Pronta ed energica reazione di Coppi a un violento allatto di Koblel ai piedi dell'Abetone di Vittorio Varale

Pronta ed energica reazione di Coppi a un violento allatto di Koblel ai piedi dell'Abetone Per un momento si è creduto che gli assi volessero dar battaglia sull'Appennino Pronta ed energica reazione di Coppi a un violento allatto di Koblel ai piedi dell'Abetone Vittoria del giovane Gianneschi che batte all'arrivo i compagni di fuga Grosso e Franchi - Astrua la spunta sul campionissimo nella volata per il quarto posto - Clerici sempre saldo al comando della classifica - Oggi arrivo a Genova (Dal nostro inviato speciale) L'Abetone, 1 giugno. L'11* trippa del G-iro, terminata qualche ora fa tra le nebbie umide e fredde dell'Abetone, ha avuto uno svolgimento assai interessante e dei risultati non meno indicatavi. Del primo, diriamo subito che la vittoria ha premiato nel giovanissimo toscano Gianneschi, il corridore più accorto e più risoluto della giornata, giacché al momento giusto egli è uscito dal gruppo degli Assi come al solito neghittosi e indecisi, per lanciarsi alla caccia d'una ridottissima avanguardia che lo precedeva di vari minuti avviandosi alla tona montagnosa della tappa. Alternandosi con l'abruzzese Franchi, e colmato il distacco che lo separava dai primi dopo aver scalato brillantemente la lunga salita a Barigazzo e poi buttandosi a rompicollo nella discesa, sulle prime rampe dell'Abetone, Gianneschi raggiungeva la pattuglia dei tre (che erano Grosso. Ciolli e Benedetti), subito imprimendole un'andatura più sostenuta. De Santi in fuga Ciolli e Benedetti presto cedevano; Grosso resisteva all'attacco dei due sopraggiunti e assieme ad essi arrivava allo striscione dell'ultimo chilometro. Poi, sulla strada sempre in ripida pendenza. Gianneschi partiva in volata — e andava a vincere la- tappa. In quanto ai risultati, con intenzione adopero il plurale, giacché oltre quello consacrato dall'ordine di arrivo e dai distacchi che potrete leggere fra un corridore e l'altro creati dagli 11 chilometri dcll'Ahetone, è necessario dire subito qualche parolina sugli altri. I quali sono: 1) l'attacco di Koblet nella discesa da Bar rigazzo per iniziare in vantaggio l'ultima salita, e su questa dare battaglia a Coppi e compagni; S) l'immediata, e riuscita risposta, del campio- di nissimo. che in un paio chilometri raggiungeva il rivale, con lui e con altri pochi'sopraggiunti, proseguendo perìil resto della salita; 3) il ri-1tardo, sia pure d'un «ola minuto, che la « bagarre* su~-*guente all'urto Koblet-Coppi è costato alla Maglia rosa. Tale è il distacco, infatti, col quale Clerici ha tagliato il traguardo in 12" posizione, preceduto di qualche metro da Magni, v 11 secondi prima del resto della lunghissima fila del gruppo — nel quale c'erano Barta> li. Coletto, Fornara ed altri. Risultati, come si vede, di una certa importanza, perchè tanno lampantemente dimostrato che, come ieri Coppi non potè liberarsi di Koblet su la, Pertìcara, oggi lo stesso macht nullo si è ripetuto. Inoltre, è pure provato non essere facile infliggere un serio distacco alla Maglia rosa, che oggi, pur cedendo leggermente, ha dimostrato di essere un discreto arrampicatore. La sua posizione al comando della classifica è sempre solida. Anche oggi, la prima parte della tappa ha vissuto sul Imigo episodio d'una fuga con protagonista De Santi. Dopo che Pezzi era andato a vincere il T.V. di Castelbolognese col tacito consenso del suo lcompagno di evasione Rik Van Steenbergen e fuori dell'abitato il gruppo alleva colmato i duecento metri di scarto, toccava al triestino di