I tre alpinisti sono morti mentre scendevano al rifugio

I tre alpinisti sono morti mentre scendevano al rifugio Ricuperate le salme dei torinesi scomparsi sui monti di Susa I tre alpinisti sono morti mentre scendevano al rifugio La ragazza giaceva fra i suoi due compagni - I,a veglia dei parenti e degli amici nella baila Imprimo vtggignvsd (Dal nostro inviato speciale) Hussolenii, 5 giugno. Il miracolo che si attendeva dalla montagna non è avvenuto. Gemina Gallo, Antonio Rosso, Carlo Ferrari sono stati trainati cadaveri ai piedi del monte Villano, uniti dalla corda che li ha legali ntlla vita e nella morte. L'ultima speranza, che ancora resisteva dopo due giorni di ricer- che vane ed ininterrotte, si è spenta stamane alle 8, quando uno degli alpinistiche partecipava alle spedizio-ni di salvataggio è giunto di cors al rifugi Toesc e sGli amici dei giovani caduti trasportano (Dal nostro inviato speciale) corsa al rifugio Toesca e si]è abbattuto su una panca, il volto fra le mani, il corpo «cosso dai singhiozzi. Non lui'detto parola, ma tutti hanno' stavano partendo dal rifugio^ .verso il monte Villano, e fra,Igli alpinisti vi era chi ricor-ì\dava clumorosi casi di sai- ìvataggio di persone, ritrovate' compreso che era finita, che i|tre ragazzi di Torino ■rano'stati, sì, ritrovati, ma freddi'cadaveri, vittime della loro passione per la montagna. Qualcuno, all'alba ai oggigsperotHi ancora. Sette cordate, ._...! vive dopo giorni e giorni di irtormenta. Due dei soccorri- .Itori erano stati protagonisti'ldi un'avventura di questo \ dgenere: Malvassora ed Alderi-'pghi, che, a Natale, erano .ri-\rinasti bloccati per quattro]agiorni sulle pareti del Cervi no, ben più terribili che non il modesto monte Villano. Cosi le cordate partivano verso la, loro dura giornata, e sembrava che il cielo, finalmente, volesse aiutarli: non una nube sui monti e sulla ftlrumg,spianura lontana, dopo tantaippioggia e nebbia e grandine, 'aLa visibilità era perfetta. Il pVillano balenava fra i l'ami i ;degli abeti, coperto -di neve: .dpareva vicinissimo ed era in-'ivece a tre ore di marcia. Le', cordate si diresse.ro a raggie- rra, come se muovessero ad un cassalto, per salire alla vetta uda ogni lato. Si era conve- p«info che il primo che avesse davvistato i tre scomparsi, o,;si fosse imbattuto in qualche'.utraccin, nel minimo indizio — j tche so, una buccia d'araiwio,.Utuì mozzicone di sigaretta —'qavrebbe avvertito gli altri con'-stro grida di richiamo conse-\Cattive, a breve intervallo pl'una dall'altra. Alle cinque, ttutte le sette cordate erano pentite, e nel rifugio, -ave- rmito improvvisamente triste. e silenzioso, si cominciò ad Cattendere. Ore eterne, ter- c""'"'ì'1- „ 0 , Ed ceco, alle 8, qualcuno navvsta un alpinista che ri- ntoma di gran corsa. Subito dtutti escono dal rifugio. L'ito- sino è ancora lontano, ma tn- grandisce a vista d'occhio,'esatta come un camoscio, si'precipita. Il cuore, per un at- ]timo, si apre alla speranza:. se scende così veloce, ceito'a porta qualche buona notizia... ii'Invece la delusione più ama- ìv'ra: affranto, spezzato dal do-\!.. .^che li hanno scoperti: Piero,,Malvassora e Luigi Bisognili, ìcomimgno di lavoro di Anto- imo Rosso. ' Piero Malvassora non spe- j |!ore, l'uomo si Vtscia andare 'su una panca e piange. E' la 'fine. Come sia avvenuto il ritro- vaineiito dei tre cadaveri, ab- ìgiurno saputo poco più tardi , dalla bocca di coloro stessi, !. ... .... I rai;» più di ritrovarli vlvi.1 foIeri sera l'avevamo visto sa-ìselire la mulattiera rhe portai tidalla frazione Oiordani al {stpian Oervetto, portando sulleinnrobuste spalle, oltre al iacco,\cianche il toboga, la slitta ai ogforma di barca, che serve pei [altrascinare a valle, sulla ne Vi, sele salme. Saliva lento e pa-ìlareva un Cireneo che portasseI una sita strana c^eu«'^ìSpestmattina si era un gnin, giunto anch'enti '.eri sera, ed erano