Il maresciallo Von Paulus pancetta appena sbocciata di Enrico Altavilla

Il maresciallo Von Paulus pancetta appena sbocciata Il maresciallo Von Paulus pancetta appena sbocciata Pia che un generale sembra uno studioso - E' accompagnato da tre giovanotti nerboruti - Un appello (sbagliato) agli antichi compagni - Alla testa del "Comitato per la riunificazione della Germania» (Dal nostro inviato speciale) Berlino Est, S agosto. I/automobile del maresciallo Von Paulus, lo sconfìtto di Stalingrado, si ferma nella Stalinallee, all'altezza del ristorante Budapest, separato dalla strada per mezzo di una ' lista di prato, da cui si innalza l'afrore del concime sparso di recente. E' una < Pobeda » nera, con la targa russa CM 54760, probabilmente la stessa che il maresciallo aveva a Leningrado quando era insegnante dell'Accademia militare; la stessa che lo portò in Germania l'ottobre passato. Adesso Von Paulus veste in civile, di grigio, cravatta e scarpe nere. Un tic nervoso che frequentemente lo costringe ad una smorfia, i capelli quasi tutti bianchi, gli occhiali di tartaruga, la pancetta appena sbocciata, le spalle curve ma bene in carne gli danno più l'aria d'uno studioso che di un antico ufficiale. « Sono unicamente uno scrittore di cose militari» dice; e dimentica di essere sottosegretario al Ministero degli Interni e ispettore generale della « Wvhrmacht rossa », l'esercito semi-clandestino di cui diverrà comandante in capo quando i russi decideranno di riarmare ufficialmente la Germania sovietica. E' accompagnato da tre giovanotti nerboruti — discepoli, turiferari, agenti di scortai — che prendono posto con lui nella sala sotterranea del ristorante, il « Tokajkeller », dove è obbligatorio ordinare vini ungheresi smaccati e sciropposi. Il « Tokajkeller » è il ritrovo più, accorsato di Berlino-Est ; vi si danno convegno Brecht, il commediografo, Nuschke, il vice-presidente del Consiglio, Arnold Zweig, lo scrittore, gli attori del « Theater am Schifferbauerdamm», uno dei pochi locali notturni dove ancora sono consentite al « conférencier » ingenue facezie anticomuniste. Al « Budapest » due tavole su tre sono occupate da gente che viene da BerlinoOvest, attirata da una cena a buon mercato. La svalutazione del marco orientale fa scendere, a chi approfitta del cambio di borsa nera, a duecento lire il prezzo di una porzione di oca arrosto, il cui olezzo sembra essere più forte del timore di varcare la frontiera tra le due Berlino — impreso del resto non difficile. Così i ristoranti di lusso del settore sovietico — il < Warschau», il <Neva», V* Adria » — fanno dura concorrenza ai locali dei quartieri alleati. Caviale, wodka, spumante caucasico, polli, bistecche abbondano come durante il periodo della conferenza quadripartita; ed ugualmente pieni di merci, come allora, sono i negozi della Stalinallee e di Alexanderplatz. Ostacoli da superare All'ingresso del « Tokajkeller » uno striscione di propaganda, che risale ai tempi della conferenza, invita i tedeschi delle due Germanie « a sedersi alla stessa tavola»; e per quanto riguarda le tavole imbandite il motto « Deutsche an einem Tisch » ha trovato, almeno nei ristoranti di Berlino-Est, facile ed entusiastica applicazione. Per fare poi sedere gli statisti delle due Germanie intorno alla tavola di una conferenza politica, i russi hanno tolto Von Paulus dalla naftalina e gli hanno permesso, questi giorni, di rivolgere un appello ai suoi antichi compagni d'arme. E' stata una mossa falsa della propaganda comunista, tanto erronea quanto è stata felice la tolleranza nei confronti dei seicentomila pellegrini riuniti a Lipsia per il congresso evangelico. Anche dopo l'altra guerra t tedeschi si strinsero intorno ad un maresciallo, è vero. Ma Hindenburg era il vincitore di Tannenberg, personificava lo spirito dei prussiani battuti ma indomiti, degli invictis vieti victuri sull'epitaffio al monumento per i goliardi berlinesi caduti sulla Marna. Eleggendo Hindenburg presidente del Reich i tedeschi si rifecero la bocca dalla disfatta. Von Paulus è lo sconfitto di Stalingrado. Bisogna avere vissuto i tre giorni di lutto nazionale ordinato da Goebbels il gennaio 1943 per la caduta di Stalingrado — chiusi tutti i locali pubblici, soltanto tristi marce militari alla radio, dovunque facce da funerale, e nell'aria, per la primo volta, la sensazione che Hitler non era invincibile, che la guerra poteva essere perduta — per comprendere l'assurdità di mettere Von Paulus alla testa del « Comitato per la riuniscanone della Germania ». Proprio lui che è stato presidente, durante la guerra, del « Comitato per la liberazione della Germania », organizzato dai russi, del quale, fra tutti gli ufficiali