L'orchestra al passaggio a livello saluta la sedicenne che parte di Arrigo Benedetti

L'orchestra al passaggio a livello saluta la sedicenne che parte ORE DI l X XOCEXZA AL NIGHT-CLUB L'orchestra al passaggio a livello saluta la sedicenne che parte Anche la Versilia ha i suoi «teenagers» - Quando c'è morta, i ragazzi (pagando mille lire) hanno il pranzo servito e il compito di dar fuoco alla serata • S'alza un improvviso urlio: è una meravigliosa caccia ai pellirossa, la pista è invasa da una danza selvatica e bizzarra - L'orchestra cerca di ricondurre gli allegri birboni ad un ritmo più ordinato - La gente arriva, entra, si ferma - E' il trionfo r una festosa, bonaria gioventù (Dal nostro inviato speciale) Versilia, agosto. Il padiglione del night-club era quasi vuoto, poche persone sedevano nei punti meno illuminati della sala, l'orchestra seguitava a suonare benché dominata da un principio di sonno; i camerieri s'appoggiavano ai tavoli vuoti. A destra di chi entrava, vicinissime alla pista da ballo sedevano sette donne, che, ad un primo sguardo, parevano avere almeno cinquantanni, mentre, osservando meglio si capiva, che l'errata valutazione della loro età derivava dal predominio che aveva nel gruppo una signora grassa, vestita di bianco, con gli occhiali sul naso. Le sue compagne invece erano tra i venticinque ed i trent'anni. Le sette donne lavoravano a maglia, cosa che attirava subito l'attenzione d'un locale che gode in Versilia fama d'eleganza e quasi di licenza. Sui tavoli inforno a cui s'erano raccolte le sette donne si vedevano tazzine di caffè, bottigliette di sughi di frutta. Questa scena offrono spesso, a metà settimana, molti night-clubs della costa affollatissimi e vivaci solo il sabato e la domenica. Diventano, quei locali notturni, come appendici dello stabilimento balneare, tanto che vi si ritrovano, vestite, le stes¬ se persone che la mattina si sono incontrate, quasi nude, sulla spiaggia. In certi momenti, nel night club che ora descriviamo e di cui annoteremo aspetti che i clienti di fine settimana non auranno mai modo d'osservare, il fruscio delle onde aveva il sopravvento sull'orchestra. Il mare sembrava avvicinarsi, lambire le pareti di tela e canne, finché si ritirava davanti alla controffensiva del jazz. Pareva una gara mentre era solo un gioco del vento. In certi momenti, le sette signore sedute ai margini della pista sembravano avere freddo, si stringevano negli scialli di lana bianca; se una avesse avuto il coraggio di proporre d'andare a letto, nel gruppo si sarebbe diffuso un generale sollievo. Un battere di stoviglie Ad ascoltare meglio, sotto il rumore dell'orchestra il brontolio del mare, s'avvertiva un soffocato sussurrio e un sonoro battere di stoviglie. Proveniva dalla sala da pranzo, attigua al bar, dove, intorno ad un lungo tavolo rettangolare, sedevano coloro che, nei giorni non festivi, dominano la costa: i giovinetti e le giovinette che appena hanno quattordici anni mentiscono dicendo di averne sedici, e che appena ne hanno venti tornano a mentire abbassando la loro età a diciotto. Gli americani chiamano questi adolescenti teenagers (cioè quelli dell'età in teen, che va dai tredici ai diciannove), né qui in Versilia trovo un nome che meglio li definisca. Mangiavano dunque, quella sera di metà settimana, i quindici teenagers quasi in silenzio, con una compunzione per loro inconsueta. Si sorvegliavano a vicenda. Sedevano alternati sei giovinetti e sei giovinette, restavano in fondo al tavolo tre ragazzi che forse non avevano nemmeno quattordici anni, e che appunto per ciò protestavano continuamente per la 7>iancanza di bevande alcooliche. La consueta spigliatezza era come congelata dal proposito d'apparire all'altezza d'una consueta responsabilità: quella di cenare fuori di casa. E dimenticavano l'esempio dei genitori, e in generale degli adulti, i quali, quando al mare siedono intorno ad un tavolo di ristorante, diventano sguaiati, capaci di mangiare il pesce fritto con le mani, di rubare cibo nel piatto del commensale. Ad un certo punto il clamore del mare diventò cosi vicino che era possibile adattare la mente all'assurda immagine delle onde che invadono il padiglione di legno, tela, canniccio. Ormai le sette donne, dominate dalla cinquantenne, parevano sul punto d'addormentarsi. In quanto ai camerieri, non si voltavano più, quando, dalla corsia della strada litoranea, arrivava il rumore d'una brusca frenata. L'automobilista, premuto il piede sul freno, dava uno sguardo all'ingresso del night-club, ne avvertiva il deserto, la melanconia, ed accelerava diretto a nord, magari verso posti più, popolari e pieni di vita anche nei giorni morti della settimana. Ogni tanto, qualche macchina si fermava, ne scendevano uomini sui quarant'anni, che, penetrati fino al bar, si fermavano, ordinando un caffè che buttavano giù anche se bollente per scappare subito. Pagare il conto Eppure ad un tratto, quella densa noia svanì. Nella sala da pranzo s'alzò un improvviso e gaio urlio; come di ragazzi che si mettessero a giocare ai pellirossa. Una ragazza con la coda di cavallo biondo cenere corse sulla pista inseguita da due ragazzi col cayniciotto a colori vivaci. Seguirono