Boschi artificiali di betulle nascondono i cannoni atomici di Enrico Altavilla

Boschi artificiali di betulle nascondono i cannoni atomici Boschi artificiali di betulle nascondono i cannoni atomici Grandiosi depositi di materiale bellico - Piii divise che soldati nell'Europa Occidentale - Le "città di spettri,, per addestrare alla lotta per le strade (Dal nostro inviato speciale) Magonza, aprile. « Mi chiamo Beria. Questa è la mia carta d'identità sovietica. E questi sono i documenti rilasciati dal comando americano che mi ha concesso u diritto di asilo come profugo politico. Potete procurarmi lavoro, qualsiasi genere di lavoro t ». Correva il settembre 195S. I giornali stavano pubblicando le voci sulla fuga di Lawrenti Beria dalla Imbianca quando il giovane Fyodor Beria (non è parente del ministro degli interni giustiziato), disertore della armata rossa, si presentò alla «Casa della Libertà>, un falansterio costruito a Kaiserlautcrn dalla associazione « Amici americani della Kbcrtà in Russia » per accogliere oltre duecento soldati e ufficiali sovietici, tutti disertori dell'armata rossa. Nella Freedom's House trovano ospitalità e possibilità di lavoro soltanto i disertori che durante i lunghi mesi di interrogatori riescono a convincere gli americani della loro buona fede. Uno di essi, un antico sergente, si chiama Malenkoff (Wasily, non Georgi/); e naturalmente ora si racconta che ad accogliere nel settembre passato il tenente Beria alla « Casa della Libertà » sia stato proprio il sergente Malenkoff. Troppo bella per essere autentica. Autentici però i nomi, Beria e Malenkoff si sono ormai abituati a sorridere ai giornalisti (ma non amano i fotografi) mettendosi a braccetto dinanzi alla spalliera di gerani che circonda Freedom's House, dinanzi all'autorimessa militare dove lavorano insieme come meccanici. Dicoìio che sia la più grande autorimessa di Europa. Chi fosse alla ricerca di superlativi potrebbe farne indigestione in questa cittadina del Palatinato dove vivono quasi più americani che tedeschi. Intorno a Kai- ■ [ 11 i 11111 ] 111111111111[1l111111111111 r 1111 [ 11 ■ 1 a 1111111111 serlautern sono disseminati i depositi di materiale bellico dell'esercito atlantico. Dai nastri di mitragliatrice ai mantelli mimetizzati, dai megafoni agli apparecchi a radar, dalle bombe alle baionette, dallo lampadine tascabili ai razzi illuminanti, dal sapone per la barba alle scatolette di carne, dalle sigarette al cioccolato, dalle macchine per scrivere agli apparecchi telefonici da campo, dalle radio trasmittenti alle batterie elettriche, dalle gomme per automobile alle carte geografiche, dagli elmi d'acciaio alle calze di lana, dalle dentiere .alle fiale racchiuse nella « banca del sangue », dai pozzi pieni di benzina nelle aviorimesse sotterranee ai motori di ricambio, dai cingoli alle chiarì inglesi, dalle scarpe ai guanti alle maglie alle divise alle medaglie, tutto è al superlativo assoluto, per lo meno al di qua, della cortina di ferro. Le finte « atomiche » Ci sono più divise nel Palatinato che soldati nell'Europa occidentale; molte di più, anche contando i 250 mila soldati americani in Germania e le truppe d'occupazione inglesi e francesi, anche contando gli uomini dell'esercito europeo, questo frutto di così difficile maturazione. Ci sono più divise (e scarpe e calze e fucili ed elmi) che fantaccini, anche calcolando i soldati della futura Wehrmacht; e ciò spiega perchè i tedeschi siano sicuri di far spuntare dal terreno, come per un colpo di bacchetta magica, le loro dodici divisioni motorizzate e corazzate, appena ne avranno ti permesso. Gli uomini sono già quasi tutti pronti, anche senza bisogno di leva: le domande di volontariato hanno superato quota duecentomila. Il paesaggio del Palatinato muta di giorno in giorno. Le colline vengono abbattute dai bulldozzer per far posto 1111r 11111111111111 r 1111 r ■ t111111t1f1 ! 1111 i l i ■ i » agli aeroporti; scompare lentamente la grande foresta che ottocento anni fa l'imperatore Udo lasciò in eredità ai cittadini di Kaiserlautnrn e che era stata rispettata (qualcuno melanconicamente osserva) dai soldati di Bismarck, di Guglielmo II e di Hitler. Sorgono tnvece boschi artificiali, portabili. I boschi che accompagnano Big Annie, Blond Cecil, Fat Doris e gli altri cannoni atomici — sono dodici, ciascuno battezzato col nome della fidanzata d'uno dei serventi — nei viaggi che questi mostri di 85 tonnellate (280 centimetri di calibro, più di SO chilometri di gettata) compiono su autotreni con cingoli lungo la frontiera tra le due Germanie facendo apparire intorno a loro, ogni volta che cambiano posizione, e la cambiano spesso, piccole foreste di betulle che inghiottono e nascondono le giraffe d'acciaio. Sorgono « città di spettri », simili a quelle costruite a. Hollywood per le scene dei « western », irte di rovine bernoccolute (il primo esempio dì città gin piene di macerie prima di essere state bombardate), dove i soldati americani si addestrano nella lotta per le strade, nella guerriglia fra le case diroccate dove sono in agguato i cecchini dell'armata nemica 0 i partigiani. E sorge quasi ogni giorno all'orizzonte di Kaiserlautcrn, arrampicandosi per