Cinema in Finlandia

Cinema in Finlandia —— DIETRO !■© 8CHIRIO —^ Cinema in Finlandia Un Paese che l'obiettivo non ha ancora scoperto - Modestia e saggezza di fronte ai cugini svedesi Dai registi del primo periodo alla produzione attuale - Risorse umane e sfondi incomparabili (Dal nostro inviato speciale) Helsinki, do giugno. Si fanno « spedizioni » cinematografiche sempre più complesse e costose, la prepotente invadenza dell'obiettivo fruga il mondo intero, alla ricerca di esotismi sgargianti, o almeno di coloriti inediti, di ambienti singolari; e la Finlandia, dal cinema, deve ancora essere scoperta. Strana ignoranza, o strana indifferenza; quando un regista di talento troverebbe qui da < girare » non so quanti film. Forse non lo suppongono nemmeno gli stessi finlandesi, per essi il cinema è uno svago che li costringe ogni volta a trapiantarsi, per un paio d'ore, in Paesi sempre diversi e sempre più lontani. Dai cartelloni di questi cinematografi piuttosto modesti ora sorride Martine Carol, ora la Lollobrigida, ora la Monroe, ora la Russell; giornali e settimanali dedicano qualche articoletto o alcune fotografie a quanto accade negli studi di Roma, o di Parigi, o di Hollywood; ma il « tifo > di questi calmi e quadrati spettatori, temprati lllllllllllllIllllllllIIIIMIIIIIIMIIllllllllllllIlllllIIII dalla sauna, è per loro fortuna assai tepido, quasi sempre antepongono al cinema lo sport. Lunghe remate, lunghe nuotate, o lunghissime marce in sci, appena rotte da qualche breve, lieve discesa; o, prima ancora che scenda la neve, l'abbandonarsi sui pattini alle distese gelate dei laghi, e dall'uno passare all'altro, per stretti canali naturali che sono esili istmi di ghiaccio. Poi, quando' sarà scesa la neve, e il turbinare del vento ne avrà sommerse le strade, allora gli autocarri si apriranno le loro piste sui laghi (sotto la coltre nevosa due, tre metri di ghiaccio), U solcheranno di neri segmenti; per almeno quattro mesi all'anno il finlandese fruirà delle più economiche e rettilinee autostrade, seguendo le rotte che seguono i battelli d'estate. * * Gente dura, ma non indurita; di una tenacia e di una lealtà proverbiali; sensibili all'arte, fin troppo consci della loro povertà, e capaci di candidi entusiasmi e di sentimentali abbandoni. Sono dei solidissimi romantici; e IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIf llllf lllllllllllllllltlllllllllllllllli sono, un po', i meridionali del nord, se paragonati all'asciuttezza del norvegese, al riserbo dello svedese. Vorrebbero fare del cinema, un pochino ne. fanno; ma dicono di non esserne capaci, e soprattutto di non avere quei troppi quattrini che per fare dei film, secondo loro, sarebbero indispensabili. E' un luogo comune l'affermazione che, per essere graditi in Finlandia, basti parlar male della Svezia. E' un pettegolezzo fra quasi cugini, nient'altro; ma, come parecchi pettegolezzi, è probabile che non sia tutto gratuito. Basterebbe la dichiarazione frequente: noi non siamo ricchi come « loro >, noi non abbiamo i doto» teatri, non abbiamo i « loro > musei. E starebbero per dire noti abbiamo i « loro » film, se la cosa non fosse più che evidente. E' soltanto nel 1919 che due attori finlandesi, Erklci Karu e Penvo Puro, pensano di organizzare degli studi nel loro Paese e fondano la « Snomi Film », Una commedia di Alexis Kivi, Il fidanzamento, e un romanzo di Minna Canth, Annalisa, appaiono su gli schermi, con una notevole protagonista di Annalisa, Hclmi Lindelóf, un'attrice di prosa. Gli inizi non potevano essere migliori, la nascita di questo cinema coincideva con la finalmente raggiunta indipendenza del Paese. E con molte speranze viene accolto