Misteri d'Oriente a Villa Wesendonk di Marziano Bernardi

Misteri d'Oriente a Villa Wesendonk COLTURA ARTISTICA IN SVIZZERA Misteri d'Oriente a Villa Wesendonk Aura di alla poesia e di sogni - Miti religiosi e arcana psicologia esotica Il sorriso della Gioconda sul volto di Buddha o di una- danzatrice di Giava - Un segreto che si ripete da secoli: l'immagine ideale dell'uomo (Dal nostro inviato speciale) Zurigo, agosto. Come non risalire, in ogni ritorno alla chiara Zurigo, l'arborato pendìo dalla Seestrasse al Rieter Park? L'azzurra luce del lago giunge quassù intenerita, si diffonde filtrata dal verde delle lucide magnolie sul tappeto del vasto prato, e una nobile calma, un silenzio antico fanno solenni le presenze dei neri abeti, delle annose querce, dei faggi purpurei. Qui, in questo bellissimo luogo di pace in contrasto col trasporto del poeta, si fissò sulla pagina lo squillo metallico della spada di Sigfrido; qui per la prima volta, nella romantica catarsi d'amore e di morte, cantarono gioirono piansero II Tristano e l'Isotta del dramma lirico ottocentesco. Perchè qui è la serena villa neoclassica dei Wesendonk; e in questo parco, fra questi muri e il poco discosto «Asi a a i o o o ! lo » del tormentato ospite, quasi un secolo fa si svolse — forse puro in una sfera di contenuti desideri, forse più umanamente passionale — l'idillio di Wagner e Matilde; finché il timore della catastrofe morale o le aspre contingenze materiali o la febbrile inquietudine creatrice non posero in fuga nuovamente il randagio. , Oggi la villa delle ideali intimità, dei sogni sovrumani, delle musiche sublimi è diventata un museo colmo delle più misteriose bellezze esotiche: al margine di un incantevole giardino pubblico dove sostano nel lungo declino del meriggio estivo gli zurighesi che cercano il raccoglimento. Non parlano; guardano, meditano, soprattutto leggono. Nemmeno i bambini fan chiasso, giocano gentili e composti, a gruppetti presso le mamme, e se ogni tanto dal gioco si leva uno strido, una risata, un richiamo, pare il frullo di un uccello tra le frasche. Poi scende il crepuscolo, pallido e languido sulla collina dèi Dolder, brillano i primi lumi nelle case e nelle vie del declivio orientale della città, e più profonde si fanno le ombre sotto le piante, e scoloriscono le rose delle aiuole. E' l'ora che in basso le mille vetrine della Bahnhofstrasse s'accendono di tubi al neon e che la corrente delle automobili con le targhe di tutti i Paesi del mondo sembra dover straripare sull'ordinato traffico. E' finito 11 lavoro metodico di quattrocentomila persone, comincia la pacata vacanza serale svizzera; ed anche i solitari del parco discendono, sempre a coppie, il libro sotto il braccio, mentre il brivido lieve della brezza notturna passa sulle cime degli alberi incupiti. Sollecita, la guardiana del Museo Rietberg, nel quale sono esposte le meravigliose collezioni donate a Zurigo dal barone von der Heydt, non mi ha lasciato mancare l'avvertimento che certo dà ad ogni visitatore straniero. La sala di musica dove Matilde Wesendonk accoglieva Wagner, e dove pagina per pagina udì formarsi le melodie del Tristano e Isotta, è quella, col soffitto sorretto da due colonne, che guarda a mezzogiorno della celebre « Collina verde ». Pur questo lato della villa ha, come la facciata, un ingresso a colonnato dorico ed ampie finestre. E' sulla medesima radura erbosa di adesso, è su quell'immenso faggio dalle foglie porporine, non lungi dal quale s'alza ora la atele che rammemora il fecondo musicale soggiorno, che il compo-, sitore levandosi irrequieto, concitato dal pianoforte (si conoscono i suoi fantasticamenti ed i capricci, le sue tiranniche esigenze nel titanico lavoro) lasciava errare lo sguardo cercando nelle forme e nelle voci naturali suggestioni che lui solo intendeva? Ciò ch'è sicuro, benché un giardiniere mi dica che poco o nulla è mutato del parco in cent'anni, è che a un mistero di poesia fra queste pareti, come per fatalità, un altro e seguito, diverso ma ugualmente straordinario. Quello era creazione in atto, saga del nordico Occidente e leggenda