Si lancia nel burrone con l'auto insieme al seduttore della sorella

Si lancia nel burrone con l'auto insieme al seduttore della sorella Spaventoso suicidio-omicidio dell'ex-autista di Ciano a Montevergine Si lancia nel burrone con l'auto insieme al seduttore della sorella La ragazza si era avvelenata per il dolore e il fratello ha voluto vendicarla ■ Il tragico volo di 300 metri (Dal nostro Inviato speciale) Avelline, 28 luglio. 72 dramma della <montagna santa>, il monte Partenio, al cui celebre santuario di Mrntevergine da secoli i pellegrini salgono da ogni parte del mon- do, non è più un mistero: è certo, infatti, da tutti i rilievi dell'autorità giudiziaria, che Filippo De Feo ed il suo omonimo, il dott. Vincenzo, non sono morti per una disgrazia, ma perchè, ad un certo pimto del percorso, a quota 1300, l'auto su cui % due si trovavano è stata deliberatamente lanciata nel vuoto con una brusca sterzata. Per comprendere l'emozione che la tragedia ha causato, occorre ricordare che il pellegrinaggio a questo convento dei Benedettini sublaccnsi, ispiratore di celebri pagine, dal Taine a Carlo Augusto Maycr, come scrisse anche Renato Fucini in < Napoli ad occhio nu¬ illllllllllllllllll milllilimiiiiiiiiiiii iiii i ¬ do y, si svolge in una profonda atmosfera mistica, con schiere di fedeli pittorescamente vestiti che vi giungono digiuni e recitando preghiere. Ed è convincimento diffuso che se scoppia, all'improvviso, un temporale, ciò è dipeso dal ' fatto che nella folla v'é chi ha \ violato un precetto tradiziona- \ le, mangiando carne. Ecco pcr-\che questo sangue che ha mac-\chiato le rocce per una pas- ; sione è stato considerato unq\autentica profanazione, e sta- \mane, dall'alto del Partenio, I l'abate, don Ludovico Anselmo Tran faglia, alla testa dei suoijmonaci nelle candide tonache, con su i sacri paramenti, ha j officiato un rito riparatore, aspergendo d'acqua benedetta | rupi e boschi e pronunciando le formule rituali per la riconsacrazione della « montagna santa >. La pista principale, seguita dai carabinieri, è stata quella iinii iiiiiiiiiiiiiiiiiiimiilliiiiiiiiii "in dei rapporti fra le due fami glie De Feo, nel vicino comune di Serino, dove entrambe erano nate e vivevano. Il dott. Vincenzo De Feo, quando era ancora studente di liceo, un dodici anni fa, si in ' namorò di una ragazza sua \ compaesana, Ada, e dall'idil \ u0 nacque un fidanzamento, \mai interrotto, e che, sembra, \era giunto jrt questi ultimi ; tempi ad una fase molto inti \ma Benanche, recentemente, \essendo egU arrivato ad una I certa sistemazione professiona le per aver vinto n conc0rso jcome ufficiale sanitario del consorzio di Serino (questo co j mune no ventinove borgate), i suoi sfessi genitori, la signora | Qiuiia ed il marito Enrico, fa coltosi commercianti, che mai avevano troppo gradito il legame del figlio con la ragazza, povera, figliola di un modesto pensionato (il padre, Massimlno, era stato brigadiere delle guardie forestali) e costretta a {guadagnarsi la vita col lavoro 1 a a (l'Ada voleva laurearsi in lettere per insegnare), erano riusciti ad allontanarlo dalla prima fidanzata, facendogli invece chiedere la mano di un'agiata signorina, Teresa Rocco, la cui famiglia s'era mostrata ben lieta del matrimonio. Ed era stato questo il motivo che aveva sconvolto l'Ada, al punto tale che, sabato scorso, a Napoli, dove studia, era entrata in una chiesa, il < Gesù e1 Nuovo >, e, dopo essersi raca [ colta a lungo in prenhiera, e1 singhiozzando aveva inghiottio (n alcune pasticche di veronal, o . anendo ,w ginocchio finché! 