centocinquanta metri verso le nuvole, il pino di fumo delle « bombe atomiche da esercitazioni », fatte di napalm, di fosforo bianco e di altre (segrete) sostanze chimiche. Esse bruciano gli alberi in un raggio di 200 metri, e per oltre un chilometro violentemente spostano l'aria in modo da abituare i soldati rannicchiati nelle trincee scavate nelle vicinanze del posto dello scoppio agli aspetti visivi, sonori e Un piccola parte) tattili delle atomiche genuine. Passano nel cielo di Kaiserlautern — e i meccanici Beria e Malenkoff sono fra 1 pochi cittadini sovietici ad intravvrdcrli — gli «automi dell'atomo », t Martin B. 61, chiamati anche matadores, che volando senza pilota possono trasportare a velocità ultrasoniche, guidati elettronicamente dal suolo o da un altro apparecchio, bombe atomiche e non atomiche su bersagli lontani fino a 3000 km.; e contro questi bersagli * suicidarsi ». Fra la popolazione del Palatinato i telepiloti dei matadores, t guerriglieri della € città degli spettri», i puntatori di Big Annie e gli altri soldati americani non sono popolari. Ma neanche malvisti. Di essi i tedeschi dicono che sono come le tasse: è doloroso pagarne molte, ma è tragico non pagarne .affatto perchè si è iscritti nel registro dei poveri. Gli americani sono infantilmente chiassosi e invadenti, monopolizzano le ragazze, fanno salire i prezzi. Tutti protestano per le loro chiassate, ma tutti si domandano: «Cosa avverrebbe se lasciassero la Germania? >. La protesta del parroco Protesta dal pulpito con parole roventi il parroco di Baumholdcr per lo scandalo delle fraulein che seguono le truppe; e si rifiuta di chiamare * Veronica» le bimbe portate al fonte battesimale, perché «Veronica» è qui sinonimo di « segnorina ». Protestano i giovanotti nel Palatinato che non possono reggere la concorrenza di soldati con una paga giornaliera di J dollari, di sergenti con un mensile di ISO dollari (e tutte le spese pagate e le sigarette da rivendere sotto banco). Protestano t sinistrati, dopo tanti anni dalla fine della guerra ancora accampati in baracchi:, quando il coman1 do americano requisisce tutta la manodopera -disponibile per spianare colline, scavare aeroporti sotterranei, costruire teatri cinematografi chiese piscine stadi alberghi riservati ai militari e migliaia di case di lusso (democraticamente distribuite non secondo il grado, ma a seconda delle necessità di famiglia: quattro stanze al caporale con figli, una sola con bagno e cucinino al tenente scapolo). Protestano gli sciovinisti per ogni cartello che dice. « Vietato l'ingresso ai tedeschi» o « L'uso dell'ascensore è riservato agli americani ». Protestano le operaie e le dattilografe che non trovano alloggio perchè le camere mobiliate vengono accaparrate, a qualsiasi prezzo, dalle fanciulle allegre. E quando una di queste fanciulle si bagna in fiume senza veli corre tutta la popolazione a protestare dal parroco. Ma ben poche firme raccoglierebbe nel Palatinato, o nel resto della Germania, chi si facesse promotore di una petizione per rimandare a casa i soldati americani. Untorelli notturni Nottetempo qualche comunista scrive ancora con il gesso sui muri: Ami go home; si sa però quanto contino in Germania i comunisti. E mi raccontano che sabato passato uno di questi untorelli notturni fu sorpreso e malmenato da un sarto che entrava a casa dopo la tradizionale riunione allo Stammtisch per il Sabato Santo, «.Come — esclamò — io non riesco a trovare lavoranti per far fronte alle ordinazioni degli americani, ora che hanno avuto il per[ messo di vestire abiti civili, e tu vorresti che se ne an- ^ ItlllllllllllllllllllIIIIIIIIIMIIIIIIllllllllllIllllllllll dassero a casa loro... ». Il discorso del sarto, con parole poco diverse, potrebbe essere ripreso da tutti i commercianti del Palatinato. tigni anno gli americani spendono 200 milioni di dollari in Germania; quanti ne bastano per pagare tutte le importazioni tedesche dal Canada e dagli Stati Uniti. E negli Stati Uniti, nella Main Street di una qualsiasi cittadina del Missouri o della Virginia con la chiesa battista, con il drug-store all'angolo, con i ragazzini vestiti da « cow-boy » e da € viaggiatore intcrplanetare » (elmetto siderale e pistola atomica), con i dischi chiassosi rimbombanti dalla jukebox, con il venditore di hotdog, con le Ford le Chevrolet le De Soto ferine dinanzi alle casette di stile americano, in una qualsiasi cittadina del Maine o del Nebraska ci ai potrebbe credere quando, lasciate le stradette a schiena d'asino della vecchia Kaiserlautern, si entra nei quartieri costruiti per i militari stranieri. Anzi, in una cittadina dell'Illinois, dove gli immigrati dalla Germania non hanno del tutto dimenticato i dialetti natii, ci si potrebbe credere, perchè gli americani hanno adottato decine di parole tedesche — Fraùleine, Biel, Schatzi, Prima. Nichts, Schlafen, Wunderschòn — e ne condiscono volentieri i discorsi. Lo studio della lingua locale, le casette simili a quelle lasciate, negli Stati Uniti, i drug-store con gli sgabelli, le bibite, identici a quelli della California e del Nevada tradiscono la nostalgia dell'emigrante che si prepara ad un soggiorno più lungo del pretesto. Enrico Altavilla