La vertenza delle Acque Potabili

La vertenza delle Acque Potabili La vertenza delle Acque Potabili e 1 a - l i e l o. o e e o n Bulla polemica tra il Municipio e la Società « Acque Potabili » abbiamo ricevuto la seguente lettera: « Signor Direttore, La Stampa del lo luglio, nel resoconto della Assemblea annuale della « Acque Potabili » riportava, circa il riscatto da parte del Comune dell'Acquedotto torinese del la Società, una dichiarazione del Presidente Di Suni relativa al grande divario esistente tra la indennità che la Società ritiene esserle dovuta e la indennità offerta dal Comune. Poiché questa dichiarazione po trebbe anche far sorgere nella opinione pubblica l'idea che 11 Comune stia tentando con questo Tiiuttiioiiiiiiiiifiiiii TTiiiiiifitiiisitiiiiifiiiiiiB riscatto una grossa operazione ai danni degli azionisti della Socie tà, mentre ciò non risponde menomamente alla verità, è necessario che i Torinesi sappiano: 1) L'indennità offerta dal Comune è in applicazione di una precisa e chiarissima clausola dell'Atto di Concessione del 1853; che tale indennità soddisfi pienamente o meno alle aspirazioni della Società non conta: quanto conta invece che siano dalle due parti osservati gli obblighi derivanti dalla clausola. Sotto questo punto di vista il Comune è certamente a posto. 2. Dal bilancio dell'Azienda Ac quedotto Municipale chiuso al 31 dicembre 1953 si rileva che il valore complessivo di tutti gli impianti dell'Azienda, dopo aver ap plicato in misura adeguata le riva lutazioni consentite dalla Legge e dopo avere detratto tutti gli ammortamenti accantonati, pure ri valutati a termini di legge, risulta di L. 1.712.482.417. Questo valore degli impianti al netto degli ammortamenti è certamente superiore all'analogo valore calcolabile per la Società Acque Potabili perchè quest'ultima non soltanto ha una consistenza patrimoniale Inferiore a quella dell'Acquedotto Municipale, ma ha anche avuto la possibilità di molto maggiori ammortamenti in quanto funziona da quasi cent'anni mentre l'Acquedotto Municipale ha solo cinquantanni di vita. Se non esistesse la clausola convenzionale per determinare il valore del riscatto, 11 valore degli impianti rivalutati ed al netto degli ammortamenti costituirebbe quanto la Società potrebbe richiedere come Indennità per non subire nessuna perdita nell'operazione; ed allora ne consegue che la indennità offerta dal Comune In circa un miliardo e settecento milioni non soltanto risponde alla clausola contrattuale, ma è anche superiore a quanto alla Società potrebbe competere per 1 suoi impianti rivalutati in giusta misura >. Prof. Ing. Salvatore Chiaudano Prea. Az. Acquedotto Municipale.

Persone citate: Salvatore Chiaudano Prea

Luoghi citati: Suni