gli altri dodici ragazzi, accomunati in un medesimo slancio, tanto che sembrava che ballassero seguendo un tempo che arrivasse solo ai loro orecchi, chissà da quali lontananze; diverso comunque da quello dell'orchestra. Il mare rumoreggiò ancora per un po' ma poi venne dimenticato. Nessuno ascoltava più i fruscii e le frenate delle automobili sulla litoranea; dall'ombra uscirono alcune coppie anziane, la pista diventò presto gremita. L'orchestra si mise ad inseguire i giovani ballerini, li raggiunse, li costrinse al suo ritmo. Il sonno era svanito, la luce delle lampade pareva j/i» viva, e quando il direttore tlclla sala, con malizia veramente gratuita, abbassava li luci, la notte anziché riportare nella sala l'onda di I sonno diventava piena ili jresco e casto eccitamento. I quindici ragazzi ogni tanto dominavano da soli la pista, gar< ggiavano tra loro ballando un charleston; si esibitane) in figure difficili, destando gli applausi di tutti: perfino dei camerieri. Emergi vano con questi loro virtuosismi da una folla che diventava sempre più densa; ne erano poi assorbiti, specialmente quando, alle danze frenetiche, seguivano i melanconici slow, che lasciavano di nuovo udire il fragore del mare. A mezzanotte in punto, però, la voce dell'altoparlante disse perentoria: c / ragazzi che hanno mangiato qui, tornino a sedersi nella sala da pranzo ». / giovani ballerini, a questo comando, lasciarono la pista, si sedettero ai loro posti, compunti e ora quasi intimiditi: era il momento dei conti. Un cameriere infatti raccoglieva su un vassoio la quota della serata: tirasse fuori, ogni ragazza e ogni ragazzo, le sue mille lire; aggiungessero cento lire se prima d'andare a letto (perchè era giunta l'ora di ritirarsi, tacitamente pattuita tra le famiglie e questi teenagers) voleva un sugo di frutta o qualche altra bibita. Relazioni amichevoli Cosi, col pagamento di mille e cento lire, finiva una serata che ad altri clienti ne sarebbe costata almeno cinque o sei mila; conseguenza d'un accordo intervenuto tra alcuni night-clubs della costa ed i ragazzi della spiaggia, i quali nei giorni melanconici di mezza settimana ravvivano e chiamano pubblico in locali altrimenti dominati dalla noia. Tra questi giovani e le orchestre, infine, si stabilisce un'armonia come quella che potrebbe darsi tra due troupes di professionisti che s'incontrano per dare uno spettacolo. Non è raro che in vista d'una serata col pranzo a riduzione, i teenagers della spiaggia trascorrano il pomeriggio nelle sale da ballo deserte per provare un ballo. Qualcuno sogna di poter organizzare spettacoli ispirati per esempio al Carnet de notes dei Gobbi. Ci sono quindicenni milanesi che imitano perfettamente Franca Valeri e Bilia Zanuso da rivelazione televisiva della scorsa primavera). Ma le famiglie negheranno sempre il permesso, già allarmate come sono di vedere i loro figli diventare un richiamo per locali notturni. Eppure le relazioni tra le orchestre e i teenagers versatesi sono così amichevoli che in certi momenti è difficile distinguere un suonatore di sassofono da uno stu¬ dente bocciato alla maturità classica. Si danno del tu, si chiamano per nome. Questi jazzisti, ostili come sono ad ogni divismo, si mescolano volentieri nella folla balneare. I viaggiatori della linea Roma-Genova, negli ultimi giorni di luglio, si saranno accorti che talvolta al passaggio a livello della via Aurelio, subito dopo la stazione dì Viareggio, sosta una piccola e rumorosa orchestra. Quei viaggiatori certamente penseranno che in qualche scompartimento di prima classe sia nascosta un'attrice cinematografica famosa. Forse non s'accorgono che, alle prime battute del jazz, una giovinetta, che ora nell'abito cittadino dimostra tredici anni anche se ne ha quindici o sedici, corre al finestrino, si sporge, grida qualche cosa... Spesso la giovane viaggiatrice, dopo quello scoppio selvaggio d'allegria, ricade sul sedile pensierosa; qualche volta, anche se di rado, si mette a piangere. Erano andati a salutare la giovinetta, mescolati i?isicme, i giovani villeggianti e i suonatori dell'orchestra, raggiungendo il passaggio a livello della via Aurelio, in bicicletta, in motoscootcr, raramente in automobile. Ma non c'è tempo per lasciarsi dominare dalla melanconia. La fanciulla che sta viaggiando verso nord, non si faccia illusione, perchè, almeno momentaneamente, è già stata dimenticata. Tutti hanno fretta, desiderosi come sono di correre a casa per strappare mille lire alla madre e correre al night club. Ciò che avviene, intendiamoci, non più d'una volta la settimana. Le altre sere i teenagers della costa occupano le ultime file dei cintvia all'aperto. Il sabato sera, quando, essendo negata ogni riduzione, il night-club diventa ancor più suggestivo, qualche ragazzo diciottenne ardisce, da solo, entrarvi, mescolandosi con la folla di fine settimana, composta di gente che sconcerta il giovinetto. La sala stessa sembra diversa: vi domina una allegria grossolana, piena di sensualità; perfino i suonatori dell'orchestra hanno un volto diverso, come se fossero provvisoriamente invecchiati. Arrigo Benedetti 1B

Persone citate: Bilia Zanuso, Franca Valeri

Luoghi citati: Roma, Viareggio