Oggi l'Italia affroata la Svizzera nel campionato mondiale di calcia

Oggi l'Italia affroata la Svizzera nel campionato mondiale di calcia Oggi l'Italia affroata la Svizzera nel campionato mondiale di calcia La squadra azzurra ha i mezzi per superare l'ostacolo rappresentato dal "chiavistello,, elvetico I problemi da risolvere per l'attacco - Dai due titoli mondiali vinti alla disavventura brasiliana Nella prima giornata vittorie di Jugoslavia, Austria, Uruguay e Brasile (Dal nostro inviato speciale) Losanna, 16 giugno. La situazione dell'Italia inquesto quinto campionato delmondo, è una situazione par- Hcolare, un caso a sè. L'Italia aveva, richiamato l'attenzione su di sè riportan-do la vittoria nella, seconda e terza, edizione del Torneo mondiale, una volta, in casa e una volta fuori. Poi era crollata disastrosamente fin dalla prova iniziale alla quarta competizione. Per motivi che a suo tempo vennero illustrati e sui quali ora tacere è bello. Le due diverse impressioninon si sono cancellate nella mente né dei tecnici ni u,egliappassionati stranieri. Esse sicontrastano nel cervello loro, pronto ad accogliere sia un nostro ritorno di fiamma, come la conferma di un offuscamento parziale o temporaneo che dir si voglia. Questa incertezza sulla valutazione da dare alla efficien-za degli azzurri nel momentoattuale, è generale biente internazionale. Nessuno osa pronunciarsi. Ognuno va eauto, e preferisce chiedere informazioni, più che esprimere n~ , cor.uirur.oni. Ed il bello si é che, anche in campo nostro,nessuno di noi, neppur volen- dolo, potrebbe pronunciareuna decisa opinione in propo- sito. Il convincimento genera- le nostro, interno, è che lo sfato delle rose sia miglioratoda qualche tempo a questa parte, da quando cioè la viache si è tornati a battere, èquella tecnica. Ma da questo al trarre conclusioni chiare e definitive sul risultato di una prova da affrontare all'istante, corre parecchia distanza. Forse — ed anche senza forse — ognuno di noi sarebbe più propenso ad esprimere una opinione ottimista se si par¬ ) \lasse dell'avvenire, anche pros ]simo, del calcio italiano, Perin,che l'aspetto della situazione el'inostra, che maggiormente apre r- il cuore alla speranza, è dato \dalle possibilità che si vedono to comparire all'orizzonte. La gen-\ne.razione nuova dei calciatori e nna ta oeuo nostri, che sta sorgendo, è senza dubbio migliore nel senso schietto e comprensivo del termine, di quella che occupa i posti della ribalta in questo momento. Le reclute valgono meglio ui Idegli anziani, e tecnicamente e ìagonir'icamente. Per questa ni\rnrj^ ne, mentre si è genericala mente ben disposti verso quan. gli\t0 può avvenire più tardi, si è si\tutti piuttosto riservati su o, n oaeo an-,^, to\™??l™.e?}?Hy°. no va nre e quello che può succedere ora. In altre parole, perdura lo stato di incertezza sul presente della compagine che rappresenta i nostri colori. D'altra parte, nel parlare dell'efficienza del nostro undici occorrerebbe Idistinguere settore da s"ttore. n~'Nel lavoro di ricostruzione della squadra, non dappertutto si è camminato alla stessa velocita. Mentre il reparto di difesa ha compiuto dei reali progressi e mostra ora una consistenza notevole, quello d'attacco è rimasto più o meno all'altezza a cui era. Si è assicurato più volte che una prima linea era stata finalmente trovata. Non si è fatto che modificarla invece, ed effettivamente la si cerca ancora adesso. Sono le questioni costruttive del gioco, quelle veramente difficili, che non sono state risolte ancora. La prova palmare di questa situazione di incertezza la forniscono i tentativi fatti fino all'ultimo momento, ancora la settimana scorsa, alla vigilia cioè della nostra entrata in lizza. In queste condizioni di cose si comprenderà come sia consigliabile molta prudenza nelle considerazioni relative ad un avvenimento di somma importanza quale è il campionato del mondo. Meglio andare a gradi anche qui e seguire la situazione passo per passo. La situazione creata dalle gare degh ottavi di finale, è opportuno dirlo e ripeterlo, appariva, per quanto riguarda l'Italia, molto più facile da lontano che non da vicino. Da lontano la scaltrezza dei nostri dirigenti ci aveva fatto ammettere nella, categoria delle « teste di batteria*, fra coloro cioè che venivano considerati come degni di fare il passo avanti nella competizione, passando cioè ai quarti di finale. Bastava battere la Svizzera e il Belgio. Esaminate invece da vicino, le due difficoltà rappresentate dagli elvetici e dai fiamminghi cambiavano fisionomia, apparivano subito come più grandi. Non fosse che per l'errore psicologico che si era commesso con l'urto all' amor proprio mortificato nella classificazione degli uni e degli altri tra le squadre destinate a farsi battere. E' la minaccia che si affacciava, del verdetto del campò che potesse battere le decisioni del tavolino. Minaccia che si ingigantiva di mano in mano che si pensava al passato recente e che si assisteva al lavoro di preparazione e di approccio alle competizioni degli elvetici e dei belgi. Considerate nella loro vera essenza le difficoltà che gli italiani si apprestano ad af- frontare non sono semplici. La loro natura è più psicologica che tecnica. Sul piano normale del giuoco, cioè senza l'intervento di fattori di natura ambientale o'esterna, l'undici italiano che noi mettiamo in campo dovrebbe, pur con tutte le sue manchevolezze e i suoi difetti, essere in grado di batterli semplicemente, tirando dritto per la sua strada, con la tranquilla sicurezza che deriva dal. fatto di saper fare tecnicamente cose alle quali gli altri non possono arrivare. La difficoltà della situazione per quanto riguarda i rappresentanti dei nostri colori, sta appunto nel sapersi districare da questo complesso psichico che pare dominare il momento. Gli azzurri temono gli svizzeri e temendoli fanno, nella loro mente, l'impresa di affrontarli più grande di quanto essa non sia. Ricordano che da anni la sQuadra nostra più noìi li batte sul loro terreno. E li incatena l'idea del teatenaccio ». La nostra del momento non è una grande squadra. Togliamoci dalla testa che lo sia. Ma il superare gli ostacoli messi sulla sua strada da questi ottatti di finale sta pienamente nei limiti delle sue possibilità. Auguriamoci che ci riesca. Un primo passo compiuto felicemente può portarla fuori dall'incubo e darle fede e coraggio. Vittorio Pozzo TJna difficile parata del portiere Jugoslavo Beara, che precede Vincet, (Telefoto)

Persone citate: Perin, Vittorio Pozzo