Il pianto dei genitori

Il pianto dei genitori Il pianto dei genitori (Dal nostro inviato speciale) Bussoleno, 5 giugno. Erano tre innamorati della montagna, eli più bel regalo che potessi farle — dice il papà di Gemma Gallo — era lasciarla andare in gita alla domenica >. Carlo Ferrari, impiegato all'ufficio ragioneria del Municipio di Torino, < si comperava l'equipaggiamento oggetto per oggetto, con i suoi risparmi >■ testimonia suo fratello. E Nino Rosso quando a casa mostrava le fotografie delle sue escursioni domenicali — cordo a iracolla, zaino alla brava, un bel volto sorridente — alzava le spalle alle perplessità della zia € Morire in montagna t E' la più bella fine che si possa immaginare >. Li hanno riportati a valle i loro amici dell'UGET, oggi nel tardo pomeriggio. Alle li dal fondo del piccolo nevaio, in cui starnano li avevano scoperti Malvassora c Bisognili, s'è mossa una piccola colonna di giovani. I tre corpi, avviluppati in grigio coperte di tipo militare, venivano adagiati su un piccolo <toboga>, che lentamente scendeva dalle balze dei monte Villano e raggiungeva il rifugio Toesca. Qui le tre salme venivano composte in barelle rudimentali e trasportate a braccia fino al rifugio Am primo. Qui, un feretro alpestre fu preparato per le tre vittime. Sul fondo della < lesa > — uno slit Ione che serve al trasporto di legname — furono sistemate fronde di abete e di nocciolo; le salme furono distese qui sopra, sicché fosse meno duro il ritorno. La corda di canapa della loro ultima arrampicata servì a legare saldamente i lo- ro tre corpi. Rami d'abete, ra- mi di nocciolo, mazzi di mar- ghcritc, di narcisi e di mughet-ìli ricoprirono il triste carico ; iGemma, Carlo e Nino s'avviarono così alla piamtra. Alla frazione Giordani di Mattie, dove il sentiero termina nella strada rotabile, il feretro si fermò al bivio vicino al ponticello. Una folla di montanari e di escursionisti del sabato sera attendeva. Quando Roberto Giuliani, del C.A.I. di Bussoleno, slegò tetre salme e tolse la pietosa coltre di rami verdi e di fiori campestri, un uomo dalla barba malfatta, quadrato, dai capelli un po' grigi, si fece largo: t Gemma, Gemma », gridò. Non gliela lasciarono vedere: il papà di Gemma Gallo, col volto contratto nello sforzo di non piangere, si trasse in disparte. Le tre salme furono caricate sull'autofurgone dell'Associazione donatori di sangue, cui Nino Rosso apparteneva. (Lo avrebbero dovuto decorare, anzi, tra qualche settimana, con medaglia d'argento per venti trasfusioni effettuate). E da Mattie al cimitero di Bussoleno fu rapida la corsa. Rimasero nella sala mortuaria soltanto il medico ed alcuni infimi delle tre vittime. Per quasi due ore continuò in segreto la pietosa ricomposizione delle salme. Fuori, intanto, arrivavano anche gli altri familiari: di Nino Rosso una zia minuta, con gli occhiali, che pregava sommessa; e di Carlo Ferrari il papà e il fratello. I due papà, dilla Gallo e del Ferrari, si strinsero in silenzio la mano, gli occhi rossi di pianto. ... _ z Nino Rosso era commesso tu g un grande negozio dì articoli b elettrodomestici a Torino; era, m una famiglia senza più ti pa- dre, colui che portava a casa, Pa fine settimana, la busta più attesa. Aveva ventun unno, c <0<attro fratelli minori cui prov- svedere, oltre la mamma e t, dnonni. Si dilettava di suonare il mandolino e calcava le scene idei salesiani, ma la sua passio- pne era la roccia Con Carlo Fer- „rari, il più anziano della comi- dfilo, Nino Rosso era entrato in S«mirici» fin da ragazzo, ruffe\tdue concepivano Valpinismo icome evasione dal grigiore quo- sridiano: non erano gli cscursio- dnisfi del < merendino >, ma equalcosa di più. Tecnicamente preparati, si sentivano attratti\mdal silenzio e dalla fatica del-'con il medesimo entusiasmo per la libera gioia dell'alpini- l'Alpe. In tempi nei quali abbondano le ragazze «eststen-l zialisto e vanerelle, dovettero' appre-arc l'amicizia di Gemma appressare ramirizia ai uemma Gallo, che coltivava la stessa In™ un,™»,- P K .om/ira ,„„ loro passione t li stguna, forse co* minore preparatone, certo.sino. Il giorno dell'Ascensione, Gemma aveva messo un piede «in fallo durante un'arrampiea- ta alle c Lunette »: • due coni- pugni di cordata l'avevano trat-\ftenuta mentre stava già preci-»pifando ! ... IMaemunarago^ditenace\%volontà: non si rassegnava fa- cifmente alle sconfitte, e i due, glovani e più esperti amici la aiutavano a salire. Carlo suo-,nana la fisarmonica, tutt'c f re ; cantavano le canzoni della vita', dura e audace della montagna, Domani, nella sede dell'UGET in Galleria Subalpina, le tre-vittime riceveranno l'omagaio deali alpinisti torinesi g. gh. [

Luoghi citati: Bussoleno, Mattie, Torino