partiti />•» i primi. Strada facendo, si ma accodato ad essi un cane da pastore, sbucato da una Mita ne ;una-0 j; sentiero, una bcr,'.ia : ordal pelo fulvo e dallo sgwirdo inintelligente. , m j diie alpinisti si erano di- pr retn VCrso uno dei canaloni al centrali del monte Villano de una colossale fenditura a st.r•' pr pentina in gran parte ricolma ! a di neve. Alla base del cuna " ;onei jj cane, che fino re queuto momento si era mantenn to tranquillo, cominciò ad Ugqi0ia,re, a dimostrarsi inquieto. Malvassora e Bisognili salirono ancora di alcune dieC\ne di metri: e la bestia prese a latrare frenctìcamen te, si lanciò in avanti, fen dendo la neve con il petto robusto. Gli alpinisti la seguirono, Cosi si innalzarono ancora di'' clrc„ venticinque metri, «imi- ae"do a} mlnt0 cm ,l. ^sv natone forma un breve S'i""- pr no. E qui si arrestarono !'""°!cj di fianco all'altro, muti, fo;ri sguardo fisso ad uno spaven- < . toso spettacolo: i tre ragazzi T™erano lì, nella pìccola conca.'.. immobili, lettati alla corda. \" Un po' più innanzi la Gemma iafGallo, con il bel viso rivolto, °al cielo, gli occhi semiaperti, 'e i lunghi capélli appena scar- dìviigllatì Carlo Ferrari ed Ai.-lP■ iSltonio Rosso erano l'uno s«/-|n... . -i ,allucinante. Nell'alto siIen2io,P dei monti, sotto la grati Dottai* del cielo azzurro, i tre setti bravano assopiti in un sonno calmo, che li avesse colti di j improvviso dopo una gran fatica. Dalla loro posizione, dallo esame del luogo in cui sono stati trovati, non è stato possibile ricostruire con csattez l'altro, bocconi, i due corpi. disposti a forma di croce. Le\[e tre piccozze erano finite a " pochi metri di distanza, OS 1 mìsieme ad una giublni da ver.- , te rossa, probabilmente deHai^i, raqazza. Una sct-na irreale, "I -* . __ .. .. . In za lo svolgimento della tra gedia Ma l'ipotesi più oroba bj, 'è Questa I tre etano iunt in clmn al Villano no ,„,stantc il tempo pessimo .. Per la discesa avevano sce/tolc nna vja jra le più difficili, oj ,orse crnno stati portati Inori .v stmdn d(jn ,(' nehhi„ SUt\ so, dl /((„0 che 'g| w zicemptimqgsotonm;pJ runo pòrtati apiù weiieo-'te ióso della parete" dove questa 'T precipUa quasi à picco. I tre ~ „on avevano con sé né oMo*,* d„ rncrin m,- martello- Zi are- S S,,iTwinti alrUnaio Te? \taZto d^aiarsi comesi du% " in termìni alpinistici, in «di-j| sccsa Uhcra », cioè affida,!- p dovi un\camtntc agli appigli c ed a//a corda. Davanti era «l' jferrarf, il più esperto; ini \metseo ìa ra„nzza; per ultimo s'.^ jjosso jcCìte cosa avvenne in quei |to rimbalzando sulle rocce per un centinaio di metri l «talli'vor'sa «'h-t'ìc' C"''J? ,t J'l £'CA" cedette fotse io stratoi d scivolo sotto i 2«rdnd di ,,.,„ j.w„ comitiva che ? . "lo, ac"" com"'}«< L"p ta cadde trascinando gli altri:\ .tutt, precipitarono nell'abisso,..p, -■ ,'" I p a quel ripiano ,n fondo al c«-! ne «afone. Ig La morie e stata certamttn- |« te istantanea. Non hanno tfjf-l\ferto. La breve stagione della] »«> vita sì è chiusa così, ! fulmineamente. Nello spazio] Id-' altaiche decimo di secondo, r\%W^Ze™ ^ e scrcn' a ,( sollo spente in uno schianto, t, jjollj(0 terribile, vi questo g jntsj0 di estate, a lutti coloroI m,cile Sj apprestano ad andare p ; in montagna. i c', Mai come in questo inomeii- s to suonano alte e severe fe v parole di un grande alpinista A-Provato dalla sventura: Ed- s 'card Wliymper, primo sai-: slatore del Cervino: « Fate, sascensioni, se volete, ma ri- a[cordatevi che il coraggio c falle forza non valgono niente senza la prudenza, che un at timo di negligenza può distruggere la felicità di tutta nnu vita. Non fate nulla precipitosumente, abbiate cura di ognuno dei vostri passi, ed all'inizio di ogni gita pensate sempre quale potrebbe esserne, la fine*. c m-

Persone citate: Antonio Rosso, Carlo Ferrari, Cattive, Cosi, Gallo, Toesca

Luoghi citati: Cattendere, Torino, Ugqi0ia