andarsene mentre si aprivano le cateratte del cielo ed un violentissimo temporale si abbatteva sulla Via Emilia. A Bologna (km. 95) De Santi guadagna le centomila lire del secondo T.V.; a Modena (km. IH) suo vantaggio è salito niente meno che a 8 minuti. Con questa posizione la corsa si lascia alle spalle Modena, e il posto di rifornimento ivi situato. Appena afferrata la bisaccia, Grosso piglia l'iniziativa di rompere la tregua e se ne va. Ad intervalli, prima Ciolli e poi Benedetti lo imitano; vanno a raggiungerlo e alternandosi a fare l'andatura si lanciano all'inseguimento di De Santi che a Maranello (km. 145), dove la strada comincia a salire verso Monfestino, passa 5 minuti e mezzo prima del trio che ho detto. Ma dietro ad essi, c'è qualche novità da segnalare, ha più importante è che anche Gianneschi aveva preso il 'noto ì Fulminai contrattar™ 1 ruimineo largo dal gruppo trascinandosi dietro Franchi. La lunga salita è fatale al triestino, che viene raggiunto e superato dai tre. Scomparso De Santi, la lotta all'avanguardia si restringe fra i tre che fuggivano e i due che inseguivano. Essa dura non meno di una ottantina di chilometri. Su a Monfestino il distacco è di 2 minuti e mezzo, ma sul culmine della seconda e dura salita che finisce a Barigazzo, esso appare ridotto della metà. Poi. Gianneschi e il suo compagno si buttano nella lunga e difficile discesa su Pievepelago (km. SIS), dove passano a trecento metri dai fuggitivi. A quel punto comincia l'Abetone; ancora uno sforzo e l'inseguimento è colonato da successo. Il resto è ì a a i E gli altri t E i cosidetti assit Per tutta la prima salita ed anche la seconda, essi non si erano soverchiamente impegnali. C'era stato un momento, precisamente a Monfestino, che avevano ridotto il ritardo a 4 minuti e mezzo; poi avevano rallentato, e almeno sessanta erano passati su a Barigazzo. L'attacco di Koblet partì, come già detto, in discesa. Giù fra le quattro case di Pievepelago chiuse in una specie di imbuto fra i monti, lo svizzero passa come un fulmine con almeno duecento metri di vantaggio, che il mio cronometro stabilisce in 1S">. Ma la sua maglia rossa ha appena girato sul ponte dove la strada prende a inerpicarsi fra i boschi, che vedo sbucare quella bianco-iridata di Coppi alla testa della lunga fila degli inseguitori. La controffensiva di Coppi è immediata e vigorosa. Egli ha visto il pericolo, e decisamente l'affronta. Alla sua andatura nessuno del gruppo resiste, eccettuato Astrua. Fra le incitazioni della folla scaglionata per tutta la salita Coppi e il suo compagno riducono la distanza da Koblet, e lo raggiungono. In quel punto, all'arrivo mancavano si e no sei chilometri. L'attacco dello svizzero è bloccato, e l'azione di Coppi ha un momento di sosta. Ne approfittano Defilippis e Nencini — che erano stati gli ultimi a cedere al fulmineo contrattacco di Fausto — per vrnire a rinforzare la pattuglia. Poi, di nuovo il campione mondiale si riporta in testa, ma senza scattare, pago, evidentemente, d'avere mandato a vuoto l'attacco di Koblet. Forse, se i cinque continuassero a impegnarsi a fondo, come al principio della salita, Gianneschi. Grosso e Franchi sarebbero stati raggiunti. Ma non è così. L'ultimo del terzetto era appena passato sotto lo striscione, che dal breve rettilineo in salita appare Astrila, affiancato a Coppi — che precedeva gli altri. I due piemontesi lottano per il quarto posto, e la meglio spetta al biellese. Gli altri tre seguono spaziati di vari metri, con Koblet in coda. Vittorio Varale | Coppi, Koblet e Astrua lottano sull'aspra salita dell'Abetone (Telefoto Moislo)