"Lui voleva uccidermi ed io l'ho fatto ammazzare,,

"Lui voleva uccidermi ed io l'ho fatto ammazzare,, Ufi» sensazionaie deposizione al processo di Cuneo "Lui voleva uccidermi ed io l'ho fatto ammazzare,, La frase sarebbe stata pronunciata nel 1946 da una donna di 69 anni, amante deh trentacinquenne Biglione, morto in carcere per sevizie nel 1944 (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 8 maggio. Cronaca d'udienza. Mattino. . Sfilano quattordici testi, e .10- no quarantaquattro con quelli j- -l... T ....... di ieri. I più non sanno niente, o riferiscono voci vaghe, il | c"c 6 vessa poco la stessa rei •<*• Tra lucili che, sanno o po[trebberò sapere, parecchi sono andati soggetti, nel frattempo, ! a più o meno gravi fratture di -memoria, in seguito alle quali pare che nuotino nella nebbia. Nessun dubbio che il Bialio- « G^seppe1 ÌVeduto .^ ««• sevizie subite i | 1" luglio 1944, giorno del suo - arresto, per opera di partigia appartenenti a una brigata ! garibaldina di starna a Sani¬ ! peyre: è impossibile stabilire ise egli sia morto per ^lesioni IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIII interne >, per « collasso cardiocircolatorio *, per « insufficienza epatica dovuta ad ustioni di notevole grado e localizzate in distretti d'importanza vitale*, è tuttora escluso che egli si .sia suicidato battendosi la testa, contro i muri, come dichiarò il comandante della brigata stessa Eduardo Zapata, detto Zanna, nato nell'Ecuador e attualmente residente a Lima (Perù). La parte controversa è quella di stabilire se i partigiani si impadronirono del Biglione di propria iniziativa o in seguito a segnalazione altrui. Abbiamo accennato ieri a una eorda, a una mula e un po' di grano, origine di astio tra il Biglione e il Beltrando padre e figlio, arrestati nel novembre dello scorso anno come sospetti denunciatori dell'ucciso. Sembra però che costui fosse, a sua volta, denunciatore di altri, onde il teste Salza Merito dice di averlo veduto alle prese nell'osteria € All'Angelo > con lo Zama, il quale gli rimproverava una specie di doppio gioco e che finiva per consegnarlo ad alcuni suoi partigiani con l'ordine di x portarlo dentro » e farlo parlare < comunque*. A perfezionare questo t comunque * intervenne poi direttamente lo Zama con la sua. tecnica particolare che, dice il teste, € era una meraviglia *. Tutto ciò non escluderebbe eventuali responsabilità dei Beltrando, che segnalarono il Biglione ai partigiani, responsabilità sottolineate da Biglione Maria, nipote del morto, la quale dice che due giorni prima lo zio, mettendosi a piangere, accennò ai due Beltrando. come a persone che volessero < am mozzarlo *, ma è strano che un siffatto particolare sia stato taciuto dalla teste negli interrogatori d'istruttoria. Strana del pari, ma più giustificata, è la novità portata in aula dal teste Galliano Giovanni. Egli dice che nel 1946, e cioè prima ancora che si cominciassero a intorbidare le acque sul. caso Biglione, il suo suocero De Michelis Chiaffredo gli raccontò di avere fatto un viaggio in Francia con la signora Ruà Maddalena, e la signorina Margherita Lucchini) Peyraccia. Questa ultima era stata l'amante del Biglione malgrado la straordinaria differenza di età (lui SS anni, rsMItllltlllllItlltlMIIIIHIIllllllllilllltillfllllMllllllllll lei 69) e lungo la strada non fece che raccontare i loro ul- timi litigi conclusi con un colApo di rivoltella sparatole dal Biglione a una gamba, e ripe-leva di continuo come un ri-tornello € lui voleva uccider-tili, e in l'ho fatto amnu zza-re>, attraverso la tecnica di denunciarlo ai partigiani come detentore di armi e spia deifascisti. Se il Galliano Giovanni non rivelò prima le confidenze del suocero, fu dietro espressa preghiera di lui, di non mct- terlo nelle notizie giudiziarie degli interrogatori, perchè non parlava l'italiano, e si sarebbe, trovato tnunbarazzo per rac- con are ciò che sapeva. Ades-Lso il suocero è morto, e «/ te-.ste si «ente libero da ogni im pegno. Il suocero risulta ai carabinieri e alle autorità tutte, come un uomo < assai stimato per onestà e molto devoto >, quindi attendibile nelle sue confidenze. A confermarle non si può chiamare la Lucchino Peyraccia perchè deceduto, in condizioni di estrema miseria e di smemoratezza al Cottolengo nel 1949. C'è però la Ruà Maddalena. La udremo nel pomeriggio, ultima di altri diciannove, testimoni. La Ruà è una donna ancora piacente, di circa 44 anni, magra e decisa. Ella racconta che nel luglio 1944 la Peyraccia le disse che il Biglione aveva tentato di ucciderla e che lei l'aveva fatto uccidere denunciandolo. Aggiunse: < Oh c'è voluto poco a farlo prendere. Lei come si sarebbe comportata ?>. La Ruà rispose che al massimo gli avrebbe dato uno schiaffo. Poi venne il famoso viaggio in Francia, esattamente da Chianale a Foujard ISO settembre 1946): in realtà lungo la strada la vecchia, come ossessionata da un rimorso, non cessava di accusarsi di avere fatto uccidere il Biglione. La Ruà riferi di ciò ai carabinieri, ma dopo sette anni, e il presidente Barelli le domanda come mai sì sia decisa così tardi. € Fu quando seppi dell'arresto dei Beltrando, per impedire una cosa ingiusta...*. Dicono che la Ruà fosse l'amante del Beltrando figlio, ma lei nega recisamente. Gli altri diciotto testimoni non hanno detto gran che di rilevante. Molti hanno gravato sull' autoritarismo dittatoriale lllllllllllllllllMIIIIIIIIlinilllllllllliniflIllllllini Idei comandante Zama. solito a discutere con la mano sull'iniApugnaturn della rivoltella, sia pure ancora nella fondina. Egli : fece fuciline «Molato!» — un 'suo partigiano— liriche si era ] rifiutato di eseguire una senìtenza di fucilazione contro due lavili. Un confronto alquanto animato tra Biglione Giovanni e i„ vedova del torturato a proposito di certe parole che rgjj avrebbe detto n carico del Beltrando figlio, si è chiuso eon un match nullo perchè en trombi hanno € giurato* da vanti n Dio su versioni diame fralmente opposte M„ „„ fine rfc„.„rfl>„.„ Hnu f0 Re _ L,„ ft„ dìchiarato xu <sfnM. j„„, „ „.. ' za dell'avv. Bonelli, che Beltrando figlio un pnin d'anni or sono, andò a domandargli se poteva testimoniare che a Sampeyre i partigiani non lo conoscevano affatto. Domani le prime arringhe. Se il procuratore generale e gli otto avvocati .si mostreranno benigni in lunghezza, la sentenza potrà essere emessa dopodomani. a_ a

Luoghi citati: Cuneo, Francia, Lima, Perù, Sampeyre