Raffreddore ed influenza curati con la scorza di limone di Angelo Viziano

Raffreddore ed influenza curati con la scorza di limone Raffreddore ed influenza curati con la scorza di limone Un nuovo farmaco scoperto da due americani - La sostanza, che viene estratta dalla parte bianca dell'agrume, proteggerebbe le mucose dall'invasione del virus I dottori americani Biskind e Coda Martin annunciano una nuova «portentosa) terapia del raffreddore. Merita ora vederne l'attendibilità. II nuovo mezzo di cura deriverebbe da sostanze tratte dal sottostrato bianco della scorza di frutti citrici, specialmente da quella dei limoni. Tali sostanze agirebbero terapeuticamente se messe in combinazione, in parti eguali, con la vitamina C. Anche questa vitamina, detta altrimenti acido ascorbico, è un patrimonio ab bendante del Unione, per quanto ami starsene nel succo. Nel flavedo degli agrumi, quanto dire nella corteccia gialla, ci sta vitamina B; la quale si ritrova in minor quantità nell'albedo, che è la parte bianca tra la corteccia e la polpa del frutto. Vitamina A c'è pure nella scorza degli agrumi e nell'olio essenziale secreto dalle ghiandole del flavedo. specie nelle arance. Non basta: il limone contiene ancora una certa vitamina P, quella « citrina » che regola la permeabilità dei vasi sanguigni, e che sarebbe il risultato del miscelamento naturale di due flavoni, cioè di due elementi coloranti vegetali, la esperidina e la eriodictina. Orbene si può dire che i frutti citrici siano scrigni di vitamine e che, dunque, le sostanze prelevate dalla parte bianca dai due studiosi americani agiscano almeno in funzione vitaminosimile se non addirittura ormonale. Ma le vitamine non hanno azione diretta antibatterica e — sottolineiamo — neppure an tivirale, tenuto conto che raffreddore ed influenza sono ca¬ gionati da virus, cioè da agenti infettivi che stanno per grandezza ai microbi generici quasi come la pulce sta all'elefante. Invero se di solo raffreddore si fosse parlato ci si sarebbe magari potuti limitare a considerare quello allergico, la cosiddetta rinite da fieno, da polline, non, dunque, virale. E per quelfo la semplice vitamina C, somministrata però ad altissime dosi giornaliere, era già apparsa di grande efficacia al dott. Holmes nei suoi esperimenti; sul quali si appoggiò il dott. Medawar per presentare, all'ultimo congresso di vitaminologia, gli ottimi risultati da lui vantati nel combattere l'allergia con la somministrazione di grandi dosi di succo di limone. Tornando alle forme infettive c'è, ad ogni modo, da ricordare che anche lì la vitamina C esplica un compito non indifferente; tanto che appare sempre necessario aggiungerla alla terapia fondamentale. Per quale via si accresca il fabbisogno non è sempre chiaro. Una suggestiva spiegazione, per quanto riguarda l'insediarsi delle malattie da raffreddamento, come appunto il raffreddore, l'influenza e le tonsilliti, è stata ultimamente affacciata. Partendo dal fatto che l'azione perfrigerante induce uno sforzo di difesa dell'organismc e che per ciò questo aumenta la produzione del cortisone; visto che senza vitamina C le capsule surrenali non riuscirebbero a sintetizzarlo, ci si è sentiti autorizzati a pensare che una volta esaurite le proprie riserve quelle ghiandolette ne reclamano altro approvvigionamento dal sangue, che a sua volta è costretto ad asportarlo da altri organi. Ed ecco che, Be subito non si arriva con un'adeguata immissione dall'esterno, non entra in azione neppure quella difesa immunitaria che dovrebbe arrestare l'invadenza dei virus sulle mucose aggredite. Può darsi che, così concepì-ti i fatti, la vitamina C som- ministrata tempestivamente valga in funzione preventiva;ma da sola è un pp' troppo crederla terapia efficace. Nel farmaco oggi sbandiera-to essa entra soltanto per ilcinquanta per cento; l'altrametà è costituita da sostanze,come si è detto, derivanti dal-la parte bianca della cortecciadell'agrume e delle quali nonè ancora precisata la natura.Esse dovrebbero, dunque, es-sere le potenziataci dell'azionemedicamentosa. Sulla scia diquanto e stato affacciato perla vitamina C, verrebbe da pensare anche ad una parteci-di essa conosciamo una certaattività biochimica pure nellacorteccia delle capsule surre- nali, Ogni illazione è, tuttavia,prematura. Quello che di certo si può pensare è che non sitratti di un rimedio ad azionediretta antivirus, ma tendente a proteggere il terreno, quanto dire le mucose su cui gli infi- nitesimali germi dirigono la loro minaccia. Quando questa e già passata nell interno cel-lulare non c e che da restare perlomeno scettici sul valore terapeutico del nuovo farmaco. terapeutico del nuovo farmaco Angelo Viziano

Persone citate: Coda Martin