Una lettera di Piero Ghiglione conferma la morte dei suoi alpinisti

Una lettera di Piero Ghiglione conferma la morte dei suoi alpinisti Svanita ogni speranza per ia spedizione suii'Himaiaya Una lettera di Piero Ghiglione conferma la morte dei suoi alpinisti Rosenkrantz e Barenghi sono periti scendendo dal monte Api - La morte di uno scalatore argentino j vono (Nostro servizio particolare) Nuova Delhi, 30 giugno. I corrispondenti dell'agenzia Reuter in India sono stati stamane messi in allarme dalla notizia che in Italia le agenzie Ansa e France Presse avevano smentito la morte dei tre alpinisti italiani Bignami, Ba'renghi e Rosenkrantz. La smentita prendeva lo spunto da certe dichiarazioni del ministro degli Interni del Nepal. Risultava invece alla Reuter che il Primo Ministro del Nepal, ieri, aveva semplicemente dichiarato (non essendosi i fatti svoltisi in territorio nepalese) di non avere ancora ricevuto informazioni ufficiali in merito alla morte dei tre alpinisti della spedizione II compito di accertare la verità dopo simile smentita non è stato facile, se si tiene conto delle difficoltà di comunicazione di quel Paese, dove le notizie in simili occasioni vengono per lo più recapitate da corridori (a piedi) che de- percorrcre estese zone I impervie pur settimane intere prima di raggiungere una 1 guastasi località munita di re- \i | 1 ! | legrafo. Purtroppo ogni illusione circa la aorte dei tre alpinisti deve essere tolta ai familiari, nei quali la smentita oggi diramata aveva fatto sorgere qualche speranza. Stasera la « Reuter » è informata che Piero Ghiglione ha scritto una lettera ad alcuni suoi amici italiani residenti a Nuova Delhi, in data -'1 giugno, raccontando che per quattro giorni ha ricercato invano, due dei membri della spedizione, dispersi dopo avere conquistato l'inviolata vetta dell'Api. Piero Ghiglione e il capitano Puri, l'unico membro indiano del gruppo, sono ormai i soli superstiti della spedizione. Nella sua lettera Ghiglione! riferisce che u dottor Giorgio Rosenkrantz, il medico velcri- ' nario torinese, c l'ingegnere milanese Barenghi, sono scomparsi mentre attaccavano il monte Api insieme allo sherpa | Gyalgen, il 15 giugno scorso. « Ho mandato due sherpa alla loro ricerca — scrive Ghiglione nella sua lettera — perchè tentassero di rintracciarli, ma essi non sono riusciti a trovare alcuna traccia. Nemmeno io sono riuscito. Per quattro giorni U abbiamo cercati ostinatamente e inutilmente >. < In precedenza — riferisce \\ sempre Ghiglione — un altrot membro della spedizione, ili farmacista milanese Roberto j Bignami, perì mente stava attraversando un ponticello in legno sospeso sul torrente tur- bìnoso e ghiacciato Kali, allconfine fra l'India e il Nepal», Ghiglione ha precisato che'Bignami era già quasi giunto*sull'altra riva, quando scivola sul legno nudo e precipitò nel torrente trovandovi la morte, Solo il suo zaino fu più tardiiricuperato Nella sua lettera lo sfortunato pioniere racconta poi come la mattina del 15 giugno, all'alba, Barenghi e Rosenkrantz lasciarono il campo n. :ì insieme allo <sherpa> Ggalgcn Ghiglione aveva esortato i duelcompagni a non avere fretta di conquistare il Monte Api, ma Rosenkrantz rispose che \doveva essere di ritorno a To- rino entro la fine di giugno, Del resto, tutto in quella mai- Una pareva procedere bene, Mezz'ora dopo che i tre aveva- no lasciato il campo n. 3. Ohi- gliene li seguì. Nel pomeriggio riuscì a scorgere Barenghi. ! ' Rosenkrantz e lo sherpa, vicinissimi alla vetta orientale del Monte Api. Ma poi. le nubi si ammassarono e esploratore non potè più distinguere i suoi compagni. Il giorno dopo, dopo una notte di neve. Ghiglione iìiviò \due sherpa perchè tentassero \ili mettersi in contatto con Barenghi e Rosenkrantz, ma essi tornarono senza essere riusciti a scorgerli. Le ricerche continuarono ostinate e inutili; solo il HO giugno, quando ogni speranza ' era ormai perduta Gyalgen si presentò barcollando nel campo, col viso annerito dal congelanicnto. « Eni quasi cieco e sfinito, — scrive Ghiglione — Appena potè riprendere fiato, raccontò di avere passato la prima notte in un