Fece uccidere il marito per provare un'emozione

Fece uccidere il marito per provare un'emozione Anastasia Crepaldi, M'assassina madre di T Migli Fece uccidere il marito per provare un'emozione I due amanti di Copparo confermano che il deli Ho [u premeditato - In carcere canticchiano come soddisfatti (Dal nostro inviato speciale) Ferrara, 12 luglio. Nel delitto di Anastasia Crepaldi i personaggi, l'ambiente, le passioni creano atmosfere allucinanti e perverse. Ma Anastasia Crepaldi, decretando la morte del marito, non si atteggiava certo a eroina letteraria; non sa nemmeno lei, forse, perchè abbia fatto uccidere quel marito ubriacone che infine non le dava soverchio fastidio. Anastasia Crepaldi ha oggi 42 anni; quando conobbe il bovaro Umberto Fioravanti, di 28, ne aveva cinque di meno. Anche allora non doveva essere una donna da destare passioni travolgenti: capelli corti ancora neri, piccola, con il naso schiacciato sulle labbra tumide, gli occhi socchiusi da gatta, era già fiaccata da sei maternità; il settimo figlio le nacque tre anni fa, in piena tresca. Per Umberto Fioravanti — analfabeta, magro, occhi molli e spalancati sotto le ciglia bwndiccc — Anastasia fu invece la donna del destino. Ad Ambrogio, piccola frazione di Copparo, tutti sapevano della tresca. Lo sapevano i figli maggiori di Anastasia Crcpaldi e lo sapeva anche il marito, Antonio Roma, bovaro, di 48 anni, che viveva la maggior parte delle sue ore con il bicchiere in mano. Quando aveva bevuto un po' più del solito, si adontava anche per le offeso che la moglie faceva al suo onore, e litigava, ma blandamente. L'assassinio avvenne domenica 4 luglio, a tarda sera. Perchè Anastasia Crepaldi abbia voluto uccidere il marito non 10 si saprà forse mai; la donna e il suo amante hanno confessato l'omicidio anche nei dettagli più repugnanti, ma non hanno voluto o non hanno saputo dire perchè lo hanno fatto. Non era certo il marito, sempre ubriaco, a ostacolarli. Però Anastasia Crepaldi voleva 11 suo delitto, voleva che il giovane amante le dimostrasse il suo amore fino a uccidere l'inoffensivo rivale nel sonno. La donna era posseduta dal desiderio, di provare un'emozione più. forte, tremenda. Il delitto era stato preparato di lunga mano e fu compiuto- realizzando punto per punto il macabro programma. La mattina di domenica Anastasia andò con il marito a Papozze, vicino a Rovigo, a trovare sua madre che non vedeva da cinque anni, da quando si era innamorata di Umberto Fioravanti. Come al solito, Antonio Roma bevve molto vino e la sera tornando a casa in bicicletta faceva le serpentine sulla strada. Arrivati presso un macero per la canapa, che Anastasia e l'amante avevano scelto come luogo di convegno, la donna, diventando d'improvviso tenera e capricciosa fece scendere il marito dalla bicicletta, lo fece, sostare in un breve tratto di prato, tra la strada e l'acqua melmosa del macero. Stordito dal vino, Antonio Roma si abbandonò completamente, si addormentò. Da dietro i cumuli di pietra che servono per affondare la canapa -otto l'acqua spuntò l'ombra di Umberto Fioravanti. «Giù, buttalo nell'acqua. Si crederà ad una disgrazia », disse la donna. « Aiutami a sollevarlo » pregò l'amante che non se la sentiva di sollevare il corpo pesante del rivale. La donna esitò; non aveva il coraggio di toccare il corpo dell'uomo. Forse in quel momento, ma rapido, le venne il pensiero dei figli e rispose: «No, fa tutto tu. Io mi avvio, ti aspetto nella stalla ». Si avviò davvero, lasciò solo l'amante . con l'uomo che sarebbe morto pochi istanti dopo e andò nella stulla ad attendere, come setnpre. Erano circa le 23, la campa ldmvCsptmfUlaalpGrr l^gna intorno era deserta, Um-\cbcrto Fioravanti afferro perle' spalle il marito dell'amante e\t lo gettò nell'acqua melmosa del macero, pii, per meglio simulare la disgrazia, gli scaraventò addosso la bicicletta Colpito dal manubrio (o forse stordito da qualche colpo di pietra vibratogli al capo) Antonio Roma non emise un lamento, annegò nella fanghiglia. Immediatamente, Umberto Fioravanti corse nella stalla dove l'amante lo aspettava. rlSttlacsci'da\scArbvAll'alba, Anastasia spalancò la stalla e andò a bussare alla lporta di. casa. Le apri il figlio i aGiordano, di vent'anni, che\l}^i,,v.o„ *,Àtì,i„ w.i „„w,.c \ichiese notizie del pad,e € L'ho perduto per stradai tornando da Papozze », Hspo-\ lllilltUllllllllIMlllllllllllllllllItlllllUllllllIIIIMIlI se la donna. Lasciò passare alcune ore, poi incominciò a darsi da fare, a. correre qua e là nelle fattorie vicine, a chiedere se avevano visto suo marito. Il cadavere fu trovato due giorni dopo, di martedì, da alcuni bambini che giocavano sulle sponde del macero. Vide- ^ ro galleggiare un corpo sulla | melma verdastra e diedero l'allarme. Anastasia Crepaldi non dimostrò alcuna emozione, non fece scenate. La tesi della disgrazia fu subito accettata; tutti sapevano che Antonio Roma era quasi sempre ubriaco. Ma un investigatore, il tenente dei carabinieri Zammarchi, incominciò a fiutare lo strano ed a fare indagini. Senza aver nulla di preciso fra le mani, l'inquirente fermò Anastasia Crepaldi e Umberto Fioravanti; la donna non resistette nemmeno un minuto alle contestazioni: pareva desiderasse confessare il suo delitto. Anche Umberto Fioravanti non resistette a lungo. Raccontò tutto anche lui, la preparazione del delitto, l'appuntamento presso lo stagno per le 22,30, l'atteggiamento di Anastasia. Li hanno rinchiusi nelle carceri di Copparo, perchè in quelle di Ferrara non c'è posto. Sono indifferenti, addirittura tranquilli. Lui canticchia per tutto il giorno una nenia che la gente di Copparo va ad ascoltare sotto le finestre del carcere; lei sta immobile, come \soddil<fatta- Nelle povere stanze della cBucaronaì, la fattoria dove Antonio Roma faceva il bovaro, sono rimasti quattro bambini fra i H e i 3 anni. Dovrà il più alto, il ventenne Giordano l'ens,arc a'or° i antenne Giordano, rosso B» \l}do> ma conj»M ?fcW ferml rd \inespressivi di chi non capisce I V i " \ Francesco Rosso In casa Roma, a tavola, i figli della vittima e dell'uxoricida (Telefoto)