prigionieri, fu il solo ad accettare di fare parte. «To sono stato un De Castries ante litteram > — predica adesso il maresciallo. E tenta di provare che la sua <armata di spettri», inchiodando per piic mesi i russi sulle sponde del Volga, compi un sacrificio premeditato, necessario, utile come quello dei difensori di Dien Bien IPhu. E si è spinto a lodare \ il defunto maresciallo Guderian, bestia nera dei giornali comunisti, che sostiene la stessa tesi in un suo libro. Ma l'equivalenza < Stalingrado-Dien Bien Phu » è respinta dagli altri generali tedeschi, — che considerano Von Paulus un incompetente e un traditore —, ed anche dai generali sovietici. € Fummo noi ad imporre l'emorragia di Stalingrado a Hitler >, ha scritto Stella Rossa, rispondendo a Von Paulus. L'amico che mi ha accompagnato al < Budapest » conosce molto bene il maresciallo; e pensa che la presenza dei tre giovanotti nerboruti renda sconsigliabile l'incontro progettato. < E' un uomo sospettoso, scostante e sulle sue; cocciuto e convinto, come tutti noi tedeschi da Lutero a Hitler, della necessità e della ineluttabilità della propria missione. Ignora l'odio e l'antipatia che ispira: tale cecità rappresenta uno di quei difetti che spesso favoriscono le nostre vittorie ». < Ma si rende conto degli ostacoli da superare!» domando; e l'amico vispo"'e: < Sì, è uomo di coscienza ». <Sono stato a fargli visita a Dresda, dove abita sulla " collina del cervo bianco ", in una elegante villa sequestrata a un industriale. Sullo scrittoio aveva, incorniciati, una massima di Goethe e un verso di Shakespeare che sembrano la premessa e la conseguenza dell'incarico a cui si è sobbarcato: « Untersuchen was ist und nicht was behagt > e c So foul a sky clears not without a storm >. E certamente chi esamina la situazione delle due Germanie quale è e non quale si desidera che I sia, deve concludere che un \ cielo cosi fosco non può rischiararsi senza una tempesta ». < Il nostro colloquio fu breve e dedicato ad un solo argomento: Von Paulus. Il maresciallo parlava di se stesso con modestia, ma senza interruzione. La sua voce sgranata — e non soltanto la voce — mi chiamava alla memoria un altro generale che crede nella propria missione, De Gaulle. Ed è a De Gaulle che Von Paulus pensa, quando propone una alleanza triangolare fra la Russia, la Francia e la Germania: una Germania che dovrebbe ristabilire e mantenere l'equilibrio in Europa». Esecutore d'ordini <Il progetto di un asse Parigi-Berlino-Mosca non è nuovo — dico —; ma perchè incaricare un antico generale nazista di attuarlo! Un generale che vive nella ' parte della Germania dove il Sedantag, il < giorno di Se dan », è festa nazionale e dò, ve sui francobolli sono state messe le teste dei generali ; tedeschi che combatterono ! contro Napoleone!». < I fran] cobolli — risponde il mio j amico — possono essere mes! si fuori corso, il Sedantag ! abolito. E Von Paulus, che ; è stato ineducato politica| mente » durante gli anni del; ;a prigionia, viene considej rat0 dai russi un esecutore ! ideale di ordini. I dirigenti , del partito comunista tede| sc0 non hanno fatto mistero della avversione all'esperir : , Von Paulus. Ma si ! I""50 a ^Pos^one tuttala , lor° macchina propagandi- i stica> <3"«»d° U maresciallo, riecheggiando le istruzioni di ! Afosca, ha proclamato la ne- cessità di battere tutte le : strade che possono portare ! alla unificazione e alla neu- i £ra!i2za2Ìo)ie della Germa- I nia ». < Secondo j russi la neu- tralizzazione rappresentereb- be a rimedio per tutte le , sciagure che abbiamo sem pre, pr°c"r"Ì°. a "0i ,fÌeÌS* \ Mals. ^ Va n0US guérir du remèae? ». i Von Paulus, che ha man- giato e bevuto paicamente, si alza e, dirigendosi verso l'uscita in compagnia dei tre scagnozzi, saluta il mio amico con un mezzo sorriso e con uno sguardo cipiglioso. Nel « Tokajkeller » nessuno sembra averlo riconosciuto, quantunque la sua fotografia sia apparsa più volte, di recente, nei giornali in occasione delle conferenze stampa tenute alla Haus der Presse. E' una figura tragica, probabilmente ancora prigioniero dei russi < su parola d'onore », sicuramente prigioniero di se stesso. Ha obbedito aU'ukase sovietico di mettersi alla testa del movimento per la neutralizzazione della Germania, senza discutere, come obbedì al befehl di Hitler per la difesa di Stalingrado; ha obbedito pur sapendo di andare incontro anche questa volta ad una disfatta quasi sicura. Del resto, sul campo di battaglia gli errori si pagano sempre, mentre in politica possono talvolta rappresentare la chiave del successo. Specialmente quando il difetto — la cocciutaggine — rappresenta la forza nazionale e tradizionale di un popolo intero. Enrico Altavilla