Gli scambi di vedute nell'intensa vigilia

Gli scambi di vedute nell'intensa vigilia Gli scambi di vedute nell'intensa vigilia (Dal nostro inviato speciale) Bruxelles, 18 agosto. Domattina alle 10 i ministri degli Esteri dei sei Paesi delia «Piccola Europa» verranno ricevuti in una breve udienza dal re del Belgio, e subito dopo la conferenza avrà Inizio nella sala da pranzo del ministero degli Esteri. Due incontri preliminari, al centro dei quali è stato Charles Henri Spaak, hanno intanto preparato fin da oggi le basi delle discussioni. Questi incontri del ministro degli Esteri belga sono stati con Mendès-France alle 16, e con Adenauer alle ' 18. Se si considerano le rispettive posi tihaqumsczichdiprdcafatangilpp—mzionx dei due interlocutori, è, . .„„„ ii \ffacile capirne subito il sigiti-Jficato: Spaak vi ha assunto. come era logico a causa anche della sua qualità di ospite, la parte di mediatore. Ciascuno di questi colloqui ha avuto la durata di circa un'ora e mezzo e la loro importanza viene definita tdi chiarificazione >, ma si potreb¬ be anche aggiungere « di dis \ tensione ». La tecnica che vi ]Aa adottato Charles Henri | Spoofc, è stata quella di af- e o e o i n i i e a e a - frontare subito con la più grande franchezza gli argomenti che potrebbero essere domani la causa dei maggiori contrasti e di invitare i suoi interlocutori a fare altrettanto, mettendo senz'altro le carte in tavola. Inutile impegnarsi in lunghe trattative su quei punti particolari, per i quali i governi interessati sanno di non poter fare concessioni, egli ha detto; trattandosi di una conferenza fra uomini in buona ledei i quali si propongono un fine comune, che è quello di fare l'estremo tentativo per salvare un trattato già firmato dai rispetti^ governi, non c'è dubbio che la via migliore è quella della franchezza. Conoscendo Pierre MendèsFrance, si può ben immaginare come egli abbia seguito volentieri il collega belga su que sto terreno. Il Presidente del Consiglio francese non ha avuto d'altra parte bisogno di troppe parole per dimostrare che il suo piano sulla C.E.D non è affatto il risultato di un complicato gioco diplomatico ma semplicemente la conseguenza di un esame realistico della situazione del suo Paese Il trattato per la Comunità Europea di Difesa si trovava da due anni in un frigorifero, da cui nessun governo francese era in grado di tirarlo fuori per presentarlo alla ra drblerqrlfdaddpmtomctgdsFèdah tifica del Parlamento; egli non ha fatto altro che suggerire quello che gli sembra l'unico mezzo per raggiungere questo scopo. In quanto alle opposizioni di coloro i quali credono che il suo piano contenga modifiche troppo radicali al testo primitivo, con la conseguenza di snaturarne in gran parte il carattere, Mendès-France ha fatto osservare che non sono tanto i particolari che contano, quanto il fatto che, seguendo la via da lui indicata, il trattato potrà entrare ben presto in vigore. Sui particolari ci sarà sempre tempo e modo di intendersi — ha detto — quando la Comunità avrà incominciato a , . \funzionare, tanto più se essa JJm„„,„„„^ ..,„,„„,„„,„ w.- „„„. i , n e r n i r o è è l a di e D n o eo e à a o, no a dimostrerà veramente di essere un organismo per la collaborazione fra i popoli, nel quale nessuno cercherà di procurarsi posizioni di egemonia. A questo proposito, per ciò che riguarda in modo particolare la Francia, Mendès-France ha fatto osservare che, ai fini dell'unità europea, un trattato anche ridotto, ma approvato da una grande maggioranza del Parlamento e dell'opinione pubblica, sarà senza dubbio molto più efficiente che un trattato la cui ratifica venga ottenuta con imo scarto minimo di voti, anche se, in questo caso, si potesse mantenere il trattato nel suo testo integrale, SazdlaSdtGszdadfttbndrngsdrADopo il colloquio con Meu-jdès-France, avvenuto nella re- sidenza dell'ambasciatore di \Francia, Charles Henri Spaak è andato all'Hotel Metropole, dove il Cancelliere federale, appena arrivato da Bonn, lo ha ricevuto nel suo appartamento privato. Anche con Konrad Adenauer il ministro degli Esteri belga ha tenuto prcss'a poco lo stesso linguaggio, esponendogli con franchezza il proprio punto di vista sul progetto francese, in relazione soprattutto alla necessità di salvare la CED. Il Cancelliere è stato forse più riservato; però anche questo colloquio è stato esauriente e ha servito a sgomberare non pochi malintesi, preparando il terreno per l'incontro diretto che Pierre Mendès-France avrà domani con Konrad Adenauer. Si era creduto che l'ultimo colloquio della giornata sarebbe stato appunto fra il Presidente del Consiglio francese e il Cancelliere federale. Esso, oltre che ai problemi della C.E.D., avrebbe dovuto essere dedicato alla questione della Sarre, la cui soluzione dovrà avvenire prima della presentazione del trattato di Parigi e degli accordi di Bonn al Parlamento francese. La situazione giuridica della Sarre è infatti ancora quella di territorio occupato dalle truppe francesi, cosicché, se la Germania riavesse la propria sovranità prima che tale situazione giuridica fosse stata modificata, la Sarre passerebbe automaticamente a far parte del territorio della Repubblica federale. Questo, naturalmente, non lo credono neppure i tedeschi, cosicché è presumibile che un accordo potrà venire raggiunto senza troppe difficoltà nelle conversazioni dirette di questi giorni; è però necessario che le trattative vengano iniziate al più presto. Solo all'ultimo momento si è saputo che l'incontro fra Mendès-France e Adenauer è stato rinviato da stasera a domatti¬ Mendès-France (a sin.) accolto al suo arrivo a Bruxelles da Charles Henri Spaak (Tel.)

Persone citate: Adenauer, Charles Henri, Charles Henri Spaak, Konrad Adenauer, Pierre Mendès-france, Spaak

Luoghi citati: Belgio, Bonn, Bruxelles, Europa, Francia, Germania, Parigi