Un capitano della polizia segreta rivela le sue missioni spionistiche

Un capitano della polizia segreta rivela le sue missioni spionistiche E' passato agli americani un profugo russo d'eccezione Un capitano della polizia segreta rivela le sue missioni spionistiche Era stato mandato a Francoforte per sopprimere un emigrato russo, compagno del Truchnovic nella "N.T.S.,, • L'arma scelta era una rivoltella silenziosa a cianuro, camuffata da portasigarette • Una completa deposizione sulle scuole di spionaggio, sulla "M.W.D.,, e sui rapimenti (Nostro servizio particolare) Bonn, 22 aprile. Nikolai Khokhlov, uno fra l migliori agenti segreti della M.W.D. (la polizia segreta sovietica), inviato in Germania col preciso compito di assassinare un influente membro della N.T.S. (l'organizzazione dei profughi politici russi cui apparteneva il Truchnovic rapito la scorsa settimana), si è pre. sentato alle autorità americane di Francoforte ed ha chiesto asilo politico. Alla polizia statunitense egli ha fatto delle rivelazioni, che costituiscono uno dei capitoli più sensazionali nella storia dei servizi segreti. Il Khokhlov ha trentadue anni, ed aveva il grado di capitano. Gli era stato affidato il compito di assassinare Sergio Okolovic, un russo bianco che lavora contro l'URSS; ma la « operazione > non era affatto un episodio isolato. Essa — ha detto il profugo — rientra in vn vasto piano progettato dai sovietici al fine di « liquidare > gli elementi più pericolosi della N.T.S. stessa: il rapimento del dott. Alexander Truchnovic costituiva soltanto il primo episodio della catena. Informazioni preziose La seconda vittima prescelta dalla M.W.D. era appunto l'Okolovic. ma la lista itera degli eliminandi comprende numerosi esponenti della N.T.S. e di altre organizzazioni anticomuniste, esistenti in vari Paesi del mondo occidentale. Queste clamorose rivelazioni, rese oggi dal russo stesso nel corso di una conferenza-stampa convocata nella sede dell'Alto Commissariato americano a Mehlem, nelle vicinanze di Bonn, costituiscono però soltanto una piccola parte delle notizie di cui è entrato in possesso il Servizio d'informazioni statunitense. Fra l'altro, il russo ha fornito agli americani ampi ragguagli sull'organizzazione spionistica sovietica nell'Europa occidentale, e in particolare sulla rete di agenti comunisti che operano in Germania e in Austria. Altre notizie riguardano la scuola di spionaggio e di sabotaggio di Bcrlino-Karlshorst, in cui vengono addestrati tutti gli agenti destinati a lavorare nella Repubblica federale. Un por- tavoce americano ha dichiarato in proposito: « Il capitano Khokhlov ha fornito notizie di eccezionale interesse sull'attuale organizzazione dei servi*! segreti sovietici e sui mutamenti avvenuti nella. M.W.D. dopo la morte di Stalin. Con le rivelazioni del profugo, si possono chiarire molti punti rimasti finora oscuri in ordine a tre avvenimenti: a) la. liquidazione di Berla; b) l'assassinio di Trotzky; c) il rapimento del dott. Linse, avvenuto circa due anni or sono a Berlino ». Khokhlov ha parlato per oltre due ore, quasi sempre in russo, in una grande sala dell'edificio che ospita l'Alto Commissariato americano, di fronte a una folla di giornalisti, fotografi e operatori del cinema e della radio-televisione. Le sue parole, tradotte in tedesco, in inglese e in francese, e raccolte da decine di microfoni, sono state ritrasmesse anche negli Stati Uniti. Attenta preparazione In questa scena, che avrebbe riscaldato la fantasia del più freddo osservatore, è entrato, qualche minuto dopo le due, un personaggio quasi insignificante, un ometto piccolo sui trent'anni, grassoccio, stempiato con un enorme paio di occhiali di tartaruga, vestito di un elegante completo blu seuro. Più che