La figura del chirurgo

La figura del chirurgo La figura del chirurgo Allievo di Carle, iniziò la carriera fra le vittime del terremoto di Messina Svolse per 42 anni opera infaticabile al Mauriziano - Nel '53 si era ritirato dall'incarico di primario - Mercoledì sera aveva ancora compiuto un intervento a Susa Fra i medici che nel 1908 furono mandati da Torino a Messina per prestar soccorso alle vittime del terremoto, c'era un giovane appena ventitreenne, laureatosi qualche mese prima nel, la. nostra Università: il dott. Guido Bertone. Il futuro primario del Mauriziano non godette in quel viaggio di molta considerazione da parte dei colleglli, tutti più anziani: il suo aapetjto da adolescente faceva si che si stentasse un poco a considerarlo già un chirurgo esperto. 1 Ma 1uando lo videro all'ope ;ra ln saIa operatoria, instancaiblIe nonostante le notti l bile nonostante le notti insonni trascorse all'addiaccio, tutti i colleghi no rimasero ammirati. Era un dottorino con l'esperienza di un veterano. Un'esperienza forse innata, ereditata dal padre — medico assai noto ad Alessandria — o appresa in pochi anni dal ,suo grande maestro, prof. An j tonio Carle, a quell'epoca prima- rio del Mauriziano. Rientrato da (Messina, il dott. Bertone fu insignito di una decorazione al valor civile. Da Alessandria, dove era nato 11 21 luglio 1885, Guido Bertone era venuto a Torino per intraprendere gli studi prediletti: medicina e chirurgia. Il padre lo aveva affidato al professor Carle, di cui era amico. Conseguita la laurea a pieni voti, 11 dott. Ber Itone divenne in breve tempo il I più apprezzato assistente del suo maestro. Si specializzò in ginecologia e dopo pochi mesi fu propoi « or- i mosso prima « aiuto *: jdinario » dell'ospedale, | La sua attività non , , , jze, partecipava a congressi, com , ] pilava trattati di medicina, sulla era però circoscritta alla sala operatoria o alle corsie. Conosceva alla perfezione il tedesco, il francese e lo spagnolo, e sono merito suo le migliori traduzioni di numerose opere di chirurghi tedeschi, come lo Stòckel. Teneva conferen- - scorta delle proprie esperienze. Nel 1925 aveva conosciuto a Roma la signorina Ada Ponti, figlia di un diplomatico argentino. Dopo un breve periodo di fidanzamento, il 23 maggio dello stesso anno si sposarono. Nel 1927, apprezzato ormai in tutta Italia, il prof. Guido Bertone fu chiamato a sostituire, col prof. Massa, 11 prof. Carle nella carica di primario del Mauriziano. Vi rimase fino al gennaio del 1953, e quando per limiti d'età fu costretto a dimettersi, l'ospedale gli offri, in segno di gratitudine, una medaglia d'oro e lo nominò primario onorarlo. Nonostante l'età, aveva conservato le caratteristiche che lo avevano fatto distinguere agli inizi della carriera. «E' stato l'uomo più attivo che io abbia conosciuto — ci diceva ieri sera il prof. Frattlnl, suo allievo ed amico fraterno —. Pur essendo 6Ulla soglia del scttant'anni, non aveva un attimo nella sua giornata che non fosse in qualche modo dedicato alla medicina ». Due volte alla settimana si recava a Valenza, dov'era consulente presso l'ospedale che l'Ordine Mauriziano ha costruito in quella città. Ieri, come ogni mercoledì, si era recato ad operare nell'ospedale di Suso. Spesso impiegava il tempo libero recandosi ad assistere agli interventi del prof. Dogliottl, al quale era legato da profonda amicizia. «Credo che la sua cultura non avesse limitj — ha aggiunto il prof. Frattini —. Tra le altre qualità, av.^va quella di sapersi esprimere con gli ammalati, con gli allievi e con i colleghi nella forma più semplice. Era un piacere lavorare con lui, proprio per questo: rendeva facili, con la sua pacata sicurezza, i problemi più difficili », Il vigore che lo aveva messo ln luce quando fu mandato a Messina non gli era venuto meno neppure quando i capelli gli si erano incanutiti. Durante la guerra, quando le restrizioni sulla benzina non permettevano di usare l'automobile, il prof. Bertone si recava in bicicletta, una volta alla settimana, a visitare i suoi pazienti a Valenza. Con lui si è spento uno degli esponenti della vecchia scuola torinese di chirurgia, costituita da un gruppo di scienziati celebri per le loro doti di abnegazione e di attaccamento alla loro nobile missione. L'altra sera il prof. Bertone era rincasato molto stanco da Susa. Guidare l'automobile lo affaticava un poco, ma non aveva mai voluto cedere il volante ad altri. In casa c'erano solo la cugina, Marcella Crosti, e la sorella Maria che andava spesso a tenergli compagnia quando la moglie era assente da Torino. Non avendo figli, gli dispiaceva restare in casa senza vedersi attorno, affettuosa, qualche persona della sua famiglia. Era un uomo di rara sensibilità: amava ogni cosa, ogni immagine che fosse legata In qualche modo od un ricordo. Aveva acquistato una villa a Chiusa Pesio semplicemente perchè 11 piccolo centro del Cuneese aveva dato 1 natali al suo illustre maestro, Antonio Carle. Ieri mattina avrebbe dovuto recarsi a Chiusa Pesio a trovare la moglie, che da una settimana vi si trovava in villeggiatura. Trascorse una notte agitata, forse e causa dello strano malore che più tardi doveva riuscirgli fatale. Verso l'una del mattino la sorella si accorse che aveva ancora la luce accesa. « Ma Guido, perchè non dormi?», gli aveva chiesto impensierita. « Sto leggendo, non riesco a dormire... », aveva risposto 11 medico, rassicurandola- Alle 8,20 usci di ca^a e sali in macchina. Meno di due ore dopo, si accasciava morto sul volante. Parco Nazionale Gran Paradiso. — Comitato Esecutivo eletto ieri sera: Fausto Penati, presidente; Gianni Oberto, vice-presidente; Michele Orilare, segretario; direttore Renzo Videsot; vice-direttore Mario Stevenin.