Nuove riunioni dei capi delle correnti minoritarie d.c.

Nuove riunioni dei capi delle correnti minoritarie d.c. Nuove riunioni dei capi delle correnti minoritarie d.c. Perchè Pella, Gronchi e Togni non sono intervenuti al Consiglio nazionale - Il governo attende le decisioni di Parigi per la Ced - Deputati e senatori ritornati in ferie a e e a a ¬ Roma. 25 agosto. Mentre si è In posizione di attesa per quanto riguarda la politica estera, nell'interno della D. C. sono in corso movimenti di assestamento. Incontri e riunioni dei principali esponente delle correnti di minoranza sono difatti continuate, anche se in forma non ufficiale, e nonostante le sdegnose smentite che da parte degli Interessati vengono opposte costantemente, fondate sull'asserzione che si tratterebbe di una cosa di < cattivo gusto >. Non è certamente per ragioni di buon gusto che ci si possa esimere dal trattare problemi fondamentali di Partito: e infatti si conferma che l'orientamento generale rimane quello di richiedere, secondo tutte le prescritte forme statutarie, la convocazione di un congresso straordinario del Partito. Sempre sul piano del < gusto », d'altra parte, non vengono risparmiate vivaci critiche a Fanfani per il discorso da lui pronunciato in occasione dell'omaggio reso dal Consiglio Nazionale del Partito alla memoria di De Gasperi. E' stato giudicato un discorso eccessivamente politico, specie perchè Fanfani ha in esso tracciate alcune linee programmatiche della Segreteria che si sarebbe voluto fossero state meglio approfondi te prima di essere enunciate come punti fermi. Come diretta conseguenza, si è potuto notare che alla riunione del Consiglio che ha eletto ieri a presidente il senatore Zoll, non sono intervenuti quattro dei membri < invitati > da Fanfani con voto consultivo, e precisamente Gronchi, Pella, Togni e Bonomi. Pella avrebbe dichiarato alla Segreteria del Partito di non poter accogliere la propria inclusione, e dello stesso parere sarebbe GronchfT Togni — si afferma — aspetterebbe una decisione della Federazione dei dirigenti d'azien da ch'egli presiede. Quanto a Bonomi, la sua assenza può venire spiegata con la sua partenza per gli Stati Uniti, già da tempo predisposta. Per quanto riguarda la politica estera il problema della CED c è rientrato in fase strettamente francese >: questa la formula con la quale negli ambienti governativi italiani si è definita la situazione, che è per Palazzo Chigi una situazione di attesa, logicamente abbastanza preoccupata. Gli organi ufficiali — sia 1 quotidiani che le agenzie — hanno cura difatti di insistere sulla bontà ed anzi sull'assoluta inevitabilità della posizione italiana, intransigentemente cedista, e si arriva ad affermare che, in qualunque caso, il progetto di trattato per la C.E.D. seguirà il suo normale corso per l'approvazione da parte del Parlamento. nostra Camera, cioè, lo dovrebbe prendere in esame e dovrebbe discuterlo anche se, come tutto fa prevedere, l'Assemblea francese avesse a respingerlo a conclusione del dibattito che si inlzierà sabato a Palazzo Borbone. Una prova di questo nostro irremovibile atteggiamento si può trovare in un articolo che stamattina ha pubblicato l'organo democristiano II Popolo, che si dice ispirato direttamente da Piccioni e che sarebbe stato scritto dal sottosegretario agli Esteri on. Benvenuti. Non sappiamo pronunciarci sull'esattezza di queste attribuzioni, ma basterà notare che la parte centrale dell'articolo sembra fondata su un presupposto insussistente: e, cioè, sulla certezza che Mendès-France appoggerà alla Ca¬ mera francese 11 progetto di trattato per ottenerne la ratifica: <Per parte nostra riteniamo — scrive difatti II Popolo — che non sia neppure pensabile che un uomo della statura politica del signor Mendès-France si rimetta, in una forma o nell'altra, al Parlamento per la decisione finale; è evidente che in un'ora storica come questa spetta ai governi responsabili indirizzare i Parlamenti ed impegnare innanzi ad essi la propria responsabilità >. Questo del Popolo voleva essere un incoraggiamento e Mèndes-France a battersi ancora per la C.E.D. : ma lo stesso giornale, in un'altra pagina, è poi costretto a registrare le notizie provenienti da Parigi, secondo le quali Mendès-France non ha intenzione di porre la fiducia sulla questione della C.E.D. In queste condizioni sembra che scarso margine rimanga per associarsi all'ottimismo ufficiale, che oggi si esprime, attraverso l'Agenzia Italia, con questa rassicurante raccomandazione: c Non è il caso di drammatizzare le divergenze manifestatesi a Bruxelles nè di trarre anticipate conclusioni definitive dalla conferenza >. Una decisione sarà presa comunque dal Consiglio dei Ministri in una delle prossime riunioni, e in ogni caso non prima della settimana ventura. Sulla base dei risultati del dibattito alla Camera francese sarà stabilito se persistere ulteriormente sulle posizioni di un astratto ottimismo ovvero prendere un più realistico atteggiamento. Discussioni di pmpddmsgvnstdcgadPbcpbanèiiMiiiiiiiiiiihHiimiMiMniiiiiiiiiimniiiiiiniim politica estera si avranno comunque in occasione della ripresa parlamentare, perchè si dovrà esaminare 11 bilancio degli Esteri, e assai probabilmente verrà anche in discussione l'accordo per Trieste. Secondo voci corse nella giornata di oggi — che tuttavia non hanno ricevuto alcuna sostanziale conferma — ci si sarebbe infatti ulteriormente avvicinati alla conclusione di quelle trattative < minori > che ancora si svolgono ai margini del negoziato generale già concluso. In relazione a ciò 1 presidenti delle due Camere avrebbero concordato, in Via di massima, una riapertura del Parlamento per il 21 settembre, salva l'eventualità di una convocazione anticipata appunto in occasione del possibile annuncio del raggiunto accordo, In questo caso, tecnicamente, una - convocazione è possibile in 48 ore. Frattanto 1 presidenti delle due Camere — come già il Capo dello Stato — hanno ripreso le ferie, e sono tornati in provincia già quasi tutti 1 parlamentari ch'erano convenuti a Roma per le esequie di VeGasperi. Anche l'Ambasciato-re degli Stati Uniti, signora Luce, lascerà Roma domattina, partendo dall'aeroporto di Ciampino per far ritorno in America dove si tratterrà per circa due settimane. Soltanto Sceiba non ha ancora deciso quando riprendere l'interrotta cura delle acque di Fiuggi, ma non vi è dubbio che per il momento si debba calcolare su una certa pausa nell'attività politica v. g. miiimiiiiNiniiiim