La spedizione italiana giunta ai piedi del «K2» di Giorgio Abetti
La spedizione italiana giunta ai piedi del «K2» La spedizione italiana giunta ai piedi del «K2» E' la seconda cima del mondo dopo /.'Everest - Anche il professor Desio capo della comitiva alpinistica è arrivato a Karaci • Tra molti anni si potrà fare del turismo sull'enorme ghiacciaio asiatico? XjS. spedizione condotta dal t vgeologo Ardito Desio, in vlag-jtglo per l'Asia Centrale per | tentare la scalata del K 2, la più alta vetta della catena del Caracorùm, riporta all'attualità quelle regioni ben conosciute dagli esploratori, dagli scienziati e dagli alpinisti italiani. Questi hanno notevol. mente contribuito alla conoscenza di quella impervia catena che corre parallelamente e a settentrione dell'Himàlaia. Quanto sia difllcile l'ascensione del K 2 lo sappiamo dalla relazione di De Filippi sulla spedizione condotta dal Duca degli Abruzzi nel 1909, pro-ÌKprio all'assalto del K2. La sua j fvetta si innalza fino metri sul livello del mare e per ben duemila metri sopra al tetto dei sottostanti ghiacciai, si presenta come un enorme cono con inclinatissime pareti di ghiaccio vivo. E' sembrato inaccessibile al Duca degli Abruzzi che lo ispezionò da tutti i lati, con alcune delle nostre guide più famose. Ma dal 1909 molti anni sono passati e si è visto come, grazie ai mezzi moderni, sia stata possibile la scalata dell'Everest attraverso difficoltà che sembravano insormontabili. L'interesse di quelle regioni non sta soltanto nella conquista di questa o di quella vetta, ma molto più nella conoscenza geografica di quell'enorme massiccio montagnoso, che comprende la catena dell'Himàlaia, e del Caracorùm fra le quali l'Indo cerca faticosamente la sua via dirigendosi dapprima verso il nord, poi verso il sud per gettarsi nell'Oceano Indiano. Oltre alla conoscenza geografica, per la quale occorrono laboriose ed accurate determinazioni astronomico-geodetiche e topografiche, rese diffi¬ smtmaCctcspttlmi 86111 guarpsuTvihcili dalle condizioni del terre-I (gfbino, quei massicci offrono il campo a numerose altre ricerche che interessano le scienze fisiche e naturali. Al geologo basta un occhio vigile ed un martello per il prelevamento dei minerali e rocce che porterà al suo laboratorio per studiare la genesi e formazione di quelle montagne, e il meteorologo impiega i noti strumenti per registrare le condizioni climatiche ed il geofisico deve adoperare delicati pendoli e strumenti magnetici, che gli danno il modo di conoscere come vari da punti a punti l'intensità dell'attrazione terrestre e il campo magnetico terrestre in quelle regioni così sconvolte ed eccezionali. Una delle caratteristiche più notevoli della catena del Caracorùm è quella della presenza di vasti ed interessanti ghiacciai fra i maggiori del mondo, dopo quelli dell'Artide e dell'Antartide. Numerose spedizioni organizzate da nazioni europee, circa dal 1820 in poi, li hanno esplorati determinando più o meno accuratamente la loro posizione, estensione e caratteristiche. Molto lavoro è stato fatto inizialmente dai geodeti e topografi anglo-indiani, ed in seguito da varie altre spedizioni, fra le quali primeggiano quelle italiane. Si può dire che una fascia continua di ghiacciai si stende sotto le eccelse vette del Caracorùm nel suo versante meridionale, partendo dalla estremità occidentale della catena con i ghiacciai' Ciogo Lungma, Hispar, Biafo, il Baitoro ai piedi del K2, lo Sìacen. il Téram Scer ed infine il Rimu, dove la catena finisce con la sua estremità orientale al famoso passo del Caracorùm, che collega l'India al Turchestan cinese e ai grandi altipiani deserti dell'Asia Centrale. Tutti questi ghiacciai riempiono le alte valli meridionali del Caracorùm, fino a un'altezza di 6000 o (5500 metri, mentre le vette più o meno scoscese si innalzano sopra di essi fino a 7000-8000 metri. Generalmente tali ghiacciai hanno una fronte ampia parecchi chilometri, che appare come un alto maroso arrestatosi di un tratto, come colpito da improvviso gelo. Grandi pareti di ghiaccio puro, luccicante, sono, minutamente frastagliate con! guglie, seracchi, piramidi e dallfondo di esse scaturiscono ac-|que vorticose talvolta limpide,jtalvolta torbide, le quali costi-[tuiscono le sorgenti dei gran- di fiumi che corrono verso ìo'Oceano Indiano. Attraversate;con difficoltà le fronti dei ghiacciai, ci si trova sul grande mare di ghiaccio pianeggiante accompagnato dalle morene formate da uno strato di fini detriti su di un fondo di sabbia e di fango che copre 11 ghiacciaio vivo. La spedizione condotta da\\dott. Filippo de Filippi, lo sto-jrico del Duca degli Abruz- zi, ebbe scopi esclusivamente|scientifici e si trattenne un vino e mezzo (1913-'14) sul|Caracorum. Fra i suoi scopi geografici vi era quello di esplorare 1' estremità orientale della catena del Caracorùm, e precisamente il ghiacciaio chiamato Rimu, che poco o punto era conosciuto. Risaien-ido il ghiacciaio, per tracciare la carta topografica, gli esploratori scoprivano che, dei diversi suoi vasti rami, alcuni si dirigevano all' incirca verso il sud, altri verso il nord, in altre parole si trovarono di fronte ad uno spartiacque indifferente. La fiumana di ghiaccio dell'alto bacino del Rimu, alla altezza di circa HO0O metri, a differenza di tutti gli altri ghiacciai, scende a valle in ambedue i versanti, dando origine, al nord, al fiume Jàrcand, che sfocia nel grande deserto del Tacla Macan nel Turchestan, e al sud dà origine al fiume Sciàiok, uno dei grandi affluenti dell'Indo. Questi ghiacciai, come in -generale quelli di tutta la ferita, per ragioni cosmiche non bene spiegate, sono attualmente in ritiro, e quindi gli esploratori che li visitano possono ■ rilevare nel corso dei tempi notevoli variazioni. Queste tal- volta dipendono anche da altre cause forse concomitanti, Lo stesso Desio, qualche me Kutiàh foreste se fa, comunicava all'Accademia dei Lincei interessanti notizie sull' eccezionale avanzamento del ghiacciaio Kutiàk, all' estremità occidentale del Caracorùm. Sl condo le sue ricerche ed osservazioni, eseguite sul luogo, egli potè stabilire che nella primavera dello scorso anno, con straordinaria rapidità, un'alta e turgida fronte di ghiaccio, alimentata da tre alti ghiacciai esistenti alla base dell'Haramòsh (7397 metri), era scesa nella valle seppellendo rigogliose La grande massa di ghiaccio riempì la valle per una dozzina di chilometri. Al nord del Caracorùm vi è ancora largo campo per esplorazioni di ghiacciai e vette poco o punto conosciute. Forse in un lontano futuro, ae i popoli che al nord ed al sud confinano col tetto del mondo troveranno pace, quei luoghi potranno essere percorsi anche dai turisti, amanti di panorami e di fenomeni naturali fra i più importanti e grandiosi che la terra ci offre. Giorgio Abetti
Persone citate: Ardito Desio, De Filippi, Filippo De Filippi
Luoghi citati: Antartide, Artide, Asia Centrale, India, Karaci
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