Stella e Vanessa

Stella e Vanessa Stella e Vanessa Veramente, le donne che contarono nella vita dell'autore dei Viaggi di Gulliver, furono quattro, ossia, oltre le due menzionate nel titolo e che continuano a suscitare l'interesse dei romana zieri, quella il cui matrimonio avrebbe forse normalizzato Jonathan Swift, e la duchessa di Somcrset, dai capelli color carota, che gli fu per un ingiusto epigramma, implacabile nemica, e gli « bloccò » la carriera ecclesiastica al livello di decano della cattedrale di San Patrizio, a Dublino. Lasciati da noi in mano ai ragazzi, in versioni monche e maldestre, i Viaggi di Gulliver sono, nel loro testo integrale, uno dei grandi libri del Settecento, e si può dire che senza Swift forse non avremmo avuto i contes filosofici di Voltaire. Quasi sconosciuto è rimasto in Italia il capolavoro giovanile di Swift, // racconto di un mastello, fantasia satirica vivacissima e alquanto irreligiosa per la penna di un ecclesiastico; di altri scritti possediamo un'antologia frettolosa, col titolo di Libelli, compilata al tempo della Voce dal Prezzoline ed una più recente e più seria, di .Mario Al. Rossi, per l'ed. Garzanti, pregevole per la tentata ricostruzione del pensiero e della psicologia dell'irlandese, e per i frammenti poetici felicemente resi. Adesso esce, presso l'editore Bompiani, il romanzo della Sitwell, Sotto il sole nero; e l'Albatros aveva pochi anni fa stampato The violent friends di Win6ton Clewes. Si ripubblica intanto 10 studio critico del Quintana, mentre altri analizzano l'impiego della maschera da parte dello scrittore Ed una grossa e nuova biografia di John Middleton Murry (Jonathan Swift - Londra, Cape, 1954) ci permette di fare il puntò. Ci sono molti enigmi, nella vita di questo settimo ed ultimo figlio di un modesto parroco, morto lasciando la moglie incinta. Orfano, le speranze di aiuto dei parenti furono maggiori della realtà, e la sua giovinezza studiosa e mortificata ne risenti: le relazioni di famiglia, tuttavia gli valsero un posto di segretario presso Sir William Tempie. E qui comincia il romanzo dell'intellettuale in cerca di fortuna letteraria e politica, e la strana storia di Stella. Costei era bambina quando Swift entrò in casa Tempie, figlia di una governante e di un padre rimasto misterioso . (si specula tuttora, se fosse o no figlia naturale dello stesso Tempie): Swift la prese in simpatia, l'istruì, l'educò, ne formò il carattere e lo spirito. Tanto che quando accadde la crisi fra patrono e cliente, e Tempie prima si separò da Swift, poi si riconciliò con lui aiutandolo ad esser ordinato parroco e lasciandogli la cura dei suoi scritti dopo la morte, l'ambizioso giovane non dimenticò Stella. O meglio, l'avrebbe forse cancellata dal suo ricordo se fosse andato in porto 11 progetto matrimoniale con la donna che forse poteva mutare il corso della sua esistenza, Jane Waring, passata alla storia come Varina. Figlia anch'essa di un ecclesiastico, si era mostrata indecisa a legar la sua sorte a un povero parroco ventinovenne: un ultimatum brutale, la indusse a continuare le tergiversazioni. Fu Swift a rompere: come, egli abbandonava per lei speranze di gloria e di fama, si offriva tutto, e non era accolto a braccia aperte? Fiero, orgoglioso, suscettibile, giurò che mai più si sarebbe sottomesso ad una donna. E si gettò nella mischia politica e letteraria, mentre organizzava — morto Tempie — il passaggio di Stella in Irlanda, la sua dimora colà, il codice dell'amitié amoureuse. Dopo il successo clamoroso di A tale of a tub, lo vediamo frequentare prima i liberali, poi — da essi deluso — diventare il campione dei conservatori, ponendo la sua penna acuminata al servizio delle passioni e degl'intrighi politici del principio del Settecento, con personale onestà ed indipendenza, lasciandosi talora manovrare da uomini di governo più astuti di lui ma godendo della loro familiarità, del piacere di aver influenza, e di esser temuto ed odiato. L'andata al potere di un partito, e la relativa distribuzione di prebende, dipendeva quasi esclusivamente, allora, dalla composizione della Corte: un favorito, un'amante regale, un regnante ostinato in certi pregiudizi, erano ostacoli insuperabili. E si comprende come Swift, ecclesiastico in fama di scarsa ortodossia e in un periodo in cui diverse sette religiose complicavano il gioco ministeriale, finisse per non trovarsi a suo agio. Il suo spirito acerbo, orgoglioso, il suo carattere che pativa di antipatie sovente irragionevoli, lo spinsero a sfogarsi in una Windsor Prophecy con cui accusava l'amica dai capelli rossi della regina Anna, la duchessa di Somerset, di appartenere a una fa¬ tr ¬ miglia le cui donne < assassinano da giovani e avvelenano da vecchie »; la raffiguravano fra le « carote » da sterminare. Fu la condanna: ripetutamente, i suoi amici politici proposero la nomina di Swift ad altri impieghi ecclesiastici in Inghilterra; gli ottennero, a fatica, e solo perchè la designazione sfuggiva alla regina, il decanato del- atacdtcbcnmcla cattedrale di San Patrizio. Il crollo