Rubano un'automobile e la vendono alla polizia

Rubano un'automobile e la vendono alla polizia Rubano un'automobile e la vendono alla polizia Le trattative in un bar di via Urbano Rattazzi, e la sorpresa in via Sabaudia - Tre persone arrestate, una ha confessato Emilio Capelli, di 30 anni ) chiese l'agente, simo udito di afferrare meglio alcune frasi. E subito l'argomento, seppur vago, attirò la sua attenzione. c Con mille lire in tasca non possiamo far nulla — diceva quello più agitato — bisogna rischiare, vendiamo la macchina ». Gli altri due gli rispondevano più pacati e guardinghi. Per un po' l'agente non riuscì ad intendere altro. Ma il primo, dalla voce più rumorosa, gli venne di nuovo in aiuto: c E' inutile, quello non arriverà mai, scommetto: a quest'ora è in gabbia. Capite che abbiamo bisogno di soldi? Per conto mio. io non aspetto, non posso aspettare ». A questo punto il poliziotto sapeva quanto gli bastava per entrare in scena. Si accostava al gruppo e senza preamboli veniva al sodo: « Quanto volete?» e nello stesso istante fece apparire da una tasca interna della giacca un libretto d'assegni. I ladri, coiti di sorpresa, si fermarono di botto. Scrutarono dubbiosi l'interlocutore, ma questi non diede loro il tempo di riflettere sul come comportarsi. « Volete un assegno o contami, decidetevi. Ho sentilo, siamo tra amici, no? L'aftare mi interessa. Se debbo spiegarvclo, non è il primo che concludo. A questo punto l'agente spifferò uno dietro l'altro i nomi di pregiudicati (ormai li sapeva a memoria) che abitualmente rubano e ricettano automobili. I tre si rassicurarono. Non vollero stabilire una somma: avrebbero contrattato il prezzo davanti alla macchina rubata. «Dove?», < L'abbiamo lasciata in via Sabaudia, davanti al 25. E' una via tranquilla, non passa nessuno». L'informazione permise all'agente di completare il suo piano. Disse che doveva telefonare ad un amico per rimandare un appuntamento, e dalla cabina della stessa bottiglieria avverti il commissario, dott. Battistini, di inviare in via Sabaudia una pattuglia pronta ad intervenire. Un quarlo d'ora più tardi la comitiva era sul posto. I ladri cominciarono a vantare il buono stato della « 500 » per ricavarne il massimo. Ma l'agente, andava per le lunghe, cercando di farli parlare. «Bel colpo, eh? Ma anch'io ho bisogno di garanzie », e cercava di sapere come e dove era stato compiuto il furto. Alla fine trasse nuovamente di tasca il libretto degli assegni e fece l'atto d: scrivere la cifra. In quell'Istante gli altri poliziotti uscivano dai loro nascondigli. I ladri, alla sorpresa, cercarono scampo nella fuga: nulla da fare: da ogni lato erano circondati da agenti con le rivoltelle spianate. Era giocoforza arrendersi. Portati in Questura venivano lungamente interrogati. Il Capelli era l'unico ad ammettere di aver rubato la « 500 » insieme con gli altri, in corso Galileo Ferraris 104. 11 proprietario Vittorio Passeri, al quale è stala restituita nella slessa serata, l'aveva lasciala incustodita verso le 23,30 del 23 agosto scorso. II Suffer e il Chignasco, contro ogni evidenza, hanno respinto ogni addebito. Alle 19 i ladri sono stati consognati al Commissariato di P. S. Borgo Po lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll Tre ladri d'automobili hanno venduto ad un agente una macchina rubata ed hanno concluso l'affare Unendo in carcere. Il fatto s'è inizialo in un bar di via Urbano Hattazzi, ieri verso le 17. Alle 18 i tre — identificati per tali Emilio Capelli, di 20 anni, Servino Suffer di 19, e Secondo Chignasco di 31, tutti senza fissa dimora — venivano arrestati in via Sabaudia (zona Pilonetto) accanto alla refurtiva: una 500C rubata la notte dal 23 al 24 del mese scorso. Nella bottiglieria di via Rattazzi l'agente Sangallo di Borgo Po era entrato per caso. Ordinò un caffè e gettò un'occhiata in giro, distrattamente. In un angolo, seduli ad un tavolo, tre individui discutevano a voce sommessa ma in modo piuttosto animato. A tratti uno dei tre si tradiva e lasciava .sfuggire qualche parola in tono più forte. L'agente si avvicinò con accortezza, di quel tanto che consentiva al suo sottilis¬

Persone citate: Battistini, Emilio Capelli, Vittorio Passeri

Luoghi citati: Borgo Po