II nastro azzurro del Derby al puledro prediletto da Tesio

II nastro azzurro del Derby al puledro prediletto da Tesio II nastro azzurro del Derby al puledro prediletto da Tesio Roma, 13 maggio. Oggi, per la ventunesima volta, la Scuderia di Federico Tesio si è aggiudicato 11 «Nastro Azzurro » del derby italiano per merito di Botticelli, l'ultimo prodotto del mai abbastanza compianto « Mago di Donneilo >. E' stata una vittoria limpida e sicura che il pubblico, numeroso come non mai, ha accolto con una calda e prolungata ovazione e con evviva all'indirizzo del grande allevatore scomparso che si sono rinnovati, sebbene velati da un senso di profonda commozione, allorché il marchese Incisa, rientrato al peso con il cavallo vittorioso, ha pronunciato brevi parole al microfono per ricordare la vita e l'opera di Federico Tesio. L'incantevole giornata primaverile aveva richiamato all'ippodromo una folla strabocchevole calcolata ad oltre ventimila persone. Largamente rappresentati, come sempre accade per la disputa del classico derby, il mondo elegante e la * haute » di Roma, insieme con personalità della politica e dell'arte e con numerosi esponenti del corpo diplomatico. I 12 cavalli rimasti iscritti alla corsa hanno fatto la loro apparizione al recinto del sellaggio poco dopo le 17, quan¬ do cioè il carosello delle scommesse era in pieno sviluppo. I favori pressoché generali, come era da prevedersi, venivano raccolti da Botticelli, seguito da Orvieto, Lorenzo Lip^ pi, Fastigio ecc. Le operazioni preparatorie furono alquanto laboriose e finalmente, verso le 17,30, i concorrenti compirono la consueta sfilata per avviarsi poi alla partenza. Sul vasto ippodromo calò improvviso il più assoluto silenzio, tutti gli occhi si appuntarono sul gruppo dei purosangue scalpitante e sulla bandierina dello « starter ». Qualche attimo di attesa per l'allineamento ed ecco il « via ». Nei primi cento metri il plotone rimaneva compatto; quindi Andrade. seguendo gli ordini di scuderia, prendeva decisamente la testa, staccandosi di un paio di lunghezze. Nella scia di Andrade, si gettavano Lorenzo Lippi, Verdun, Botticelli, Orvieto e Vernet, mentre gli altri si sgranavano, perdendo via via terreno. Dopo la salita, prima di raggiungere la grande curva che immette nella dirittura d'arrivo, Andrade dimostrava di aver sostenuto il suo ruolo di efficacia e stanco desisteva dal «tirare»; prendeva quindi il suo posto Lorenzo Lippi; ma proprio nell'uscire dalla gran¬ de curva Orvieto operava uno scatto formidabile riuscendo a prendere di slancio quasi cinque lunghezze. Evidentemente Rosa capiva che non avrebbe potuto competere con Botticelli nella lotta in dirittura e quindi cercava di sorprenderlo. Ma il puledro di Tesio, saggiamente guidato da Camici, non perdeva il controllo della situazione e gradatamente riusciva a rosicchiare metro per metro lo svantaggio ad Orvieto, riuscendo ad apparigliarsi a lui all'altezza del prato, per poi superarlo nettamente e distaccarlo con facilità davanti al peso. Negli ultimi metri, mentre Botticelli si avviava a cogliere il suo trionfale successo, rinveniva velocissimo al largo Vernet, il quale bruciava sul traguardo Orvieto. Ecco i risultati: Metri 2400, pista derby, lire 18.900.000: 1. Botticelli, razza Dormello-Olgiate, montato da Camici; 2. Vernet, montato da Moretti, scuderia Gibi; 3. Orvieto, scuderia razza Ticino, montato da Rosa; 4. Zimo, razza di Rozzano, montato da Milani; 5. Verdun, razza Ticino, montato da Gabbrielli. Tempo 2.23,5. Lunghezze: 3, 1, 3. Quote del derby: 14, 15, 103, 18 (1220) 74. fiotticeli! taglia d'Impeto 11 traguardo al gran Derby del nastro azzurro a Roma. (Tel.)

Luoghi citati: Orvieto, Roma, Rozzano, Verdun