un capitano della polizia segreta, sembrava uno di quei piccoli borghesi russi descritti dai romanzieri ante-rivoluzione. Nicoclai Khokhlov ha preso a parlare con voce piatta e monotona della missione a lui assegnata, cui fu dato il nome convenzionale di « Operazione Reno >. < Tale operazione — ha detto il capitano — fu progettata nell'estate del 1953 al comando della M.W.D. a Mosca. A tale scopo fui inviato a Berlino orientale, onde prendere contatto con due agenti segreti tedeschi, Hans Kukowicz e Kurt Weber. <Li incontrai nella scuola di spionaggio di Karlshorst ai primi del novembre dello scorso anno e il 10 dello stesso mese raggiungemmo tutti e tre Mosca con un aereo speciale. Pei circa quattro settimane, secondo gli ordini ricevuti, curai personalmente l'addestramento dri due tedeschi in ordine alla, soppressione di Sergio Okolovic. uno fra i più fastidiosi elementi della resistenza anticomunista. < Prima di tutto i due furono addestrati alla lotta giapponese e all'uso di certe speciali armi, di cui parlerò. Studiaìnmo insieme tutti i particolari del piano e imparammo a memoria la topografia della zona della llllllllllllllllllllllllllllllliiiiiillllllllllllllllliilll città di Francoforte, ove l'Okolovic viveva abitualmente. Il 1B dicembre, completata la preparazione, rientrammo a BerlinoEst in aereo. « L'a;iO)ic, però, dovette essere rinviata al febbraio perche Mosca ci ordinò di evitare, durante la conferenza quadripar lita, le azioni terroristiche. Con falsi documenti raggiungemmo Zurigo, ognuno per conto nostro. Lì un altro agente avrebbe dovuto consegnarci le armi speciali, ma ciò non avvenne e il < materiale > fu poi depositato alla stazione di Francofone da un agente sconosciuto >. A questo punto il capitano Khokhlov parla della speciale arma che avrebbe dovuta essere impiegata nell'i Operazione Reno >. Essa ha tutta l'apparenza di un porta-sigarette in pelle di normale grandezza. Si tratta in realtà di una speciale pistola a cinque canne Dalle canne, con un fruscio paragonabile a quello della seta, escono i proiettili, che sono di due tipi: a carica normale e a carica tossica. Se c'è dentro una dose di cianuro di potassio, la vittima è spacciata sul colpo; se si vuole addormentarla, si adopera una sostanza soporifera, che agisce in trenta secondi. Le armi descritte dal capitano Khoklov non sono una favola, perchè nel corso della conferenza stessa i micidiali « portasigarette > sono stati mostrati ai giornalisti da un perito di balistica, che ne ha spiegato il funzionamento: tutto il congegno funziona mediante una minuscola batteria elettrica a hasso voltaggio. « Da Zurigo — ha continuato il russo — io e i due tedeschi raggiungcm mo Francoforte, teatro dell'Operazione Reno. Ma io avevo già preso la mia decisione. Non appena a Francoforte, avrei chiesto asilo politico alle autorità americane. Avevo preso la mia decisione fin dal 195S, quando mi mandarono a Parigi per assassinare un emlqrato russo. Una volta a Francoforte, U capitano Khokhlov si presentò alla vittima, il connazionale Sergio Okolovic, e gli confessò tutto. Quindi, d'accordo con i servizi segreti statunitensi, chiese ai due agenti tedeschi se fossero stati disposti a « scegliere la libertay. I due accettarono e il terzetto chiese perciò asilo politico alle autorità americane il 25 febbraio scorso. La sensazionale conferenza stampa si è conclusa con l'apparizione dell'altro protago-nista dell'< Operazione Reno, la vittima designata, il russo Okolevici due russi si sono stretti la mano, bersagliati dal lampi dei fotografi e sotto l'occhio della televisione. v. immillili mmiiuiiilmiiiiMiiiitiiiiiiiiiiimiii Nlkolai Kliokholv (a destra) stringe la mano a Sergio Okolovic, l'uomo che avrebbe dovuto uccidere (Telefoto)