto in ^ ^ T , % P°'è, f*?" ' „ corda doppia fino alla base \ ,,;!la parete. , „„ , Bolzano, 30 agosto. S * accorso di \9uide alpine gardenesi ha tro- -\vato •»«' in «» burrone, dopo j .Y^ahe ricerche, i cadaveri, or- radamente sfracellati, di due .Wovanissimi alpinisU Luigi ! Senoner, di 16 anni, e Roberto a\vinatger di 18 annì ambedue -' ' { - d pomeriggio di dome- -\_.. t' cw_..:. .ì o'. -',jone dgl ÓA[ rf. 0rfjsej aue.,dica a scalare la parete, Stevia in Vallunga. Alcuni esperti e \lo stesso presidente della se- n vano cercato di dissuadere i::«"«« Rovani dal compiere Vim- ^^^6 verchèessi vi Jn stavan0 accingendo alle due del pomerìggio, un'ora troppo inoltrata per chi conosce le - Iella parete Malgra¬ - do. pC/0 £ 1?"".'*^ e il Senoner non desistevano e partivano all'attacco della montagna. Verso le ore 17 altri due alpinisti U avevano notati mentre tentavano un difficile pus-, saggio di sesto grado, a quasi1 w>t centinaio di metri dalla cima. Videro che i due giovanis- . i , i n e - scolatori avevano supera- to brillantemente l'ostacolo; o P°h Quando erano vicinissimi a «' culmine e tutto sembrava - concludersi nel modo più sod- o disfacente, il Vinatzer, capo- e cordata, metteva un piede in-'/«"»• Con un arido il giovane l precipitava nel baratro. Il suo -\compagno, che non era legato l 1° seguiva nel baratro, e nessun chiodo di sicurezza, D tii it riva, sereno. La temperatura si era fatta più mite, e neve e ghiaccio cominciavano a scio gliersi. I due torinesi, dopo aver pernottato al rifugio Ga staldi, partirono alle prime lucl. S'orno e si trovarono ? „ sei 1 ni811'00 ai piedi 5?"" '?°CC*Kf*V*p",m gena* eccessiva fatica e benpresto fu nuovamente raggiuno il lastrone ghiacciato. Furono necessarie lunghe estenuanti manovre per noter fblenuan" manovre per poter M V^S'SSS.f In S '*™ * c^lcure^ > là cS°r- da così do noter fermare una evenTualeVduta. PoT 1, diffl- ,,- r," „_„_„ '._„„; t colta divennero^ minori. I due procedettero di buon passo fin quasi sotto la vetta. Lui: imo tratto li pose invece a dura prova: la roccia era friabile e gli app.gl poco saldi off riva no una piesa malsicura Alle 13,30, sempre alternan dosi al comando della cordata, Sanvito „ Riva eran0 in vetta Dal rifugio Gastaldi li aveva-guida della valle. Il montana- no seguiti con i cannocchiali decine di persone, tra cui il custode Vulpot, la più vecchiarò, che venti anni fa aveva tentato per primo l'ascensionehm giudicato la salita di ieri la più difficile < via > di roccia del gruppo della Bessanese. iiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiliiiliiitllll lllililtiiliiiilliiiiiiliiliiiiiliiiiiiiiiiiiiiililtlllllUmberto Riva e Angelo Sanvito, I torinesi che hanno scalato le «rocce Pareis»