di primitiva derivazione orientale, che si trasformava in idee e sentimenti sull'onda di un ritmo interiore da concretare strumentalmente; questo è creazione compiuta, mito religioso ed arcana psicologia esotica che nella fissità della plastica subito ci si presenta col suo aspetto tangibile, e in un suo segreto che si ripete da secoli e per secoli si ripeterà agli occhi umani. E' dinanzi a questo secondo mistero di poesia, a questi capolavori dell'antica scultura indiana e cinese che si susseguono sempre più affascinanti ed enigmatici nelle sale di villa Wesendonk diventata di recente l'incomparabile Museo Rietberg, che ripenso ad una frase consegnata da André Malraux nella sua Psychologie de l'art: < La prima cultura artistica universale, che senza dubbio trasformerà l'arte moderna in quanto finora l'orientò, non è un'invasione, ma una delle conquiste supreme dell'Occidente. Accettata o no, l'Occidente non potrà illuminarsi che con la torc'i che impugna, anche se la sua mano si scotta; e ciò che questa torcia rischiara, è tutto ciò che può accrescere il potere dell'uomo >. Ed il potere accresciuto consiste in questo: che il sorriso famoso per il quale milioni di riguardanti fantasticarono fissando « il più bel quadro del mondo >, il sorriso che dalle labbra della supposta Monna Lisa si diffonde sul paesaggio impossibile d'acque e di rupi, quello stesso sorriso in cui Walter Pater vide « l'animalismo della Grecia, la lussuria di Roma, il misticismo del Medio Evo con la sua ambizione spirituale e i suoi amori ideali, il ritorno del mondo pagano, i peccati dei Borgia », io lo scorgo identico, carico anch'esso d'insolubili segreti, d'insondabili fascini, sui volti scolpiti cinquecento o mille o duemila anni innanzi, e nel centro di remoti continenti da ignoti artisti, di questi Buddha e Bodhisattva indù e cinesi, di queste danzatrici di Giava o del Siam, di queste divinità misteriose che col loro culto animarono di fede o di saggezza le civiltà di popoli da secoli sepolti dalla giungla. Identico nella potenza d'una definizione di umana (o sovrumana?) sensibilità; identico — se non superiore — nella potenza dell'espressione artistica. Che più? Da una di queste teste impassibili tempo ed intemperie han quasi cancellato i tratti leggibili; eppure sulla superficie rosa dai venti e dalle piogge, più che l'accenno, il senso di codesto sorriso impenetrabile trapela dall'interno della pietra, ipnotizzante, ossessionante, come per una magìa che non so e non m'importa spiegarmi. Come avviene ch'io provi la stessa impressione inesprimibile unendo alla vista dello stupendo oggetto esotico — in un'abissale distanza di età, di spazio, di gusto — il ricordo di un dipinto fiorentino? Risponde ancora Malratfx: <La cultura consiste di tutto ciò che permette all'uomo di conservare, arricchire o trasformare senza indebolirla l'immagine ideale che di lui stesso egli ha ereditato ». E non conta che quest'uomo sia un indù di dieci secoli fa od un italiano del Cinquecento. E' la stessa risposta che mi dò percorrendo nel Museo Rietberg le sale ospitanti la mostra temporanea dell'antica arte peruviana: stoffe che potrebbero esser tessute su disegni di Braque, ceramiche che mai Picasso pensò così estrose di forme e di smalti, connubi umani e ferini, avvolgimenti di belve quali il candore di Rousseau il Doganiere, più che l'impetuosità romantica di Delacroix, avrebbe potuto trarre dall'immaginazione alla realtà figurativa. Cultura, cultura... Dono di cui, anche per questo stupendo Museo e per questa mostra così ricca d'insegnamenti, affacciato alla terrazza di viiln Wesendonk, ancora una volta ringrazio Zurigo che là In fondo splende sul suo lego ridente. Ma sia l'ignoto scultore indiano o cinese, sia Leonardo, sia Wagner, è sempre al genio del poeta che si deve la gratitudine suprema: « Seigneurs, vous plait-il d'entendre un beau conte d'amour et de mort? C'est de Tristan et d'Yseult la reine ». Marziano Bernardi

Persone citate: André Malraux, Braque, Delacroix, Matilde Wesendonk, Picasso, Rousseau, Tristano, Walter Pater

Luoghi citati: Grecia, Roma, Zurigo