0 veleno incominciò a produr-e . _ ... „ „ „ . - re 's"ot effettt- Soccorsa «Mi- mediatamente e salvata, al ; l'Ospedale dei Pellegrini, era- «fata poi ricoverata dai suoi - stessi parenti all'Ospedale Psi- chiatrico provinciale, dove si o trova tuttora. e | Attanagliato dal rimorso, il. I suo vecchio fidanzato, dottar e |jje Feo, accorse al capezzale- : deUa fanciulla, poi gli scrupoli e si attutirono ed egli sparì di- nuovo. Perciò il fratello diHAda, Filippo, che era stato e ! Ai _ autista di Ciano e che ge¬-, ultimamente un garageo,di aua proprieta a Scrino, rimae. »'fa consentire con1 suoi risparmi 9H studi alla\sorella, gli aveva chiesto mar-#uedl mattina un appuntamen-i!'0 ver una franca spiegazione , All'alba il medico lasciò Serinoa1 dirigendosi con una < vespa> \alla ?"n,ca Aufiero, di Avelli-\n0- fa dove poi, a bordo deU o ''Ardea, guidata da Filippoa{s'era recato al Santuario di -\Montevergine, località scelta i.lontre che per poter discorrere con calma, anche perchè il giovane, informato di un giuramento fatto dal dottore alla sorella in quel tempio, sperava che dal ricordo l'altro fosse portato a riparare. Furono entrambi al Santuario e vi presero anche delle immagini e delle medagliette. Ma che cosa sia poi accaduto fra i due, quale il risultato del loro lungo discorso, non si sa. Ieri, in mattinata, un pastorello, Giuseppe Napoletano, si era recato a far legna ad Acquanova, dove è un ripido burrone ricco di faggi. Sceso di un trecento metri sotto la strada, scorgeva, inorridito, un cadavere, dal viso riverso, rosso di sangue, mentre fresche macchie scarlatte chiazzavano il verde dei cespugli. Gridando per lo spavento, salì sù e chiamò gente a un'osteria vicina, la <Palomma> detta così dal nome dialettale della ostessa, Colomba. Accorse l'oste, Alfonso Criscitiello, fu informato il vicino « posto fisso > dei carabinieri presso il Santuario. Poiché la discesa nel bur rone è insidiosa e basta scivolare sul terreno franoso per fare un salto fin sui tetti di Mercogliano, 1300 metri sotto, il priore del Santuario, don Roberto D'Amore, insieme all'oste, al bibliotecario, don Pia. cido Tropeano e ad altri tre giovani monaci, i padri Giuseppe, Angelo e Paolo, organizzò una cordata. Dopo il primo cadavere, poi identificato per quello del guidatore, Filippo De Feo, duecen- 111111 "■"im mini imi fo metri più giù ve n'era un altro: il corpo del dottore, con .7 cranio spaccato L'auto era vicina, con le ruote in sù. Im- j. ■ I. , ipartita la benedizione alle sai- me, venivano avvisati i pom- pteri di Avellino, che a tarda-notte li tiravano sù, traspor- tandoli al cimitero di Merco- gliano, da dove, stamane, i fe- ' retri sono partiti separatamene te per Serino, per i funerali,'avvenuti oggi per Filippo, men-' tre quelli del medico saranno ! fatti domani Oggi, poiché l'auto è rimasta nel fondo del burrone, un'altra cordata è stata organizzata. Siamo scesi giù con il giudice, il guardacaccia Tommaso Saccardi, l'appuntato dei carabinieri Paolo Romano, il pastore Giuseppe Napoletano e i foto-grafi Gabriele Ruggeri e Giù-seppe Salomone. Il sopraluogo di ieri aveva riscontrato un eie-]mento importantissimo: sullavia larga, bene asfaltata, i co.pertoni avevano lasciato un se- gno inconfondibile, il marchiorivelatore del dramma, docu- mentando in modo netto che non vi era stato alcun tenta- tivo di riportare l'auto sullatia. Giù si è accertato poi chela ruota anteriore destra, suCtti l'Ardea ha fatto perno peressere scagliata nel vuoto, era scoppiata. Le altre, invece, op- parivano intatte. E anche iotarti sterzo aveva, visibili, i dello sforzo violento. Nell'ospedale Ada De Feo ignora ancora la morte del fratello e del vecchio fidanzato. Crescenzo Guarino illuminili imiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii I rottami dell'cArdea» precipitata dal monte Partenlo nel fondo del burrone (Telefoto)

Luoghi citati: Acquanova, Ardea, Avellino, Mercogliano, Montevergine, Napoli, Serino