il ritorno in patria di Konrad Tallroth, reduce da Stoccolma. Vi si era recato qualche anno prima, per porsi alla scuola del duo famoso, di Sjostrom e di Stiller; se ora ne tornava era perchè si era impadronito di tutti quei segreti, e si sentiva certo in grado di far meglio. La cSuotniy gli offre i suoi studi, in tutti c'è una lieta attesa, vedranno, < quelli là>, sull'altra spondo. E Tallroth sforna nel 1922 La potenza dell'amore, e nel 1923 Matrimonio a Suursalo, con l'evidente proposito di adeguare tipi e ambienti finlandesi al più stanco ricettario svedese; mentre Erkki Karu lo segue, e pure nel 19S3, con gli stessi intenti e gli stessi risultati, sforna La moglie del guardacoste. La delusione fu grande, si parlò quasi di tradimento. Placate poi le amarezze con il colorito e quasi schietto Genti di Osterbotten (192 li) di Jalmari Pahdensuo, doveva subito dopo essere lo stesso Karu a comporre il miglior film finlandese con La moglie del Radeliar; perchè aveva saputo ispirarsi a temi nativi, agli « zirigari del Nord >, che vivono non lontano dai lapponi, abbattendo tarici e abeti, e poi guidandoli di ràpida in ràpida fino ai grandi laghi, fra quinte attonite di dense foreste. Ma du allora in poi questi registi si fanno sempre più modesti, come è modesto il numero, quasi costante, dei film prodotti ogni anno, attorno a una decina; nel 1941 appare sullo schermo del Lido Regina la bella fioraia di Poivo Sarkka, e nel 19 J2 la sempre puntuale « Suomi Film » vi manda Yli Rajan, di Vilfto Ilmari. * * Eppure questi uomini e questi cicli si direbbero predestinati ad apparire in film memorabili. Gente civilissima e sensibile, che va in estasi pi r una buona musica, che t'istbt/menfe si commuove per un bel canto; che sa armate di sci e di mitragliatrici guerrieri degni dell'epoca ri l Kalevala, sa creare industrie alle soglie di un do m a ni che può essere fosco, e sa vivere in una sana, l'indicibile democrazia. Quoti quattro milioni di uomini, tutti amanti di una lindura ordinata, sem¬ pre trèpidi a ogni minimo accenno di civiltà mediterranea, aperti a slanci generosi di una calda umanità: vivono ai margini di un mondo che ancora e sovente rivela misteri dei primordi. Bastano le levigate scogliere delle isole Aland ad annunciare un'altra terra; e l'arcipelago delle isole introduce all'arcipelago dei sessantamila laghi, dolci e sereni tra foreste che ancora conoscono l'ululato dei lupi e il pesante passo degli orsi, mentre giovani scoiattoli balzano di tronco in tronco. E quei laghi, nei lunghi tramonti esttui che appena e un poco si placano a mezzanotte, si fanno diàfani di madreperla rosata, tingono di violaceo le pinete che sembrano nascere dalle acque; e una tonda luna, che a mezzanotte sembra ricevere gli ultimi raggi obliqui ■llMIIIIIMIIIIIMIIIIlllIIIIIIIIIllIllllllllItllItlIIIII del sole, sorge rosata come in una sua aurora. Un Flaherty in vena di tenerezza si sarebbe innamorato di questi uomini e di questi ragazzi, di queste acque e di questi cieli. Forse il regista che saprà esprimerli è già nato in una di queste periferie di città, dove la dura roccia delle isole affiora a sorreggere le case, e dove si spiana accoglie un terreno di giochi; o forse dovrà essere uno straniero, ad amare e a esprimere uno dei più poetici paesaggi sul quale lo sguardo dell'obiettivo possa posarsi. Allora sarà per qualche anno « di moda » la Finlandia, almeno su gli schermi; e i grandi produttori, fiutato il vento da essi creduto favorevole, decideranno di mandare qualcuno « lassù ». Mario Gramo IIIIlllllllirillItlIUtlllMItllIllIItlIllIillIIIIIf

Luoghi citati: Finlandia, Helsinki, Hollywood, Parigi, Roma, Stoccolma, Svezia