del suo partito, tosto si j vaggiunse a risospingere Swift gnella nativa Irlanda, e a confina rvelo: a Londra, egli non cc.nservava che qualche vecchio amico, con gusti letterari; le porrs della Corte e del Ministero. si erano ormai chiuse per lui. E qui ha inizio il romanzo di Stella e Vanessa. Quest'ultima. Esther Vanhomrigh. era nata a Dublino, da una famiglia di ricchi mercanti olandesi trasferitasi poi a Londra, e Swift l'aveva conosciuta diciannovenne in società. Poi, si era interessato della sorte dei suoi beni in Irlanda, iniziando una corrispondenza fra galante e scherzosa, assai diverga da quella — con linguaggio cripto-infantile — che continuava a tenere con Stella. Ed aveva composto con agevoli ritmi, che ritroveremo nelle Epitres di Voltaire, un poemetto, Cadenus (anagramma di Decanus) and Vanessa destinato a lei sola, e ch'è indubbiamente di un innamorato. Fin dove questo amore si sia spinto, non è ben noto, ma probabilmente molto vicino alla sua conclusione. Le due donne appartenendo a diversi ambienti sociali, e Swift considerando Vanessa come il fiore della sua passata vita di ambizioni londinesi, e Stella come la perpetua ragazzina di casa Tempie, si assiste, nella diligente e perspicua biografia del Middleton Murry (il quale non si è permesso i capricci interpretativi dei romanzieri) al dramma intimo di uno Swift luciferino, .la due parti tentato, e non disposto ad arrendersi alla eterna Dalila. Le due amiche erano tisiche (come parecchie delle donne che furono in relazioni con lui): più brillante, impetuosa ed ostinata, e persuasa di spuntarla. Vanessa; più semplice, modesta, rassegnata almeno sino alla crisi finale, Stella. Non si videro mai, e solo sembra che Vanessa, agli estremi dell'impazienza, scrivesse a Stella per aver conferma della voce del suo matrimonio con Swift, e l'ottenesse. Infatti, vivente Vanessa, Swift forse per difendersi da costei, aveva sposato — e fu un matrimonio bianco — Stella, col patto che il matrimonio restasse segreto, e i due neppur coabitassero a San Patrizio. The violent friends immaginano che Swift, nauseato e terrorizzato da un bacio di Vanessa, fuggisse per sempre da lei, spen- BScncrcnc—sM<dicarsi, aveva stampato il poema tasi poco dopo. Ed è accertato | ch'egli volutamente non assistette alla morte di Stella, e che la sua misoginia raggiunse forme morbose. Davanti al naturale epilogo di tutte le passioni, Swift sentiva un orrore insormontabile, un disgusto frenetico, che dal corpo della donna si andò estendendo a tutta la specie umana. Chi legga il quarto libro di Gulliver che idealizza i cavalli come gli esseri superiori della creazione, vedrà l'artistica e stupenda raffigurazione di questa straordinaria concezione del mondo. E a quali aberrazioni l'odio di Swift per la femmina lo conducesse, appare nel 280 capitolo del libro di .Middleton Murry di cui mi limito a trascrivere il titolo: «The excremental vision». E' un caso patologico e psicologico insieme, che incuriosisce tuttora e sempre più gli studiosi. Neppur pensabile un'ipotesi diciamo cosi, gidiana: si è fatta invece quella dell'impotenza, dell'infantilismo, ecc. Certo, la repressione sessuale — che però si sfogava a parole, giacché le opere di Swift son piene di vocaboli correnti nell'epoca sua, tutt'altro che puritana nei costumi — ha mai raggiunto forme così complicate, e perverse. Agli occhi di un osservatore normale, il comportamento di Swift con Stella e Vanessa, di hull'altro colpevoli che di amarlo, e di essersi sottomesse alle sue direttive e alle sue manie, ha infatti qualcosa assieme di mostruoso, di tirannico e di sadico. Eppure, nessuno nega che il carnefice sia stato, a sua volta una vittima; che egli abbia atrocemente sofferto nel ciclo infernale. Il quale ebbe un epilogo tragico: per anni ed anni, l'autore di Gulliver, l'antesignano dell'indipendenza irlandese — con le Drapier's Letters e una quantità di proteste e libelli — colpito dalla labirintite, giacque sordo, senza memoria, e infine senza coscienza, nelle mani di una governante, caro al popolino di Dublino, avversato finanche dal capitolo della sua cattedrale. Quando Vanessa, per ven- a lei dedicato, Stella, interpellata da un gaffeur, si era limitata a dire: i Oh, il decano è capace di cantar anche un manico da scopa ». E' forse il solo tratto di spirito di questa donna in cui era rimasto molto della bambina, e che cercò invano — condannata dalla tisi — di ottenere da Swift che il loro matrimonio fosse reso pubblico. Anche Vanessa morì disperata, e si vendicò nel testamento, lasciando gran parte della sua fortuna a Berkeley, e neppur menzionando Swift, l'inumano. Il cui epitaffio, da lui stesso composto ( morì settantottenne, nel 1745), suona: «Qui giace il corpo di Jonathan Swift, dottore in divinità, decano di questa cattedrale, e la fiera indignazione non può lacerare oltre il suo cuore. Va, passeggero, e imita — se puoi — chi per quanto le sue forze consentivano è stato il campione della libertà ». Della libertà per l'Irlanda, si. Ma della schiavitù in amore. Arrigo Cajumi