crepaccio a 6800 mètri di altezza. Con lui era Rosenkrantz, che la mattina cominciò a perdere le forze In modo preoccupante. Gyalgen e Rosenkrantz si massaggiarono a vicenda per non rimanere assiderati. Poi lo sherpa cercò di trascinare giù il compagno, ma questi, alle 3 del mattino del 17 giugno, gli spirò nelle braccia ». Barenghi invece era scomparso prima, i.o sherpa aveva tentato di chiamarlo urlando, ma probabilmente non l'anziano fu udito. Gyalgen ritiene che Barenghi, il quale Irrigidito e intontito dal freddo sia stato spinto dalla bufera giù da una roccia. . Ghiglione conclude la sua t i j letterà dicendo che non fu pos sibile continuare le ricerche 'delle salme, a causa delle bufe*™ ininterrotte di neve e dei monsoni che soffiavano furiosi, Ora Ghiglione sta rientrando « Nuova Delhi insieme al caipitano Puri. Essi sono attesi csDsaper domani o dopodomani. fUn'altra vittima, purtroppo A ha funestato la <siagione al-^pinìstica» sull'Himalaya, la,più tragica estate che mai siisia avuta: è morto all'ospeda-] le di Katmandu il capo del- lla spedizione argentina ai Dhanlagiri. L'infelice scalato- : re. Francisco Ibanez, aveva subito lunedi la amputazione dei due piedi, colpiti da con-; gelamento; ora si e spento per la grave lesione. Mentre ti po-, vero giovane, che aveva 26 an- ni moriva, in Argentina la mo-\- 9l™ dava alla luce un «wmW- no: Francisco Ibanez ha J«««» « tempo a saperlo^ ed ha gioì-1 to per la nascita di questa sua creatura. Fino all'ultimo momento si 'preoccupava per le condizioni della moglie per la imprcssione che poteva averle, fatto nelle sue condizioni la'notizia delle amputazioni ai cui egli era stato sottoposto.!, Francisco Ibanez era stato colpito dal congelamento mentre si trovava con i compagni sulla varete gelata del monte Dhaulagiri. Per tre giorni resistette agli spasimi, senza rivelare le sue sofferenze, per non ostacolare i compagni impegnati nell'assalto della vetta, alta 8170 metri. Il dottor Ruiz Beramendi, medico della spedizione, ha riferito che Ibanez rivelò il suo male soltanto quando gli di-venne impossibile muovere un'passo: anche tutti gli altri un-, dici membri della spedizione eluno sherpa, furono colpiti da\congelamento, ma nessuno neì-'la forma grave di Ibanez. i «Abbiamo potuto cominciare qualche cura — ha raccontato\ u mcdico — soltanto sei giorni\ douo u prjmo sintomo, quando arrivammo al campo n 4,' che /|t subjfo tra3formato in' ,„,„ SJ,e<He di ospedale», ha. detto Beramendi. <Ioanez venne roimfo dal tcrrioiie male auando era al-campo seij ma voUe Ugualmen-\*, raggiungere il settimo, isti-' tM«o a circa 7000 metri. Solo (ò com ni a pro.jseguire nell'impresa senza di lui, che non si sentiva troppo in forma, non parlò di conge lamento. Due scalatori e due sherpa si spinsero fino a quo ta 7900 e vi bivaccarono due notti. Al [oro ritorno Ibanez potè a stento discendere fino al sesto campo: di qui fu por-I tato a spalla da sette sherpa, che si avvicendavano ogni po- ! che devine di metri di discesa. Il Presidente della Repubbli-1 ca argentina, Juan Perón, ha ordinato che venga subito noleggiato un aeroplano per ri-, portare in patria la salma del, valoroso alpinista. In questa tremenda estate dell' Hi malaga, soltanto dalla, spedizione al K B arrivano notizie tranquillanti. Un portatore indigeno inviato dal professor Desio ha recapitato una lettera scritta il Ih giugno, nella quale il capo della spedizione italiana conferma le ottime condizioni di salute di tutti gli alpinisti, immobilizzati però dal cattivo tempo sulla cresta « Duca degli Abruzzi», a circa 6500 metri d'altezza Un solo incidente si è finora verificato: un portatore vi diqeno è precipitato in un cre pàccio mentre dal campo base erà in marcia verso il campo l facendo ,,n volo di una quindicina di metri: è stato parò assistito dalla fortuna, ed e «gc«o incolume dal pericoloso incidente. Il morali di i componenti la spedizione è alto e la speranza di raggiunger! la vetta del K f è ancora viva, malgrado tutte le impreviste difficoltà. A. Choinki della Reuter-Radiocor

Luoghi citati: Argentina, India, Italia, Katmandu, Nepal, Nuova Delhi